I “Lupi di Toscana” nella Seconda guerra mondiale

Storia della Divisione del Regio Esercito costituita nel 1938, due anni prima dell’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania nazista.

Nel corso della Prima guerra mondiale, grazie alle eroiche imprese compiute sul Monte Melino, a Dosso Fajti, sul Sabotino, e alle foci del Timavo, i fanti della Brigata “Toscana” (77° e 78° fanteria) guadagnarono a pieno titolo il soprannome di “Lupi”. L’appellativo venne coniato nel 1915 dai nemici austriaci rimasti sinceramente impressionati dal loro spirito combattivo. Il 5 giugno 1920 la Brigata è quindi ufficialmente insignita della Medaglia d’oro al Valor Militare.

La genesi della Divisione

Traendo origine da questa brigata divenuta ormai celebre, il 1938 viene costituita ufficialmente la 7ª Divisione di fanteria “Lupi di Toscana”. Nell’ambito della riorganizzazione delle divisioni del Regio Esercito su base binaria la divisione viene dunque articolata sui due storici reggimenti di fanteria 77° e 78°, di stanza rispettivamente a Brescia e Bergamo, e sul 30° artiglieria, anch’esso di Brescia. Il caratteristico distintivo di reparto raffigura due teste di lupo racchiuse in un ovale sigillato inferiormente dal nodo Savoia. I lupi vengono mobilitati già nel 1939 per l’occupazione dell’Albania, dove opereranno tra l’aprile ed il dicembre dello stesso anno. Nel 1940, durante la campagna di Francia, la divisione costituisce la riserva della 1ª Armata. Ma sarà durante la campagna di Grecia-Albania che i lupi torneranno a dimostrare il loro valore.

I “Lupi” in guerra

Oltre l’Adriatico il Regio Esercito è fin da subito in difficoltà. Nel gennaio del 1941 la 7ª Divisione di fanteria viene quindi inviata in tutta fretta in prima linea per tamponare l’avanzata nemica. Come per tutti gli altri reparti giunti sul fronte greco in piena emergenza l’impatto iniziale contro l’esercito ellenico si rivela scioccante. A Çuka Sotirit sul Malj Tabajani dopo un’accanita lotta la divisione viene sopraffatta e rischia di essere annientata. Viene perciò ritirata a Karbunara per riorganizzarsi. Ai primi di marzo del 1941 torna in linea nella zona del ponte di Dragoti sulla Vojussa. Il caporale Raffaele Gammarota, del II° Battaglione/78° Rgt. racconta di questo periodo: «L’ordine, a noi già noto, era di agganciare il nemico attestato sulla sponda opposta della Vojussa. Sorretti e coperti da un nucleo di mitragliatrici rimaste sulla “Rocca dei falchi” attraversammo il fiume, aggrappandoci a ciò che rimaneva del vecchio ponte distrutto dal nemico, e ingaggiammo battaglia all’arma bianca. […] Lo spuntare dell’alba ci trovò ancora in una lotta disperata corpo a corpo. Poi avvenne lo sganciamento, perché il nemico incominciò a ripiegare, lasciando morti e feriti sul greto del fiume».

I successi

Da questo momento i lupi conosceranno solo successi. Riusciranno a respingere tutte le incursioni nemiche e passeranno al contrattacco con risultati tattici significativi sul Monte Colico e nel fondo valle della Vojussa. Nell’aprile del 1941, dopo aver conquistato tutte le principali cime del Trebescines nell’offensiva finale, si conclude l’avventura in terra greca. La 7ª Divisione torna in patria e si stabilisce al solito tra Bergamo e Brescia. Nel 1943 la “Lupi di Toscana” risulta dispiegata in Francia con compiti di presidio territoriale ad ovest di Tolone. Il 3 settembre dello stesso anno è richiamata con la massima urgenza a Roma, zona Cerveteri. Successivamente ai noti fatti dell’8 di settembre il 78° si scontra con soverchianti forze motorizzate tedesche. Dopo alcuni giorni, costretto alla resa, il reggimento viene sciolto ricevendo gli Onori militari. Le autorità germaniche concedono di deporre il vessillo di Guerra in custodia presso l’Altare della Patria.

4 risposte

  1. Niente tutto bene solo da aggiungere, Che la divisione non era composta solo da77°/78°/ 30°art.Ma c’era anche una legione camicie nere; una sez. di sanità e varie Comunque l’ordine di battaglia completo è come segue:-
    1940

    77° Rgt. fanteria “Lupi di Toscana”
    78° Rgt. fanteria “Lupi di Toscana”

    30° Rgt. artiglieria “Leonessa”

    15a Leg. CC.NN. (dal 1941)

    14° Btg. CC.NN. “Garibaldina”

    15° Btg. CC.NN. “Leonessa”

    7° Btg mortai da 81

    7a Cp. cannoni controcarro da 47/32

    7° Btg. Genio

    7a Cp mista telegrafisti/marconisti

    7a Cp. Genio

    30a Sez. Sanità

    307° Autogruppo

    13a Sez. Sussistenza

    30a Sez. CC.RR.

  2. Mio padre classe 1923 fece parte dei Lupi di Toscana che occuparono la zona di Mentone in Francia.
    Ha sempre parlato bene del periodo di occupazione dove ha imparato qualche parola di francese.
    In Italia la mattina dell’8 settembre 1943 rimasero senza ufficiali e decisero di rientrare a casa.
    Di notte camminavano e di giorno restavano nascosti.
    Ha partecipato alla Guerra di Liberazione e alla fine venne arruolato nella Polizia Ferroviaria a Parma ma ci rimase pochi mesi e si congedò.
    Ho una bella foto fatta a Brescia in divisa.

    1. Salve! Sto ricostruendo la storia del fratello di mia nonna, che era del 1916 e faceva parte del 77° reggimento Lupi di Toscana. Credo che il mio prozio fosse di base a Brescia e da lì fu mandato a Cosenza nella primavera del 1942. Nel 1943 si trovava con certezza nel sud della Francia. Chissà, forse conobbe suo padre! Sarei felice di vedere la foto in suo possesso.
      Se lei o altri aveste informazioni aggiuntive, non esitate a contattarmi. Grazie!

  3. Buonasera , sto cercando informazioni su mio nonno (1917). Quello che so è che si trovava in Albania e nell’unica sua foto che possiedo è proprio in divisa . Mio papà mi ha detto che era un fante , anche se nella foto dietro di lui si vede un cappello da alpino e una sagoma di un altro soldato . Forse il cappello non era il suo . La foto ha dietro una scritta , quasi illeggibile che dice ” 30 regg artiglieria 9° gruppo …. M.V. porto militare divisione Luppi ( sicuramente un errroe ortografico ) Albania “. Al rientro in patria fu inviato a Roma , mio zio ricorda nel reparto telegrafia . Appena frimato l’armistizio tentò di scappare ma venne catturato e caricato in treno. Di notte, non so come riusci a buttarsi giù e rientrò a casa dopo due mesi di cammino e solidale ospitalità delle famiglie del Polesine . Non mi intendo di divise, organizzazioni militari , ma ci terrei così tanto a scoprire qualcosa di più , sarebbe come averlo vicino .
    Grazie a chi potrà aiutarmi.
    Silvia

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