Costantino II, l’ultimo Re di Grecia

Il 10 gennaio 2023, all’età di ottantadue anni, si è spento ad Atene Costantino II, ultimo Re di Grecia, celebrato anche come come Costantino XIII, come continuazione degli imperatori bizantini.

Appartenente alla dinastia Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, era imparentato con la famiglia reale inglese (era cugino sia della Regina Elisabetta II sia del Principe Consorte Filippo di Edimbrugo) e con le altre famiglie reali europee.

Il giovane Costantino

Era figlio di Paolo II di Grecia e di Federica di Hannover, sua sorella è l’ex Regina di Spagna, Sofia. Nel 1964 sposò Anna Maria di Danimarca, figlia del Re Federico IX e sorella della futura Regina Margherita II, da cui ha avuto cinque figli. Quando aveva appena un anno, il suo Paese fu invaso dai tedeschi e la sua famiglia fu costretta a fuggire in esilio in Egitto e poi in Sudafrica, dove rimase fino alla fine del conflitto. Grande sportivo, nel 1960 vinse la medaglia d’oro nella vela alle Olimpiadi di Roma. Alla morte del padre, nel 1964, fu proclamato Re di Grecia, anche se il suo Regno fu di breve durata: appena tre anni. Nel 1966, infatti, l’avanzata dei partiti di sinistra in Grecia preoccupava sia il Re che la classe militare, nonché gli Stati Uniti, che paventavano una rivoluzione di tipo comunista. La questione era molto importante, perché avvenuta in piena Guerra Fredda e, secondo gli accordi di Jalta, la Grecia avrebbe dovuto rimanere sotto l’influenza americana.

Il Colpo di Stato

Per questo si organizzò un colpo di stato militare con l’obiettivo di scongiurare il pericolo. Lo stesso sovrano, informato, diede il suo consenso. Ponendo però delle condizioni: per esempio il Primo Ministro, nominato dai generali golpisti, avrebbe dovuto essere un civile e le eventuali violenze si dovevano limitare alla sola azione del Colpo di Stato, per poi ritornare a una vita politica “quasi” normale. Costantino stesso avrebbe dovuto far partire l’operazione, con un messaggio in codice, nel momento che sembrava più opportuno. Improvvisamente, nella notte fra il 20 e il 21 aprile 1967 i militari forzarono la mano, passando all’azione. Invasero Atene, presero d’assalto i centri di comunicazione, Parlamento, Ministeri e Palazzi del potere, fra cui la stessa dimora Reale. In un colpo solo, arrestarono circa diecimila persone: politici, compreso il Primo Ministro Kanellopoulos, personalità di rilievo ma anche semplici cittadini.

Il Re venne informato alle 5 di mattina del 21 aprile e, inizialmente, apparve titubante. Contrariamente agli accordi, non aveva dato il suo formale via libera, e, inoltre, la vista della sua residenza circondata da carri armati non prometteva niente di buono. Successivamente, approvò l’azione, nominando il Primo Ministro indicato dalla giunta militare al potere. Il primo atto di quello che passerà alla storia come la Dittatura dei Colonnelli fu, quindi, un atto legale. Cambierà ben presto idea: il nuovo regime rivaleggiò per ferocia con quelli sudamericani, fin da subito. Costantino, che certamente immaginava una forma di governo “più morbida”, sentendosi responsabile, pochi mesi dopo organizzerà un contro-Colpo di Stato per riprendere la situazione in mano.

Il fallimento del Re

L’operazione non riuscì. Per lui e la sua famiglia si aprì la strada dell’esilio. Era il dicembre del 1967. Risiedette a Roma, dove nacque un figlio, poi si spostò in Danimarca e infine a Londra, dove visse per molti anni. Va detto che la monarchia in Grecia rimase sulla carta, un po’ come quella di Franco in Spagna. I generali che si susseguirono alla guida del Paese si considerarono reggenti: formalmente Costantino era ancora Re, quindi, senza avere alcun potere all’atto pratico. Questo fino al 1974, quando, tornata la democrazia, i greci tennero un referendum istituzionale, in cui vinse la Repubblica con il 69 percento dei consensi. Quasi sicuramente il suo ruolo nel Colpo di Stato aveva influenzato in modo negativo l’elettorato. La monarchia fu dunque abolita, e l’ormai ex-Re restò in esilio per molti anni. Sebbene poteva entrare in Grecia con un visto speciale, in quanto membro del Comitato Olimpico Internazionale, in occasione delle Olimpiadi di Atene del 2004, fu soltanto nel 2013 che poté tornare a vivere in patria con la moglie.

Leonardo Conti

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