Non solo Egitto e Tunisia: il Marocco al centro delle trattative

Il corridoio verde marocchino

Il via libera del governo italiano per la valutazione del Corridoio Verde rappresenta un momento importante per un’iniziativa ambiziosa incentrata sulla sostenibilità. Il progetto mira a creare un sistema efficiente per il trasferimento di idrogeno verde dal Marocco al porto di Trieste, che potrebbe emergere come nodo centrale per la distribuzione di energia all’Europa centrale e orientale, integrandosi con il gasdotto transalpino. Il Corridoio Verde, parte dell’ampio progetto dell’Hydrogen Valley dell’Alto Adriatico, ambisce a trasformare il settore del trasporto di idrogeno nel continente, influenzando profondamente il quadro energetico europeo.

Questo progetto non solo ha un impatto sul settore energetico, ma si collega anche a questioni più vaste, come la politica estera italiana, conosciuta come il Piano Mattei, e il consolidamento dei rapporti con il Marocco, che riveste un ruolo cruciale sia in termini geopolitici sia per le questioni migratorie. Il rafforzamento di queste relazioni è stato particolarmente evidente durante l’evento Italia-Africa di gennaio, quando Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio italiano, e Aziz Akhannouch, Primo Ministro del Marocco, si sono incontrati per trattare questioni di cooperazione economica ed energetica. Hanno anche proposto l’idea di un forum d’affari in Marocco, sottolineando un’intensificazione dei rapporti bilaterali, a distanza di quasi vent’anni dall’ultimo incontro significativo tra i capi dei due stati.

Team Europe

L’iniziativa del Team Europe ha promosso nuove conversazioni tra i leader dell’Unione Europea e quelli dei paesi con un marcato interesse per la regione mediterranea, portando ad accordi significativi, come quelli stipulati in luglio con la Tunisia, in presenza di personalità quali Giorgia Meloni, Ursula Von der Leyen e Mark Rutte, ed analogamente al Cairo con il coinvolgimento del presidente egiziano Al-Sisi e dei primi ministri di Paesi Bassi e Grecia, sotto la coordinazione congiunta di Bruxelles e Roma. La validità dell’accordo tra l’UE e la Tunisia è stata dimostrata dal marcato calo degli arrivi migratori, che hanno visto una riduzione del 60% rispetto all’anno precedente, come evidenziato dall’ultimo report di Frontex.

Con questo precedente, l’Italia ha poi rivolto la propria attenzione verso il Marocco, riconoscendone il potenziale duplice ruolo: da una parte come partner chiave nella lotta contro l’immigrazione non regolare, attraverso un dialogo incessante con il Team Europe, e dall’altra come propulsore di politiche mirate che possono favorire l’Italia e supportare la realizzazione del cosiddetto Piano Mattei.

La cornice marocchina

In una fase cruciale del suo percorso, il Marocco ha fatto significativi passi in avanti nel contesto dello sviluppo umano globale, registrando un miglioramento di tre posizioni nell’Indice di Sviluppo Umano (IDH) dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Tale progresso, che ha portato il paese dalla 123ª alla 120ª posizione nell’ambito dell’edizione 2023/2024 del Rapporto sullo Sviluppo Umano, è il risultato diretto delle strategie e dei programmi sociali efficacemente implementati sotto la guida di Re Mohammed VI. L’accento posto sul superamento delle disparità di genere è evidente, con un invito a migliorare l’accessibilità femminile all’educazione, alla salute ed all’inclusione economica.

Parallelamente, il Marocco ha compiuto passi decisivi in materia di difesa, con un’attenzione particolare all’acquisizione di missili Javelin ed equipaggiamenti correlati, approvata dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti per un investimento totale di 260 milioni di dollari. La richiesta formulata dal Marocco riguardava specificatamente 612 missili Javelin FGM-148F, che includevano anche 12 missili fly-to-buy, e 200 lanciatori leggeri Javelin (LWCLU). Quest’acquisto ha stimolato la creazione di una collaborazione tra Lockheed Martin, con sede a Orlando, Florida, e RTX Corporation di Tucson, Arizona, con l’obiettivo di consolidare la capacità difensiva del Marocco, a garanzia della sua sovranità territoriale ed all’integrità a lungo termine.

L’accordo con l’Unione Europea

Di recente, l’ufficio legale consultivo della Corte di giustizia dell’Unione Europea ha espresso un parere favorevole riguardo la legittimità del vigente Accordo di agricoltura e pesca tra le parti interessate. Questo parere, seppur iniziale e non obbligatorio, delinea scelte significative che potrebbero orientare le decisioni a venire. La validità giuridica dell’Accordo di agricoltura è stata confermata, con la raccomandazione di apportare miglioramenti nella collaborazione nel settore ittico. Si prevede che la sentenza definitiva sarà annunciata nella parte finale dell’anno in corso.


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