Zagabria si salda all’Europa

La Croazia adesso partecipa al più esclusivo dei club europei, quello dei 15 Paesi che fanno parte dell’UE, dell’euro, di Schengen e della NATO. Dopo aver aderito nel 2009 all’Alleanza Nordatlantica, i 4 milioni di croati sono gli ultimi arrivati nell’UE nel 2013. Il nuovo anno segna sia l’ingresso di Zagabria nell’area Schengen, primo Paese dopo 11 anni, che l’addio alla Kuna croata aderendo all’eurozona, che non si allargava dal 2015, quando vi aderì la Lituania (ultima dei paesi Baltici).

Il giovane Stato balcanico completa così il cammino verso le istituzioni euro-atlantiche, iniziato nel nuovo millennio, dopo gli anni ‘90 segnati dalla sanguinosa guerra di disgregazione della Jugoslavia. I traguardi non sono stati raggiunti facilmente da Zagabria, che negli anni ha dovuto affrontare problemi di corruzione.

Le adesioni all’Unione Europea

Prima di lei, solo la vicina Slovenia aveva centrato obiettivi simili, mentre gli altri Paesi balcanici sono ancora per il momento lontani dall’adesione all’UE, e vivono ancora tensioni tra diverse etnie, come tra Serbia e Kosovo e all’interno della Bosnia. La vicinanza al blocco occidentale e la dipendenza dall’area della moneta unica (l’Italia è il primo partner commerciale), ha certamente rappresentato un vantaggio.

Altro fattore significativo è la maggioranza cattolica della popolazione, rispetto ad esempio ad altri Paesi dell’area come la Serbia ortodossa. [1] Negli anni è poi diventata una meta turistica, tanto da assicurarsi il primo posto come Paese dell’Unione per percentuale di PIL derivato dal settore. [2] Questo aveva fatto sì che l’euro costituisse già la metà dei depositi bancari interni, più di qualsiasi altro Paese al di fuori dell’eurozona.

Zagabria e il passaggio all’euro

Il passaggio all’euro avrà un grande effetto di credibilità per il Paese. Una spesa minore per il debito e l’eliminazione del rischio cambio attrarrà più investimenti esteri, anche se la persistente carenza di manodopera in alcuni settori potrebbe tradursi in una pressione al rialzo sull’inflazione. [3] [4] Non tutti sono entusiasti dei cambiamenti imminenti e alcuni sono sentimentali riguardo alla Kuna, simbolo dell’autonomia monetaria e dell’indipendenza della Croazia. [5]

Ci sono stati malumori e non soltanto in patria. La decisione di mettere lo scienziato Nikola Tesla su alcune  monete dei centesimi ha attirato molta attenzione. La notizia è stata accolta male dai cittadini serbi, che affermano che Nikola Tesla fosse serbo di nascita. In effetti Nikola Tesla è senza dubbio serbo. D’altronde, non è mai nato in Croazia, è nato nel territorio che appartiene alla Croazia di oggi ma che allora era austro-ungarico. [6]

L’adozione dell’euro era comunque una mossa obbligata legata all’ingresso nell’Unione e al raggiungimento dei requisiti stabiliti dai trattati. Ciononostante, la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Polonia e la Svezia non sembrano interessate, e anche la Danimarca, che ha ottenuto un’opt-out all’adesione prima dell’alba della nuova valuta, non si sta muovendo (così come il Regno Unito prima del Brexit). [7]

La flessibilità sui conti pubblici dovuta alla ripresa dalla crisi pandemica ha aiutato ad accelerare la transizione all’unione monetaria. L’intento è anche quello di sbloccare il potenziale delle aree economicamente più arretrate dell’entroterra dalmata. Per Bruxelles, è importante agganciare i Paesi dei Balcani occidentali per contribuire al processo di stabilizzazione dell’area e la sua integrazione nel sistema economico-politico europeo.

Integrazione che passa anche attraverso iniziative come il Trimarium, forum di natura sia economica che militare dei membri centrorientali dell’UE e nato proprio come progetto polacco-croato.[8]

Zagabria nell’area Schengen

Per quanto riguarda l’entrata nell’area Schengen, questa non era affatto scontata. Se sono stati superati i confini e la Croazia è stata ammessa senza alcuna opposizione dagli altri firmatari della Convenzione, ciò vuol dire che la Slovenia non ha usufruito del suo potere di porre un veto all’entrata della Croazia, sebbene i contenziosi sul confine nel vallone di Pirano, in mare e sul continente, non siano ancora stati risolti.

Tant’è che l’arbitrato internazionale del 2017 non è riconosciuto dai croati, anche se vincolante per il diritto internazionale. La Croazia, infatti, ritiene che il processo sia stato corrotto. [9] L’ingresso in Schengen, sancito da un Consiglio UE di dicembre che ha invece bocciato momentaneamente Romania e Bulgaria, affida la grande responsabilità per la protezione degli oltre mille chilometri di confine della Croazia, con la Serbia, il Montenegro e la Bosnia-Erzegovina, che diventano la nuova frontiera della zona di libera circolazione comunitaria. [10]

Il veto di Austria e Paesi Bassi contro Bulgaria e Romania è preoccupante perché potrebbe alimentare sentimenti euroscettici in Paesi che già non hanno molta fiducia nelle istituzioni europee. Per evitare l’ingresso dei migranti attraverso la rotta Balcanica, che dalla Turchia e dalla Grecia arriva fino all’Europa centrale, la Slovenia aveva eretto delle recinzioni di filo spinato lungo i valichi di frontiera con la Croazia, ora quasi del tutto rimosse in vista dei recenti sviluppi.

Infatti, adesso, la frontiera esterna è responsabilità del governo di Zagabria, che sta fortificando le proprie barriere per impedire l’accesso ai migranti e dove negli anni sono stati documentati episodi di violenza da parte della polizia. [11] La nuova frontiera rimane un’area critica per il traffico di migranti dovuto alle guerre in Medio Oriente prima e all’invasione russa in Ucraina poi.

Per questo Bruxelles ha cominciato ad esternalizzare il controllo e la gestione dei confini delegando i Paesi balcanici. Ed è in questo quadro che va visto l’ingresso della Croazia in Schengen. L’espansione dell’UE si è fermata negli ultimi anni, ma da quando la Russia ha attaccato l’Ucraina nel febbraio dello scorso anno, rafforzare l’impegno del blocco balcanico è più cruciale che mai per mantenere la sicurezza dell’Europa.

Durante lo stesso consiglio UE, si è discusso di un ’accelerazione nell’attuazione della “bussola strategica”, di appalti congiunti nel settore della difesa, ed è stato concesso alla Bosnia-Erzegovina lo status di Paese candidato all’adesione all’Unione. [12]

Addio alle barriere

La cancellazione delle barriere tra Croazia e resto della UE ha anche un risvolto storico: spariscono tutti i confini tra Venezia Giulia e Istria, terra simbolo delle ferite della Seconda guerra mondiale. Dopo il ‘45, questo territorio era stato diviso tra Italia e Jugoslavia, e successivamente tra Italia, Slovenia e Croazia.

La frontiera orientale italiana è stata messa più volte in discussione, durante e dopo il secondo conflitto mondiale, e si è risolta solamente decenni più tardi. Nel ‘54 con il memorandum di Londra, la Zona “A” del Territorio libero di Trieste passò al governo italiano, mentre la Zona “B” passò all’amministrazione del governo militare jugoslavo della Repubblica socialista. Solo nel ’75 il Trattato di Osimo fissò in maniera definitiva i confini tra i due Paesi.

Ora chi viaggerà da Trieste in Istria non incontrerà più alcuna dogana e userà la stessa moneta. Una libertà interna assicurata prima di tutto da una impenetrabilità dei confini esterni dell’Unione, che negli ultimi anni sono stati rafforzati, equipaggiati e militarizzati. Durante la guerra fredda l’Europa era divisa in maniera netta in due, fra est e ovest, e quella delimitazione passava proprio per Trieste.

Con la guerra in Ucraina si sta formando una separazione che si prospetta molto più rigida della cortina di ferro che aveva mantenuto un equilibrio di pace. Questo confine è molto più spostato ad oriente, il che significa che i territori che venivano frapposti tra le due sfere di influenza, americana e russa, non esistono più. C’è un contatto diretto che va dall’artico al baltico e una partita che si gioca anche nel Mediterraneo allargato.

L’Italia non può rinunciare ad avere un ruolo nelle proprie acque e la presenza russa nell’Adriatico dovrebbe far riflettere. Nel già citato Trattato dei tre mari, quelli di frontiera rispetto al contenimento russo, i Paesi cardine sono Polonia, Croazia e Romania, che non sono i paesi più forti dal punto di vista marittimo.

Anche se Polonia e Romania più che mai sono le punte di lancia dell’alleanza euroatlantica, lo stesso non si può dire della Croazia. Ecco l’importanza di Trieste, che dal punto di vista americano è un porto militare per le basi del nord-est, a disposizione della sicurezza della NATO.

Fabio Santamaria


[1]             Z. Schneeweiss, “Lagarde Says Croatia Joining the Euro Shows the Currency’s Appeal Endures” Bloomberg, 01/01/2023. https://www.bloomberg.com/news/articles/2023-01-01/lagarde-says-croatia-in-euro-shows-currency-s-appeal-endures

[2]             ISPI, “Che m’importa della Croazia?”, 12/02/2022. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/che-mimporta-della-croazia-33388

[3]             M. Arnold and M. Dunai, “Croatia anticipates economic boost as it prepares to adopt euro” Financial Times, 25/12/2022. https://www.ft.com/content/18d0cd2f-3afe-49c8-9157-71aefb5cf2e0

[4]             Reuters, “ECB warns Croatia over long-term inflation convergence”, 01/06/2022. https://www.reuters.com/markets/europe/ecb-warns-croatia-over-long-term-inflation-convergence-2022-06-01/

[5]             S. NIKSIC, “On a roll: Croatia set for new currency, borderless travel,” AP NEWS, 22/12/022. https://apnews.com/article/europe-business-croatia-european-union-39c4ee402a13f587ef25531aefec5cd3

[6]             S. Bjelotomic, “Nikola Tesla will be on the new Croatian 10 euro cent coin”,  Serbian monitor, 28/07/2022. https://www.serbianmonitor.com/en/nikola-tesla-will-be-on-the-new-croatian-10-euro-cent-coin/

[7]             A. PISAROGLU, “Denying Romania, Bulgaria and Croatia’s Schengen bid will weaken the EU” POLITICO, 06/12/2022. https://www.politico.eu/article/denying-romania-bulgaria-and-croatias-schengen-bid-will-weaken-the-eu/

[8]             L. Canali, “Progetti infrastrutturali nel Trimarium” Limes, 01/02/2018. https://www.limesonline.com/progetti-infrastrutturali-nel-trimarium/103949

[9]             A. Vladisavljevic, “EU Court Denies Jurisdiction Over Slovenia-Croatia Border Dispute” Balkan Insight, 31/01/2020. https://balkaninsight.com/2020/01/31/eu-court-denies-jurisdiction-over-slovenia-croatia-border-dispute/

[10]           B. Fox, “Croatia to join Schengen but EU ministers block Bulgaria and Romania” Euractiv, 08/12/2022. https://www.euractiv.com/section/justice-home-affairs/news/croatia-to-join-schengen-but-eu-ministers-block-bulgaria-and-romania/ .

[11]           Euronews, “Croazia: la polizia di frontiera spara sui migranti”, 18/11/2019. https://it.euronews.com/2019/11/18/croazia-la-polizia-di-frontiera-spara-sui-migranti

[12]           Askanews, “Cos’ha deciso il vertice Ue”, 16/12/2022. https://www.askanews.it/cultura/2022/12/16/cosha-deciso-il-vertice-ue-top10_20221216_113700/

4 risposte

  1. Finalmente un articolo esauriente e più approfondito su una tematica con informazioni dettagliate al di sopra della media che mi hanno dato una crescita a livello di studio

  2. Articolo molto interessante e attuale. Complimenti all’autore sia per la scelta del tema, sottovalutato e poco affrontato, che per lo stile di scrittura lineare, preciso e scorrevole.

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