La geopolitica delle Terre Rare e lo strano caso del Magnesio

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L’Occidente e i rapporti con i grandi produttori di idrocarburi, dalla Russia alla Cina.

Cosa sono le terre rare? Perché negli ultimi anni se ne parla sempre di più, perché sono considerate così importanti dal punto di vista geopolitico? Quali differenze ci sono con la geopolitica degli idrocarburi, e perché tutto questo interesse verso il Magnesio? Chi si interessa di geopolitica non fa fatica a capire l’evoluzione della politica dei paesi produttori di idrocarburi. Nell’ultimo secolo il controllo dei siti di estrazione di gas e petrolio ha scatenato continui conflitti tra i popoli che abitano queste regioni (che ne rivendicano il controllo e gli utili) ed i Paesi più energivori (che pretendono di gestire tutta la filiera). Lo stesso discorso non si può applicare alle terre rare e neppure al meno raro Magnesio.

Cosa sono le Terre Rare

Le Terre Rare sono elementi chimici metallici la cui concentrazione nei minerali che li contengono è molto bassa. Sono inseriti in questo gruppo tutti i 14 elementi della classe dei Lantanidi più lo Scandio, l’Ittrio e lo stesso Lantanio, ma da qualche anno sono entrati nel gruppo anche altri elementi strategici come il Litio, il Cobalto ed il Nichel. Tutti questi elementi hanno trovato impiego nelle nuove tecnologie green ed il maggior produttore mondiale è la Cina con oltre il 60 percento. A differenza degli idrocarburi che sono localizzati in poche regioni, le Terre Rare sono diffuse in diverse parti del pianeta ma essendo la loro concentrazione molto bassa bisogna lavorare (tritare, scaldare, sciogliere in acqua o solventi e filtrare) centinaia di tonnellate di rocce per ottenere piccole quantità di questi elementi. Il costo energetico e l’impatto ambientale di questa industria è elevatissimo e negli anni della globalizzazione queste industrie sono state tutte delocalizzate in Cina dove il costo dell’energia e la forza lavoro sono minimi e le restrizioni dovute all’impatto ambientale altrettanto.

Il Magnesio

Lo stesso discorso vale per il Magnesio che è molto abbondante in natura (le Dolomiti sono costituite in gran parte da Carbonato di Magnesio), ma la cui produzione industriale è energivora al pari delle Terre Rare. Il Magnesio è un elemento strategico nella produzione di leghe leggere (industria aeronautica e militare) e sono in atto diversi progetti di ricerca per estrarlo in maniera green dalle acque di scarto delle saline o addirittura dall’acqua di mare stessa. Le Terre Rare si possono recuperare dal riciclaggio dei nostri rifiuti elettronici (RAEE) con un impatto ambientale minimo ma al momento resta ancora più conveniente comprare il prodotto finito o semilavorato dalla Cina che riciclare i nostri rifiuti.

La Russia e la Cina

Il problema quindi non è dovuto al fatto che le Terre Rare non siano a nostra disposizione, ma al fatto che non abbiamo più l’industria e le strutture per gestirne una improvvisa carenza. Per l’Occidente quindi è relativamente più semplice isolare e sanzionare un produttore di idrocarburi come la Russia almeno fino a quando saremo in grado di trovare qualcun altro disposto a rifornirci. Tagliare i ponti con la Cina invece sarebbe al momento molto più difficile per l’Occidente in quanto ci ritroveremmo in poco tempo paralizzati in ogni settore, compreso il comparto militare. Siccome gli idrocarburi vengono utilizzati essenzialmente per essere bruciati e ricavare energia il conflitto in Ucraina e le sanzioni alla Russia daranno inevitabilmente un forte impulso alle energie rinnovabili nei Paesi occidentali. La fase iniziale sarà durissima (ed è già evidente) e probabilmente drammatica, ma potrebbe portare ad uno sviluppo tecnologico molto rapido almeno nella produzione e conservazione dell’energia. Invece l’avvicinamento della Russia alla Cina rende quest’ultima ancora più competitiva nella produzione di prodotti finiti o semilavorati e la nostra dipendenza da essa.

Giovanni Miucci

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