Il Chips Act, la sua storia legislativa e l’essenzialità dei semiconduttori nell’attuale economia nel mercato globale.
Negli ultimi anni la progressiva assunzione da parte della Repubblica Popolare Cinese di una postura revisionista sul sistema internazionale ha spinto gli Stati Uniti a rimodulare la propria politica estera nei confronti di tale attore, attraverso il perseguimento di due obbiettivi fondamentali. Il primo consiste nello schieramento di un’imponente presenza militare nella regione Indo Pacifica volta a scoraggiare eventuali azioni ostili da parte di Pechino, il secondo consta invece nella riduzione dell’interdipendenza economica con quest’ultima circa componenti fondamentali per il funzionamento dell’economia statunitense. Il CHIPS and Science Act consiste in uno dei principali esempi di azioni relative al perseguimento del secondo obbiettivo.
Storia legislativa del Chips Act
L’interdipendenza economica circa componenti fondamentali per il buon funzionamento dell’economia rappresenta potenzialmente una grave minaccia per un attore in caso di guerra, in particolare laddove tale interdipendenza sia instaurata nei confronti di un attore ostile. L’invasione russa dell’Ucraina ha ribadito la validità di tale assunto. L’economia di Mosca, largamente dipendente dalla componentistica occidentale, ha infatti subìto pesantemente il peso delle sanzioni, le quali hanno duramente impattato sullo sforzo bellico russo. L’idea di insulare la propria economia dall’interdipendenza economica nei confronti di attori potenzialmente ostili venne esplorata già da Edmund Burke in Pensieri sulla scarsità, nel quale egli rifletteva sul possibile vantaggio di una nazione come la città stato di Ginevra a costruire granai statali per evitare di trovarsi alla mercé dei vicini.
L’essenzialità dei semiconduttori
I semiconduttori rappresentano attualmente una componente essenziale dell’economia, in virtù del loro ruolo essenziale nel garantire il corretto funzionamento di numerosi strumenti di vita quotidiana e di sistemi d’arma atti alla difesa dello Stato. Allo stato attuale il mercato dei semiconduttori è dominato dalla compagnia taiwanese TSMC, che controlla il 54% del mercato globale. Taiwan domina altresì la produzione di semiconduttori, circa la metà dei quali viene prodotta sull’isola. Gli Stati Uniti risultano pesantemente indietro nel settore. La compagnia americana GlobalFoundries controlla solo il 7% del mercato e gli Stati Uniti rappresentano solamente il 12% della produzione mondiale di semiconduttori. In caso di conflitto tra la Repubblica Popolare Cinese e Taiwan gli Stati Uniti risulterebbero quindi in enorme difficoltà, data l’impossibilità di garantire un afflusso sufficiente di questa componente essenziale.
Giovanni Chiacchio