L’offensiva ucraina nella regione di Zaporizhia dal 4 al 9 Giugno

Aggiornamento guerra russo-ucraina, dal 4 al 9 giugno 2023. Abbiamo analizzato l’offensiva ucraina e la distruzione della diga di Khakhovka.

In questo atteso nuovo aggiornamento andremo ad analizzare al meglio l’andamento dei combattimenti nella regione di Zaporizhia e nelle altre direzioni. Per finire, vedremo le teorie dell’accaduto alla diga di Khakhovka. Iniziamo da nord, dove continuano da oltre dieci giorni una serie di importanti combattimenti in direzione Kupjansk. Qui il comando russo prova a incrementare i risultati ottenuti nei giorni scorsi e spingersi più a sud seguendo il fiume Oskil. Tra la giornata del cinque e sei giugno, le truppe di Zelensky hanno provato una serie di offensive anche a Bahmut. L’attacco è avvenuto su tre direzioni e l’unico ad avere avuto un parziale successo è stato quello a nord, con il compito di entrare e fissare la difesa dentro Berchivka.

Dopo alcune ore di combattimento, le truppe di Kiev hanno preso alcuni quartieri della città. In ogni caso, i contrattacchi russi e l’intenso lavoro di mortai e artiglieria non ha permesso agli ucraini di stabilizzare le proprie posizioni, riconquistate dai russi la mattina del 6 gennaio. In seguito parleremo dell’offensiva ucraina, che al momento è andata sicuramente male, con evidenti lacune nell’organizzazione e lamentele da parte di diversi battaglioni. In ogni caso, anche l’opinione pubblica russa comprende che non siamo ancora all’apice dell’offensiva; il comando a Kiev ha ancora riserve e direzioni dove colpire.

Aggiornamento 4 giugno

Dalle informazioni ufficiali, l’offensiva ucraina è iniziata tra le ore 11 e le 12 su cinque direzioni differenti tra i centri abitati di Novodarivka e Novodonetske. Durante la notte il comando ucraino è riuscito a bonificare alcuni segmenti di fronte dalle mine. In seguito, la prima unità della 37a brigata ha iniziato l’offensiva alle quattro di mattina. Dai racconti dei soldati ucraini, sappiamo che il centro abitato di Novodonetske era l’obiettivo principale della prima fase. Riuscendo a prenderlo di slancio, gli altri battaglioni a ovest si sono spinti fino a cinque chilometri in profondità. In seguito, però, sappiamo che l’offensiva si è arrestata. Il paesino di Novodonetske si è rivelato una trappola, circondato da molteplici posizioni preparate con mortai, mentre gli altri battaglioni della 37a brigata sono stati fermati dall’artiglieria e aviazione tattica russa.

Nel pomeriggio abbiamo già avuto i primi video dei Ka-52 russi. Dopo le prime cinque ore di combattimento, i russi hanno fermato in totale tre gruppi motorizzati e meccanizzati appartenenti a minimo tre brigate. Non hanno ottenuto nessun successo i gruppi di Kiev in direzione Priyyutne, Novodarivka-Rivnopil e Storozheve. Sulle posizioni attaccate durante il primo giorno si trovavano alcuni reparti della 36a brigata motorizzata e il 71o reggimento meccanizzato russo. Le perdite ucraine nel primo giorno sono video confermate in oltre venti mezzi tra blindati occidentali e carri T-72M1 e T-64BV.

Nell’immagine le frecce bianche indicano gli attacchi che non hanno avuto successo.

5-6 giugno

Dopo oltre dieci ore di scambi di colpi d’artiglieria, il comando di Kiev ha provato ad espandere i suoi successi ottenuti a ovest di Novodonetske. Sempre alle quattro di mattina hanno ripreso il movimento le riserve ucraine che hanno provato ad estendere il proprio controllo a est della città in direzione Novomaiorske e Shevchenko. Qui i russi hanno attirato le riserve della 5a Armata e la 37a brigata motorizzata e la 200a brigata d’artiglieria. Dalle fonti affidabili russe, il comando di Kiev su questa direzione ha concentrato minimo trenta carri e molteplici VBM e altri mezzi occidentali. Queste forze hanno provato a muoversi su tre direzioni. I russi dichiarano di aver individuato ad occhio nudo lo spostamento delle colonne ucraine. Nonostante un adeguato effetto sorpresa e una buona organizzazione con il silenzio radio, le truppe di Kiev hanno trovato parecchia resistenza e il pronto lavoro dell’aviazione russa, soprattutto ai margini di Shevchenkovo. Dalle nostre fonti interne, il comando di Kiev utilizza le stazioni di guerra elettronica di produzione modello “Mandat-B1E (R-330UM), il quale aiuta le truppe a inibire determinate lunghezze d’onda radio russe fino a sessanta chilometri.

In ogni caso, dopo oltre dieci ore di combattimento il comando russo è riuscito a fermare l’iniziativa ucraina. Nel pomeriggio Mosca è passata al contrattacco su Novodonetske. Sulle restanti due direzioni, avendo subìto parecchie perdite e senza particolari risultati, le truppe di Zelensky si sono riportate sulle posizioni iniziali. Durante tutto il giorno del sei giugno gli ucraini hanno provato a tenere Novodonetske e allargare i successi a ovest della città. In ogni caso, grazie alle ingenti riserve della loro 5a Armata e la superiorità aerea, i russi hanno ripreso il centro abitato e fermato definitivamente ogni iniziativa su questa direzione. Bisogna però ammettere che Kiev mantiene ancora il territorio ottenuto durante il primo giorno. Le perdite ucraine dimostrate sono molteplici: mezzi blindati e corazzati e i più importanti sono stati i tre mezzi blindati abbandonati di produzione francese, gli AMX-10RC.

7-8 giugno

Dopo i primi tre giorni il comando ha raggiunto risultati limitati. In ogni caso si è deciso di mettere a dura prova la difesa russa su una nuova direzione. Durante la notte del sette giugno è iniziato un massiccio attacco a nord della città di Orichiv, con un movimento parallelo rispetto alla strada in direzione Tokmok. In seguito, dopo un paio d’ore un nuovo attacco è iniziato molto più a ovest in direzione Lobkove. Il comando ucraino utilizza molto l’artiglieria, specialmente HIMARS. Dopo oltre mezza giornata di combattimento, gli attacchi ucraini a Lobkove sono stati respinti. Nella giornata dell’otto giugno continuano furiosi combattimenti a est di Orichiv e duelli di artiglieria. Entrambe le parti utilizzano attivamente i droni. Nelle ultime ore gli ucraini hanno iniziato ad utilizzare le riserve del 10° Corpo d’armata e la 128a Brigata di montagna nelle direzioni di Kamensk e Orekhov.

Hanno condotto molteplici ricognizioni in combattimento, bonificando dalle mine il terreno con sistemi sovietici e della NATO. Dalle nostre fonti vengono utilizzate fino a due compagnie di fanteria motorizzata supportate da carri in diverse direzioni tattiche, raggruppando e rinforzando le unità avanzate con carri armati e fanteria durante la battaglia. I russi ammettono i tentativi ucraini di colpire i centri di comando da campo nelle retrovie. Bisogna però ammettere che, dai video ufficiali, abbiamo molteplici dimostrazioni di perdite sensibili per i gruppi motorizzati e meccanizzati ucraini, costretti a ritirarsi su alcune direzioni. Dalle stime del comando militare russo, Kiev ha ancora circa 20.000 uomini per l’attacco principale, col fine di raggiungere Melitopol e Tokmak.

Dall’analisi meteo gli ucraini devono raggiungere qualche obiettivo sensibile fino al 12 o il 13 giugno. In questo periodo, infatti, sono previste piogge che compromettono molto il terreno. La battaglia intanto continua. Vediamo da parte ucraina l’utilizzo di mezzi occidentali come M2A2 Bradley e Leopard 2 modificati A4 e A6. Al momento abbiamo video e foto di un 2A6 danneggiato e uno distrutto. Vi sono duelli di artiglieria e UAV a supporto delle unità a terra per entrambe le parti. L’aviazione ucraina lavora come supporto terrestre, ma anche come sistemi di ricognizione, mentre i russi provano attivamente con gli elicotteri Ka-52 e l’aviazione tattica.

Nell’immagine le frecce bianche dimostrano gli attacchi che non hanno avuto successo, mentre quelle blu gli attacchi ancora in fase di sviluppo.

La distruzione della diga di Khakhovka a Cherson del 6 Giugno

Dalle nostre fonti il danno alla diga è avvenuto alle due di notte. I motivi dell’accaduto non sono ancora chiari, ma durante questi giorni sono emerse alcune informazioni e dettagli che ci possono condurre ad alcune teorie.

Versione n.1

La diga è stata colpita dalle unità ucraine appositamente per allagare le posizioni difensive russe e avere alcuni vantaggi a livello tattico in un’eventuale offensiva. Mettere in difficoltà la fornitura russa d’acqua verso la Crimea e complicare la produzione di energia elettrica alla stazione nucleare di Zaporizhzhia per poter raggiungere alcuni obiettivi strategici. I contro di questa teoria rappresentano anche l’allagamento di grandi territori sotto il controllo ucraino, soprattutto tutte le isole grigie che negli scorsi mesi Kiev ha riconquistato con fatica, con pericolo di danni ambientali anche a monte della diga, dove abbiamo video conferma di grandi territori dove l’acqua si è ritirata. 

Versione n.2

La diga è stata colpita appositamente dai russi per annullare una qualche iniziativa ucraina nella regione di Cherson, allagando le isole che Kiev aveva preso e allargare il fiume affinché sia più difendibile. Questa situazione rende impossibile per il comando ucraino la realizzazione di qualche offensiva su questa direzione. Mentre per i russi comporta un restringimento del fronte che permette a Mosca di spostare le proprie riserve dalla regione di Cherson nella regione di Zaporizhia e reagire alla recente offensiva ucraina. Questa teoria è stata anche sostenuta da uno dei generali russi. In ogni caso, gli effetti negativi per i russi sono maggiori, per quello già descritto sopra, con perdite di potenza alla stazione e problemi con la fornitura d’acqua in Crimea. Oltre a questo, la maggioranza delle posizioni russe sono in una posizione che è maggiormente allagata rispetto alla riva di Cherson che si trova in una posizione più rialzata.

Versione n.3

L’ultima versione è più neutrale. Prevede un danno alla diga causato dal tempo e dall’assenza di manutenzione ai ripetuti danni alla struttura dei mesi precedenti. In seguito all’aumento del livello d’acqua delle ultime settimane, non è da escludere che alcune porte di gestione d’acqua non abbiano retto la pressione e si siano spezzate, creando un effetto valanga che ha distrutto parte della diga. Alcune fonti ucraine parlano di una possibilità che l’acqua abbia raggiunto alcuni campi minati, facendo così risalire una loro parte in superficie. Di conseguenza, la corrente avrebbe portato le mine a colpire la diga. Per finire, le autorità russe dichiarano che, nonostante il colossale danno, la maggioranza della diga è ancora intera sotto l’acqua. Però, se la pressione facesse crollare tutto, il danno sarebbe ancora più elevato con conseguenze complicate da prevedere.    

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