La nuova Cina di Xi Jinping e i suoi obiettivi

Nella tradizionale “Doppia Sessione” si cominciano ad intravedere le prime novità del terzo mandato di Xi Jinping. Cauto sul tema della crescita economica, il Partito spinge forte su esercito, sicurezza energetica e nuove tecnologie. L’obiettivo è chiaro: essere pronti allo scontro con gli Stati Uniti.

Si è aperto il 4 marzo, con il discorso di commiato dell’ormai ex premier Li Keqiang, il tradizionale appuntamento del calendario politico cinese denominato “Doppia Sessione”, dove la leadership del Partito è chiamata a impostare le priorità e gli obiettivi politici, economici e sociali per il nuovo anno a venire.

Per due settimane infatti, l’Assemblea Nazionale del Popolo (NPC), principale organo legislativo del paese, e la Conferenza Politica Consultiva del Popolo Cinese (CPPCC), organo solo consultivo ma composto dai principali esponenti del mondo economico e sociale, lavoreranno congiunti per discutere dei principali problemi che la Cina dovrà affrontare nell’anno a venire, e confermeranno il rimpasto al vertice del Politburo e nelle principali cariche del paese decise ad Ottobre durante il XX Congresso.

La lianghui (两会 in cinese) di quest’anno riveste particolare importanza visto l’attuale clima di altissima tensione nei confronti degli Stati Uniti, e anche perché Xi Jinping, sempre più padrone supremo del Partito, è chiamato a dare un forte segnale di ripresa dopo un 2022 segnato da una deludente crescita economica e forti tensioni sociali interne.

Il target di crescita del PIL della Cina di Xi Jinping

Forte era l’attesa tra gli addetti ai lavori per il target di crescita del Pil che sarebbe stato annunciato già nei primi giorni dei lavori parlamentari. Nel 2022, l’ottimistico obiettivo ufficiale del +5,5% è stato nettamente disatteso: politica dello Zero-Covid, sanzioni occidentali e sofferenze della supply chain mondiale dovute alla Guerra in Ucraina sono solo alcune delle cause che hanno portato il PIL cinese a crescere di un “misero” 3%, il dato più basso da decenni.

Ecco perché il target per il 2023 è stato ufficialmente deciso per un più contenuto 5%, nonostante le spettacolari performance dell’industria manufatturiera di questi primi due mesi di riapertura post-pandemica.[1] “Stabilità”: questa la parola chiave utilizzata da Li Keqiang (che probabilmente verrà sostituito nel ruolo di Premier da Li Qiang, segretario del PCC a Shanghai e fedelissimo di Xi Jinping, che ha più volte sottolineato le dure prove che l’economia cinese dovrà affrontare nel 2023, tra fluttuazioni del mercato internazionale e rischio di decoupling da parte dei paesi occidentali.

Non stupisce quindi che, nonostante anni di repressione e limitazione dell’attività economica privata, Xi Jinping si rivolga direttamente agli imprenditori chiamandoli “parte di noi”,[2] nella speranza che possano dare la spinta necessaria all’occupazione urbana e ai consumi interni che due anni di dura lotta alla pandemia hanno messo in grande difficoltà.

Esercito e politica estera

Tali problemi economici non si applicano nel campo militare. Troppo importante, nello scontro con gli Stati Uniti e i propri alleati nell’Indo-Pacifico, perseguire il rafforzamento dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) sia nel campo tecnologico, che in quello delle capacità operative.[3] Il budget annuale per le forze armate è stato fissato a 1,55 trilioni di yuan (circa 225 miliardi di dollari), con un incremento del 7,2% rispetto all’anno scorso.

Cifre che rimangono ben lontane da quelle statunitensi, che quest’anno aggireranno intorno agli 800 miliardi di dollari per la difesa, ma che segnalano la determinazione cinese a non farsi trovare impreparati ad un conflitto che, sentendo le dichiarazioni del nuovo ministro degli esteri Qin Gang, viene percepito come inevitabile.[4]

Parole dure, che non a caso precedono l’incontro previsto in settimana in California della presidente taiwanese Tsai Ing-Wen e lo speaker della Camera Kevin McCarthy, che Pechino ritiene una chiara ingerenza americana nei propri affari interni.

Ciò nonostante, Xi Jinping e il Partito sanno che uno strumento militare temibile e all’avanguardia non è sufficiente per assicurarsi sicurezza e influenza internazionale. Il soft power e le buone relazioni con i partner internazionali sono un obiettivo altrettanto importante, come attesta l’incremento dell’11,2% alle spese per gli “sforzi diplomatici”,[5] mirati ad approfondire i legami finanziari ed economici con l’estero specialmente all’interno della cornice della Belt and Road Initiative (BRI), il grande progetto infrastrutturale (e geopolitico) marchio di fabbrica dell’era Xi che quest’anno celebrerà i 10 anni di esistenza.

In generale, è stato proprio il presidente a tracciare la linea della politica estera del suo terzo mandato, con una frase da 24 caratteri che ha immediatamente fatto tracciare dagli analisti un parallelo con la strategia del suo predecessore Deng Xiaoping.[6] “Sii calmo e determinato”, “Sii proattivo, unito sotto la bandiera del Partito, e pronto a lottare”: un manifesto della wolf warrior diplomacy che dal 2013 ad oggi ha cambiato drasticamente la postura internazionale della Cina dai tempi del “nasconditi e aspetta” del Piccolo Timoniere.

Sovranità tecnologica

La leadership cinese non ha mai nascosto l’intenzione di integrare gli sviluppi tecnologici delle industrie civili con le necessità di potenziamento militare. Alla luce delle sanzioni americane nel campo dei semiconduttori e dei chip, l’autosufficienza tecnologica a gran voce richiesta da Xi Jinping è riconosciuta come obiettivo di primaria importanza strategica.

Ecco perché verrà discusso nei prossimi giorni una radicale riorganizzazione del Ministero delle Scienze e della Tecnologia, con il fine di ottimizzare i processi decisionali e le priorità strategiche del suo operato, stringendolo sempre di più sotto il rigido controllo del Partito.[7]

Anche a livello di sussidi per le aziende private, si prevede un aumento nel 2023 del 50% alle aziende di semiconduttori,[8] per far fronte alle recenti misure di controllo delle esportazioni statunitensi.

Anche il campo della data analysis è un settore che il Partito intende sorvegliare molto da vicino. È prevista la nascita di una nuova agenzia governativa per centralizzare la gestione dei dati provenienti dai più svariati server nazionali. Oltre a ottimizzarne lo sfruttamento, questa nuova entità avrà il potere di decidere quali multinazionali straniere saranno autorizzate ad esportare i dati generati dalle proprie attività sul suolo cinese.[9]

La “Doppia Sessione” certifica sempre di più il ruolo di Xi Jinping come signore incontrastato del Partito (e quindi dello Stato), e vede il deciso rilancio della Cina nella sfida a tutto campo contro l’America. Taiwan, esercito, semiconduttori: il tavolo è apparecchiato per un terzo mandato quinquennale che si prospetta decisivo per le sorti del paese. E, se la competizione dovesse passare anche sul lato militare, del mondo intero.


[1] Vedi https://www.scmp.com/economy/china-economy/article/3212426/china-2023-gdp-why-beijing-set-moderate-target-and-what-it-signifies-economic-growth

[2] https://www.scmp.com/economy/china-economy/article/3212706/one-us-president-xi-hails-role-private-business-china-wary-say-actions-speak-louder-words?module=feature_package_2_1&pgtype=homepage

[3] Interessante la sottolineatura del generale Ma Yiming sull’importanza dell’aggiornamento delle tattiche di combattimento in zone urbane, chiaro riferimento alle novità che la guerra in Ucraina può portare anche in un futuro conflitto con Taiwan (vedi https://www.scmp.com/news/china/military/article/3212572/china-two-sessions-taiwan-reference-seen-pla-brass-calls-focus-urban-operations)

[4] Cfr. https://www.politico.com/news/2023/03/07/china-foreign-minister-malicious-confrontation-00085800

[5] Vedi https://www.scmp.com/news/china/diplomacy/article/3212421/china-two-sessions-pla-budget-set-top-us224-billion-focus-peaceful-foreign-policy-remains

[6] Per approfondire il parallelismo, si veda https://mobile.twitter.com/MoritzRudolf/status/1633667872563118080

[7] https://www.reuters.com/world/china/china-restructure-sci-tech-ministry-reach-self-reliance-faster-state-media-2023-03-07/

[8] Cfr. https://formiche.net/2023/03/due-sessioni-cina-xi/

[9] Vedi https://www.reuters.com/world/china/china-plans-create-new-regulator-data-governance-wsj-2023-03-06/

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