I corazzati Russi persi dopo un anno di guerra in Ucraina

Questo report è basato sui dati pubblicati dal sito oryxspioenkop sui veicoli corazzati Russi persi nel conflitto, aggiornato al 27 febbraio 2023, quindi dopo circa un anno di guerra. Questi dati sono abbastanza attendibili in quanto supportati da una prova, ma potrebbero comunque contenere una certa quantità di errori, come identificazioni sbagliate o veicoli assegnati male. Inoltre, oltre alle perdite confermate ci sono anche quelle che per qualche motivo non sono state confermate.

Quindi questo rapporto deve essere trattato con una certa cautela e come una informazione di un trend generale. Inoltre, si deve tenere presente che in questi dati è possibile che i veicoli meno moderni e aggiornati siano sovra-rappresentati, perché più propensi ad essere distrutti in azione, in quanto tendenzialmente meno protetti. Inoltre, alcuni dei veicoli in questa lista potrebbero essere passati di mano varie volte durante la guerra.

Oltre ai veicoli per i quali si è potuta riconoscere il tipo e la versione (più di 1500), ci sono anche circa 200 carri armati ridotti in condizioni irriconoscibili e che quindi non sono qui considerati. Oltre agli MBT sono stati analizzati anche gli IFV della serie BMP, che sono la spina dorsale delle forze armate Russe e quindi forniscono delle indicazioni interessanti.

Questo studio è incentrato sui mezzi corazzati Russi perché è molto interessante guardare cosa abbia schierato (e poi perso) quello che sulla carta è (era?) il secondo esercito del Mondo, e vedere cosa potrebbe essere andato storto. Viceversa, gli Ucraini hanno iniziato la guerra con pochi mezzi corazzati, quasi tutti tecnologicamente obsoleti e quindi hanno semplicemente schierato tutto quello che potevano schierare, a prescindere dai tanti limiti e problemi derivanti da questa scelta.

Il caos delle versioni dei corazzati Russi

I Russi hanno ereditato in parte l’esercito dell’Unione Sovietica, e con questo anche la sua filosofia di utilizzo dei carri armati, basata sull’ uso di veicoli bene armati, piccoli e compatti, e da usare in massa. Per questo l’esercito Russo ha in magazzino migliaia di carri armati di vari modelli e versioni (soprattutto T-72, T-80 e T-90), in numeri e condizioni difficili da valutare. Ad esempio, il portale difesaonline stima che tra i vari modelli ci siano fino a 20000-25000 carri armati in riserva, mentre Forbes riporta varie stime indipendenti che oscillano tra 8000 e 10000 MBT in buone condizioni.

A parte i più recenti T-90, che sono dei veicoli relativamente moderni (introdotti negli anni 90), il grande numero di obsolescenti T-72 (entrati in servizio nel 1969) e T-80 (introdotto nel 1976) ha portato la Russia (e l’Unione Sovietica prima di lei) a mettere in campo una strategia di aggiornamento continuo, che ha portato alla nascita di decine di varianti e sottovarianti.

Per quanto T-72 e T-80 siano due veicoli completamente diversi, la loro evoluzione nelle decine di anni di servizio ha seguito delle strade simili. Infatti, i vari miglioramenti hanno visto principalmente l’adozione di cannoni più potenti, sistemi di tiro più moderni, visori notturni più efficaci, motorizzazioni più potenti e protezione migliorata, soprattutto tramite l’uso di varie generazioni di corazze reattive.

Tutto questo è stato fatto in maniera abbastanza caotica (un po’ assecondando il luogo comune della scarsa organizzazione Russa), generando spesso decine di varianti e sottovarianti (soprattutto per i T-72 e T-80). Il risultato è che guardando la pagina Wikipedia di questi mezzi viene il mal di testa a cercare di capire le varie differenze tra le versioni, e vedremo che forse questo ha avuto un impatto sull’andamento della guerra.

Come detto sopra, molti veicoli in magazzino sono stati aggiornati a standard più moderni, ma a macchia di leopardo (soprattutto nel cuore della crisi economica) e non sempre in maniera omogenea, per cui può capitare che due veicoli aggiornati allo stesso standard siano in effetti diversi. Quindi, accanto a veicoli relativamente moderni ci sono a disposizione anche veicoli con versioni meno aggiornate o addirittura veicoli delle versioni originali.

La Russia ha anche sviluppato delle generazioni di veicoli nuovi e moderni, ma fino ad oggi in Ucraina non sono stati impiegati, anche se è notizia di questi giorni che sono stati avvistati i primi gruppetti di T-14 nelle retrovie.

Carri armati persi dai Russi

I dati dei carri corazzati Russi (MBT) persi ci forniscono un po’ uno spaccato di tutta la produzione Russa a partire dalla seconda metà degli anni 60. Come prevedibile, i T-72 sono comprensibilmente i veicoli che sono stati persi in maggior numero (circa 995 tra almeno 8 varianti), essendo il MBT più presente sul campo di battaglia (Fig. 1). Il secondo MBT più presente è il T-80 (Fig. 1), di cui cica 412 sono andati perduti in Ucraina (tra cui almeno 8 versioni diverse).

Dei più moderni T-90 (di 3 versioni differenti) ne sono stati persi circa 55 (Fig. 1), probabilmente perché ne hanno schierati meno e inoltre perché sono mezzi decisamente più protetti dei T-72 e T-80. Ma il dato forse più interessante è che i Russi abbiano perso ben 66 T-62 (in 5 diverse varianti) e 49 T-64BV probabilmente di preda bellica, trattandosi di una variante sviluppata in Ucraina (Fig. 1).

Fig. 1. Percentuale delle perdite di MBT subite dai Russi nel corso del primo anno, suddivise per tipo. Il totale delle perdite è di 1578 carri in condizioni riconoscibili.

Anche una panoramica delle varie versioni di MBT perse ci dice qualcosa di interessante. Per quanto riguarda i T-72 (i veicoli distrutti in numeri maggiori), l’esercito Russo ha perso soprattutto T-72B3 di varie versioni, incluse le relativamente moderne varianti del 2014 e del 2016 (202) (Fig. 2). Inoltre, sono stati persi anche più di 300 T-72B in varie versioni risalenti agli anni 80.

Accanto a queste versioni relativamente moderne, i Russi hanno anche perso 46 T-72A (Fig. 2), quindi i modelli iniziali di questi carri, con standard degli anni 70. Per quanto riguarda i T-80, secondi nella lista dei veicoli persi, oltre alle moderne versioni BVM del 2017 e 2022, e T-80UM2 (versione sperimentale), i Russi hanno perso soprattutto modelli degli anni 80 (T-80BV e U) (Fig. 3). Dei 55 T-90 persi dai Russi, la maggior parte era della versione degli anni 90 (T-90A) mentre 14 sono della moderna variante T-90M (2017), originariamente destinata all’export ma evidentemente mandata invece all’esercito Russo (Fig. 4).

Oltre ai veicoli principali (T-72, T-80 e T-90) i Russi hanno perso anche 116 tra T-62 e T-64. Per quanto riguarda i T-62, sono andati distrutti soprattutto veicoli di versioni aggiornate negli anni 80, ma anche tre veicoli della prima versione degli anni 60 (Fig. 5). Sono andati distrutti anche 49 T-64BV di preda bellica, appartenenti a una versione relativamente moderna realizzata in Ucraina (del 2017).

Fig. 2. Dettaglio dei numeri di T-72 delle varie versioni perse in Ucraina.
Fig. 3. Dettaglio delle varie versioni di T-80 perse nell’ultimo anno in Ucraina.
Fig. 4. Dettaglio delle varie versioni di T-90 perse nell’ultimo anno in Ucraina.
Fig. 5. Dettaglio delle perdite di T-62 e T-64 in Ucraina.
Fig. 6. Dettaglio delle perdite di IFV della serie BMP in Ucraina.

Veicoli Combattimento per la Fanteria (IFV)

Dato che gli IFV sono una parte fondamentale delle operazioni meccanizzate, le perdite di questi veicoli ci dicono molto sulla salute complessiva dell’esercito Russo. I Russi hanno perso soprattutto tre IFV principali: BMP-1, BMP-2 e BMP-3. Il BMP-1 è stato un veicolo rivoluzionario, entrato in servizio nella seconda metà degli anni 60, ma è oggi un IFV del tutto superato. Il BMP-2, entrato in servizio nel 1980, è sostanzialmente un BMP-1 aggiornato con una nuova torretta, armamento più potente e con un missile anticarro migliore.

Infine, il BMP-3 è un veicolo più moderno, potentemente armato ed entrato in servizio a partire dal 1987. Fino ad oggi i Russi hanno perso 332 BMP-1, 776 BMP-2 e 235 BMP-3 (Fig. 6). Per tutti questi tipi di IFV, la grandissima parte delle perdite è rappresentata dalle varianti base, quindi il 58% delle perdite è rappresentata da veicoli con standard dei primi anni 80, il 25% da veicoli degli anni 60-70, e il 17% da veicoli relativamente moderni, della fine degli anni 80.

Analisi dei dati

Innanzitutto, bisogna ricordare che questi dati sono sicuramente parziali e in parte frutto di errori di attribuzione o altro. Nonostante ciò, anche ammettendo una certa percentuale di errori, il quadro complessivo è relativamente chiaro.

È molto probabile che quello che i Russi hanno mandato in Ucraina rappresenti una parte della loro datazione complessiva di veicoli corazzati (MBT e IFV), e che fino ad oggi non abbiano voluto intaccare la riserva strategica essenziale per difendere la Russia stessa in caso di attacco. Quindi, quello che è stato mandato in Ucraina rappresenta probabilmente quello che potevano permettersi di perdere (soprattutto nelle prime fasi della guerra).

Il primo elemento che balza agli occhi è il mix di veicoli (T-62, T-64, T-72, T-80, T-90, e tra poco anche i T-14), ma soprattutto delle varianti e sottovarianti. Per quanto le grandi unità corazzate fossero dotate in origine di un unico tipo di MBT (tipicamente T-72 o T-80), i dati delle perdite nell’ultimo anno indicano che questi veicoli sono presenti sul campo da battaglia in svariate versioni (più di 20 contando tutti gli MBT persi).

Ci sono molti svantaggi a mandare al fronte un mix così eterogeneo di modelli e varianti, come ad esempio le complessità logistiche di dover mandare pezzi di ricambio e munizioni diverse per le varie versioni, infatti solo le versioni più aggiornate possono usare le munizioni più recenti sviluppate per i T-90. I vari MBT/versioni hanno componenti meccaniche, come motori e trasmissione, completamente diverse, ed essendo le componenti più necessarie di manutenzioni questo significa dover mandare alle officine parti di ricambio specifiche.

Inoltre, i tecnici che lavorano nelle officine devono saper lavorare su tutti questi veicoli, o almeno sulle varianti più comuni. Inoltre, c’è il potenziale rischio di avere veicoli con diverse capacità operative schierati uno accanto all’altro, spesso costringendo a adeguarsi al veicolo meno aggiornato. Ad esempio, la stragrande maggioranza degli MBT persi in Ucraina non dispone di sistema di comunicazione digitale (probabilmente la hanno solo i T-90M, 72B3M del 2016 e T-80BVM 2017), il che significa che le unità corazzate Russe sono spesso costrette a comunicare in chiaro, con il rischio di essere intercettato dall’altra parte.

Inoltre, i vari carri schierati hanno sistemi di tiro e capacità di identificare un avversario molto diverse tra loro, che significa che probabilmente non sono in grado di utilizzare i veicoli al massimo del potenziale, ma a quello delle versioni meno aggiornate (magari rinunciando a operazioni notturne). Insomma, questo mix di veicoli e versioni potrebbe aver aggravato seriamente la logistica, e aver portato a un generale allineamento verso il basso delle prestazioni complessive (già non eccellenti) delle forze corazzate russe.

Tra tutti i carri corazzati Russi distrutti, circa il 25% sono veicoli con standard degli anni 70, circa 40% con standard degli anni 80, e il resto sono veicoli relativamente moderni, costruiti o aggiornati a standard degli anni 90 o 2000. Se per ipotesi la Russia avesse i magazzini pieni di mezzi moderni o riammodernati (come stimato da alcune fonti), non c’è veramente alcun vantaggio a mandare anche una parte così grande di veicoli tra obsolescenti ed obsoleti.

Inoltre, nel numero di MBT distrutti ci sono anche versioni sperimentali o prodotte in numeri molto piccoli, che possono solo aggravare la logistica e che quindi non ha molto senso utilizzare, se c’è una alternativa valida. Per fare un confronto, nella operazione Desert Storm del 1991 gli USA hanno mandato solo 1800 Abrams M1A1, ovvero il carro armato migliore a loro disposizione, mentre i veicoli più obsoleti ancora in riserva, sono stati utilizzati solo in versioni speciali (ad esempio per i genieri) o per compiti marginali.

Anche la presenza di numerosi T-62 distrutti, seppur in parte aggiornati a standard degli anni 80, è un dato molto significativo. È vero che questi veicoli sono stati assegnati a unità considerate meno preparate e efficienti (soprattutto alle milizie delle Repubbliche indipendentiste del Donbass), ma in ogni caso viene da chiedersi perché schierare un veicolo obsoleto se hai i magazzini pieni di veicoli più moderni? Inoltre, i Russi hanno anche schierato dei T-64 di preda bellica, che per quanto siano una versione molto aggiornata (del 2017), ci dice che evidentemente non potevano schierare niente di meglio.

Tutte queste considerazioni ci dicono che, tra i veicoli che i Russi potevano permettersi di perdere, le disponibilità di veicoli in condizioni efficienti erano in realtà abbastanza limitate, costringendoli a mandare un poco fortunato mix di modelli e versioni, con una percentuale significativa di veicoli vecchi.
Anche per quanto riguarda gli IFV persi dai Russi (guardando solo spina dorsale rappresentata dalla serie BMP), è chiaro che accanto ai più moderni BMP-3 della fine degli anni 80 (17% delle perdite), i Russi abbiano schierato soprattutto gli BMP-2 (57% delle perdite), già relativamente obsoleti (introdotti nei primi anni 80).

Ma ancora più interessante è il fatto che hanno perso anche più di 300 BMP-1 (25% delle perdite), veicoli entrati in servizio più di 50 anni fa e che hanno servizio nella guerra del Vietnam. Questo ci dice che, come per gli MBT, evidentemente tra quello che i Russi potevano permettersi di perdere, non c’era una alternativa migliore e sono stati costretti a mandare anche veicoli obsoleti.

In una stima basata sulla comparazione di varie fonti, Difesaonline valuta che abbiano in riserva circa 9000-11000 T-72 in varie versioni, 7000-8000 T-80 e 5500-6200 T-90. Quindi senza contare i carri corazzati Russi più obsoleti, ci sarebbero tra 21500 e 25200 carri armati relativamente moderni in dotazione all’esercito Russo, mentre lo stesso articolo stima in 15000-20000 quelli che potrebbero effettivamente schierare sul campo.

La testata Forbes ha stimato numeri diversi, suggerendo che le riserve di mezzi in condizioni operative a disposizione dei Russi fossero di circa 8000 MBT (7000 T-72, 1500 T-80 e alcune centinaia di T-90). Se le stime di 8000-20000 MBT operativi fossero corrette, anche lasciando fuori i veicoli che i Russi non sono disposti a perdere in Ucraina (magari tra il 25% e 50% del totale) resterebbero comunque diverse migliaia di veicoli a disposizione (tra T-72, T-80 e T-90).

Quindi ci sarebbe stato un largo bacino per scegliere un mix meno diversificato e problematico, scegliendo gli MBT più abbondanti, moderni e aggiornati. Quindi non ci sarebbe stato bisogno di mandare al fronte una grande quantità di mezzi obsoleti (standard degli anni 70, circa il 25% delle perdite) o obsolescenti (standard degli anni 80, circa il 30-40% delle perdite), come invece osservato nei dati delle perdite Russe.

Né avrebbe avuto alcun senso schierare veicoli sperimentali o prodotti in numeri risicati, o tirar fuori dai magazzini veicoli ancora più antiquati (T-72A, T-62) o di preda bellica (T-64), per quando da distribuire a unità di minor valore. Questi dati sembrano indicare che il giorno in cui è scattata l’invasione i numeri di carri armati efficienti a disposizione fossero molto più risicati delle stime più ottimiste (8000-20000).

Ad esempio, il giornale Kyiv Independent (che ovviamente va preso con una certa cautela) stima che i Russi avessero a disposizione un totale di poco più di 3300 MBT in condizioni operative tra i vari modelli e versioni, che è una stima compatibile con le perdite sul campo.

È anche probabile che la situazione al fronte si sia aggravata ulteriormente una volta iniziata la guerra, quando a causa dell’improvviso (e non pianificato) sovraccarico della catena logistica Russa (anche a causa delle varie versioni schierati), che potrebbe aver reso difficoltoso il trasporto di mezzi corazzati nuovi e pezzi di ricambio dai magazzini verso il fronte, costringendo a utilizzare tutto quello che si trovava nelle vicinanze del fronte, inclusi i carri prototipo o di preda bellica.

Circa il 20-25% dei veicoli stimati in riserva da Difesaonline sarebbe un moderno T-90, mentre in Ucraina questi veicoli rappresentano solo una percentuale piccolissima (circa il 3%) dei veicoli distrutti (circa 55 su un totale di ben 1578). Anche considerando la migliore protezione di un T-90 rispetto a tutti gli altri carri usati dai Russi, ed anche il fatto che probabilmente questi veicoli preziosi sono stati dati a truppe scelte e usati in maniera più attenta, è del tutto evidente che i T-90 in Ucraina non rappresentano il 25% dei mezzi schierati.

Le stime di Forbes suggeriscono che i 7-90 in effetti a disposizione fossero invece molti meno, circa 200, che è più in linea con le perdite di questi MBT osservate in Ucraina. Una possibile spiegazione per questa grande discrepanza tra veicoli prodotti/stimati e quelli effettivamente schierati, potrebbe essere che nel periodo nero della recessione economica tra la fine degli anni 90 e i primi anni 2000, molti dei veicoli nei magazzini siano stati trascurati oltre il punto di non ritorno o che siano stati utilizzati come pezzi di ricambio per gli altri, e che non siano ancora stati rimessi in condizioni operative (sempre che sia ancora possibile).

Del resto, fare manutenzione costante a migliaia MBT (o decine di migliaia, in base alle stime di Difesaonline) sarebbe comunque un’impresa titanica anche per un paese relativamente solido come la Russia attuale, figuriamoci ai tempi della recessione economica, quando avevano difficoltà perfino a fornire i servizi di base alla cittadinanza.

Conclusioni

La conclusione di questo report è che evidentemente il livello di riammodernamento, efficienza e organizzazione delle forze corazzate Russe prima della guerra è stato sovrastimato. I Russi sono stati molto abili a dare l’impressione di una forza corazzata riammodernata e efficiente, mentre invece alla prova dei fatti sono emersi tutti i problemi.

La scelta di schierare in Ucraina mezzi in buona parte obsoleti o obsolescenti, sia MBT che IFV, sembra essere stata dettata in parte da scelte consapevoli (per risparmiare i mezzi moderni) ma soprattutto a causa dei limiti oggettivi nella disponibilità di veicoli efficienti da spendere sul campo di battaglia.

Molto probabilmente, in questa scelta sfortunata ha avuto peso anche la convinzione di non dover veramente usare questi veicoli in combattimento, avendo previsto una guerra veloce e quasi senza opposizione. Invece, le forze armate Russe si sono infilate in un vespaio che ha moltiplicato i problemi logistici, derivanti anche dal mix di MBT schierati.

Se le stime iniziali di poco più di 3300-4000 MBT in condizioni operative sono corrette (come sembrano indicare i dati delle perdite), avendo perso circa 2000 MBT nel primo anno, la Russia deve necessariamente accedere alla propria riserva strategica per proseguire e ci sono segnali che questo stia in effetti avvenendo, come ad esempio, la comparsa di T-90M (di cui i primi esemplari sono stati distrutti a poche settimane dalla loro prima apparizione) e del primo gruppetto di T-14 in zona operativa.

Se i numeri sono effettivamente così stretti, è probabile che i Russi continueranno anche a mandare in Ucraina lo stesso mix di carri e versioni che abbiamo visto fino ad oggi, probabilmente senza migliorare di molto la situazione operativa. Se invece le stime corrette sono quelle più ottimiste (8000-20000 MBT in riserva), allora tra queste migliaia di carri armati i Russi potrebbero ancora avere un certo numero di MBT ragionevolmente moderni, che se mandati in Ucraina ed usati in maniera sensata potrebbero in effetti dare un contributo sul campo.

Nicola Levi

Fonti citate

https://www.oryxspioenkop.com/2022/02/attack-on-europe-documenting-equipment.html
https://www.difesaonline.it/mondo-militare/addendum-le-riserve-di-carri-armati-delle-forze-armate-russe-e-le-capacit%C3%A0-produttive
https://www.forbes.com/sites/davidaxe/2023/02/17/the-russian-army-could-run-out-of-tanks-in-a-few-years-what-happens-then/?sh=4aa5c76e2061
https://kyivindependent.com/national/how-many-tanks-does-russia-really-have

19 risposte

  1. Sono convinto che per come si è messa la guerra già dopo i primi mesi se i russi avessero avuto disponibilità più ampie avrebbero già schierato tutto quello che avevano

    1. Sei convinto male e ti basterebbe conoscere la differenza tra operazione speciale e dichiarazione di guerra nella costituzione Russa! Gli ucraini si ritengano fortunati non sia stata dichiarata guerra al loro paese!

  2. Solite banalità basate sulle balle ucraine nei comunicati senza neppure 100 video diversi di conferma.Guardate i video russi e fate un confronto sulle perdite

    1. Veramente le perdite sono tutte supportate da prove. Se vai sul sito tra le fonti trovi tutte le foto che vuoi, incluse quelle dei mezzi Ucraini distrutti.

      1. Vero
        Ci sono pagine Telegram che analizzano i vari filmati amatoriali o ufficiali e segnano su mappe infografiche qualsiasi perdita o battaglia che sia terrestre aerea o navale
        Con tanto di foto e video, immagini satellitari descrizione dei mezzi distrutti o danneggiati sia ucraine che russe

        E per quanto concerne la presunta “prudenza” dei russi questa non esiste proprio, hanno una superiorità numerica in armi e uomini e la mettono in campo senza risparmiare niente, usano tattiche suicide e incomprensibili basati solo sulla potenza e superiorità, camminando letteralmente sui loro stessi morti
        In certe aree come adveevka e Bakhmut nel Donesk, Kreminna nel Lugansk, Krynky a Cherson, Kupiansk a Karchiv, si danno battaglia da due anni su un tappeto di morti e di relitti militari

        Questo video impressionante girato da fanti russi nella zona grigia di adveevka e pubblicato ieri, con cadaveri e rottami sparsi dapertutto, come un altro di 3 giorni fa che è ripreso da un drone è il risultato di quasi 5 mesi di controffensiva russa dove si avanza per 1 km a settimana senza risparmiare niente, una macelleria notturna e diurna dove da una parte ci si difende con droni giocattolo modificati, mortai, cecchini, stugna anticarro, e qualche himars superstite e si arretra da buca a buca, e dall’altra si bombarda di continuo con bombe FAB lanciate dai bombardieri da 100 km, cannoni, obici, grad, lancet, e missili da crociera. e si fanno raid suicidi con 4-5 blindati alla volta e 100 uomini mandati quasi sempre al macello e solo per avanzare di qualche buca

        Gli ucraini da soli non ce la faranno mai, ma i russi stanno subendo perdite rilevanti sicuramente doppie se non triple

        https://t.me/alphafrequency1/32186

  3. Alcune osservazioni:
    1) le stime sul T-72 in deposito sono poco significative in quanto i carri nelle migliori condizioni probabilmente sono stati già utilizzati per realizzare le versioni più moderne T-90 compresi;
    2) lo scafo ed il treno di rotolamento del T-72 Ural è sostanzialmente lo stesso del T-90.
    3) a causa delle sanzioni i russi hanno grandi difficoltà a produrre gli apparati ottici di nuova generazione. Infatti i T-72B3 mod. 2022 non sono dotati di ottica SOSNA-U.

    1. Si faranno aiutare sicuramente dai cinesi e dagli indiani che hanno tecnologia aerospaziale e ottica a livelli superiori anche ai nostri, vedi il telescopio Indiano a infrarossi Chandra, ormai datato ma ancora ottimo e le immagini dei mezzi robotizzati Cinesi su Marte e sulla luna…. Inoltre i Russi hanno già una capacità di progettazione e produzione ottica discreta in casa loro, volendo potrebbero tranquillamente farsi i pezzi di ricambio autonomamente.. 😏 😏

    2. “scafo ed il treno di rotolamento del T-72 Ural è sostanzialmente lo stesso del T-90”

      Ci passano solo 3 metri di lunghezza di differenza, avranno preso un T-72 e mezzo per fare un T-90 🙂

  4. Quindi, se avessimo fatto noi italiani la guerra avremmo già perso tutti i nostri carri armati (200-300 circa) da molto tempo! Certo, potrebbe sempre essere che i nostri sono migliori …. Ma vediamo come si comporteranno ora i carri armati occidentali. Una possibilità realistica è non fare la guerra! Dico questo perché fino all’età di 16 anni facevo grandi battaglie con i soldatini e seguivo le grandi riviste militari. Conosco ancora tutti i calibri di tutte le armi NATO e seconda g. m. Poi ho cambiato idea, mi sono dedicato ad altro…. per finire più seriamente. Io credo che gli ucraini, sicuramente molto valorosi, abbiano in realtà usufruito di molte più armi occidentali, soprattutto americane, di quanto sappiamo noi ….

    1. Hanno usufruito di ferraglia vecchia e depotenziata dai carri ai missili himars alle munizioni, per fortuna i piccoli bradley si sono rivelati ottimi cacciatori, ma 100 non hanno fatto la differenza, i carri invece sono tutti vecchi e non competitivi

      Tranne qualche patriot e pochissimi missili ariaterra in Ucraina non è arrivato niente di moderno, zero aerei, zero sistemi di puntamento, zero proiettili teleguidati, zero missili da crociera per non parlare di navi e sommergibili

      Adesso aspettano gli F16, che saranno poche decine e sono tutti anni 90, col cavolo che gli danno F35, stealt, bombe mk, droni raptor, missili anticarro a testata multipla, cannoni laser, Iron dome o qualsiasi altra arma in grado di “ripulire” km/quadrati di trincee come le armi a grappolo a testata multipla o auto guidate che ha Israele o la Nato

  5. Beh, che dire, è un punto di vista a mio avviso troppo soggettivo e filoccidentale, che ancora ragiona sull’idea sbagliata e fantasiosa, che i Russi volessero attuare una “guerra lampo”. Avrebbero allora fatto tutto con mezzi stealth, truppe scelte e armi balistiche non intercettabili, soprattutto se sapevano già che dagli anni ’90 la Nato aveva messo piede in Ucraina perché fare tutto questo rumore? Semplicemente perché volevano mostrare al mondo dei fatti inconfutabili. Cioè l’ ingerenza inequivocabile degli USA è degli Inglesi in territori neutrali e le loro politiche estere belliciste incapaci di accordi pacifici e bilaterali, o sotto di loro o contro di loro. Inoltre l’Ucraina non è la Cecenia, è piena di fabbriche di armi chimiche e batteriologiche e ha una certa quantità di centrali nucleari, non la si può bombare a tappeto senza rischiare di renderla territorio inquinato e irrecuperabile per decenni, quindi è assolutamente insostenibile la teoria della guerra lampo. Come si può invece osservare dalle evidenze sul campo, i Russi hanno ormai vinto moralmente e tatticamente, dato che con le loro armi obsolete e fondi di magazzino hanno mostrato al mondo di che pasta siano fatti i loro nemici e hanno saggiato la loro potenza di fuoco e tecnologia, sempre avanzando sul campo e conquistando territori su territori, quando avranno tutte le informazioni necessarie, faranno la loro mossa e molti presuntuosi e pressapochisti, capiranno cosa significa rompere le scatole alla seconda potenza militare del pianeta. Se un paese protetto e militarmente avanzato come Israele stia cercando di fermare la Russia con la diplomazia e anche la Germania e la Francia pur sostenendo sanzioni “inutili” e invii di armi, cerchino a fasi alterne di trovare compromessi diplomatici, un motivo ci sarà e non credo che sia perché temano l’uso di armi atomiche, forse la Russia non è così mal messa come una certa stampa tende a cercare di far credere.

  6. A parte le perdite di carri armati e blindati russi il dato più significante e le perdite dei soldati circa 200.000 tra morti e feriti gravi e non,e questo per a detta dei russi chiamata la fantomatica operazione speciale non è accettabile una perdita così immensamente grande di vite umane anche che fossero solo militari,una debacle totale sotto tutti i punti di vista, grande rispetto per gli ucraini che hanno saputo fermare e annientare le colonne corazzate russe con armi controcarro moderne tipo javelin nlaw tow stugna-p ecc ecc ,personalmente penso che l’esercito russo non era ed non è preparato per una guerra moderna, si vede dalle distruzione delle città ucraine ,indica totale mancanza di armi di precisione e altro

    1. La perdita di 200.000 soldati e’ semplicemente ridicola,significherebbe che quasi 1 soldato su due di tutte le forze di terra russe (in tutte le parti della russia e fuori)sarebbe stato ferito o ucciso,ma poiche’ per ogni soldato al fronte c’è almeno un’altro soldato (e fino a due)nelle retrovie (dai furieri ai meccanici,dagli autisti ai medici,etc)significherebbe che tutte le forze combattenti sarebbero state ferite o uccise restando un esercito furieri,autisti cuochi etc. Sarebbero stati uccisi o feriti la meta’ degli ufficili e dei sottoufficiali che costituiscono l’ossatura di ogni esercito..In sostanza con un simile livello di perdite l’esercito russo avrebbe praticamente cessato di essere un’unità combattente con capacità di manovra,controllo,etc.Ricordo infine che secondo gli ucraini e gli americani a febbraio i russi avrebbero avuto addirittura tra i 100.000 e i 130.000 morti ovvero tra 400 e 500.000 (per il noto rapporto 1 a 3 tra feriti e uccisi)tra morti e feriti ovvero pressoche’ il 100 per cento delle truppe combattenti schierate in tutta la russia e fuori…RIDICOLO

  7. L’analisi dovrebbe partire dalla metologia di rilevazione che il sito utilizza:e questo e’facile da capire.non esiste.Infatti esaminando c le fotografie si capisce che l’attribuzione e’assolutamente aleatoria con punte di ridicolo… tanto più che gran parte dei carri sono comuni ai due eserciti. Ho esaminato le prime foto di distruzione di t 62 m fatelo pure voi :il primo e’ un video ucraino che mostra un carro fermo in un campo peccato che dietro non si vedano i solchi dei cingoli che avrebbero schiacciato le piante …quello stava li da tempo…;secondo carro distrutto,data gennaio 23..mai visto un gennaio che in ucraina significa 10 sotto zero con gli alberi pieni di foglie verdi.terzo video Twitter ucraino in cui si vede un carro distrutto senza segni identificativi,ms di chi è? 4 tank dopo la detonazione non ci sono segni di distruzione apparenti perche” e’ dato per distrutto? quinto,presumibilmente DPR non russo con il ” TETTUCCIO” osservato poco prima di febbraio 22 e cosi’ via…e’ imbarazzante

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