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Dopo le pressanti richieste di Kiev (e di Washington) la Germania, insieme ad altri paesi della NATO, si appresta a fornire agli ucraini gli MBT (Main Battle Tank) Leopard 2, resta da vedere quale versione verrà inviata. Vediamo come nasce e come viene aggiornato, nel corso degli ultimi 40 anni, il Leopard 2, asse portante della componente corazzata della maggior parte dei paesi facenti parte dell’Alleanza Atlantica.
Alla fine degli anni ’60 dello scorso secolo, la Germania Federale e gli Stati Uniti decidono di sviluppare congiuntamente un nuovo carro da combattimento designato MBT-70. Tuttavia, nel 1970, il progetto viene annullato e la Germania decide di continuare da sola nello sviluppo del nuovo carro che prende il nome di Leopard 2. Per la sua realizzazione sono stati impiegati il gruppo motopropulsore e altre parti dell’MBT-70.
Vengono sviluppati, complessivamente, 16 modelli di scafo e 17 modelli di torretta per sperimentare varie combinazioni di sospensioni, armamento (cannoni da 105 o da 120 mm ad anima liscia). Dopo le prove di impiego, il Leopard 2 viene accettato dall’Esercito tedesco e ne vengono ordinati 1.800 esemplari, di cui 810 alla Krupp Mak (poi acquistata dalla Rheinmetall) e 990 alla Krauss-Maffei di Monaco di Baviera.
I primi carri vengono consegnati nel 1979, nello stesso anno i Paesi Bassi decidono di sostituire i loro vecchi Centurion e AMX-13 con il Leopard 2, con inizio consegne previsto per il 1982.
L’equipaggiamento del carro Leopard 2
Il Leopard 2 è armato con un cannone ad anima liscia L44 da 120/44 mm, prodotto dalla Rheinmetall, che impiega principalmente due tipi di munizionamento: il proietto HEAT-MP-T (High Explosive Anti-Tank Multi-Purpose Tracer) e il penetratore a energia cinetica APFSDS-T (Armour-Piercing Fin-Stabilized Discarding Sabot-Tracer). La dotazione complessiva di munizioni è di 42 colpi. Completano l’armamento una mitragliatrice MG3 da 7,62×51 mm coassiale al cannone e un’altra installata sulla sommità della torretta, in corrispondenza del posto del capocarro.
L’equipaggio è composto da 4 elementi: capocarro, cannoniere, servente e pilota. Il capocarro, il cui posto si trova sulla destra della torretta, può utilizzare un cannocchiale stabilizzato montato sulla sommità della torretta, a ingrandimento variabile da 2 a 8. Può essere brandeggiato per 360° per l’osservazione e può essere usato anche per il puntamento e per il tiro. Il cannoniere, che siede sul davanti e sotto il capocarro, ha un cannocchiale stabilizzato e un sistema passivo per la visione notturna.
Sia lo scafo che la torretta sono costruiti con materiale composito in grado di “impastare” i penetratori a energia cinetica. Per quanto concerne l’apparato propulsivo, il Leopard 2 è equipaggiato con un motore MTU MT-873 a 12 cilindri in grado di sviluppare una potenza di 1.500 cv – con un rapporto potenza/peso di 27 cv per tonnellata (il carro ha una massa di 55 tonnellate in ordine di combattimento) – che gli consente una velocità massima su strada di 72 km/h.
Terminate le consegne degli esemplari programmati, l’Esercito tedesco, nel corso degli anni successivi, non ha effettuato più alcun ordine di Leopard 2 ma si è avvalso del refitting dei carri già in servizio. Stesso sistema è stato adottato dagli altri Paesi che hanno acquistato il carro tedesco costruendolo su licenza, quali la Spagna, la Svizzera e la Grecia. Oppure lo hanno ricevuto attraverso la cessione in surplus, come la Svezia, i Paesi Bassi, il Canada, la Norvegia, l’Austria, la Turchia, il Cile e la Polonia.
A partire dal 1985 fino al 1992 sono stati prodotti 695 Leopard 2A4. Il Leopard 2A4, con un peso in ordine di combattimento di 55,15 t, ha conservato la configurazione generale delle prime versioni prodotte in serie, con una torretta caratterizzata da una forma squadrata. Nella versione successiva, il Leopard 2A5, si ha un notevole incremento della massa (62,5 t) in quanto è installata sul carro una protezione aggiuntiva MEXAS (Modular Expandable Armor System), composto da materiale ceramico.
Tale soluzione ha completamente modificato la forma della torretta rendendola più spigolosa rispetto a quella della versione A4. Il Leopard 2A6 (63 t), rispetto alle versioni precedenti, equipaggiate con il cannone ad anima liscia L44 da 120/44 mm, adotta il pezzo L55 da 120/55 mm (lunghezza complessiva della canna 6,6 metri), in grado di impiegare il nuovo munizionamento Rheinmetall a energia cinetica DM-53/63A1.
L’evoluzione del carro Leopard 2
L’ultima evoluzione è il Leopard 2A7 (67,5 t), il quale è dotato di una ulteriore protezione aggiuntiva composta da corazzature composite (in materiale ceramico e in lega di acciaio e titanio). Il primo esemplare è stato consegnato all’Esercito tedesco nel 2014.
Da quest’ultima versione ne è scaturita un’altra: il Leopard 2A7V (la V sta per Verbessert, ovvero migliorato), il cui primo esemplare è stato consegnato agli eserciti tedesco e danese nel 2019. Tale nuova versione rientra nel progetto di Berlino finalizzato al rafforzamento numerico della propria componente corazzata (attualmente su 5 battaglioni da 44 carri), con l’immissione in servizio di 104 nuovi MBT nella configurazione A7V, anche grazie al refitting (curato dalla Krauss Maffei) di 16 Leopard 2A6 ex olandesi, 68 Leopard 2A4 ex svedesi e a una ventina di Leopard 2A7 che i tedeschi avevano temporaneamente dismessi dal servizio nel 2015.
Il Leopard 2A7V è armato con il nuovo cannone L55A1 da 120/55 mm caratterizzato, rispetto alla versione precedente, da un aumento di pressione interna (da 672 a 700 MPa) che lo rende idoneo all’utilizzo del nuovo proietto APFSDS-T DM-73. Inoltre sono stai migliorati gli apparati ottici del cannoniere e del pilota, nonché la protezione nei confronti delle minacce CBRN.
Pur non avendone la certezza, potremmo comunque ipotizzare che i Leopard 2 che saranno inviati in Ucraina (si parla anche dei Leopard 2PL polacchi) potrebbero essere dotati di un sistema di protezione modulare denominato Revolution, realizzato dalla Rheinmetall espressamente per questa versione del Leopard. Il sistema si compone anche di un complesso di apparati elettro-ottici, associati a 4 lancia artifizi a 10 tubi, collocati ai quattro angoli della torretta e in grado di produrre, in pochissimi secondi, una cortina fumogena di una densità tale da impedirne la penetrazione da parte dei sistemi di visione IR.
È indubbio che, nel corso degli ultimi 40 anni, il Leopard 2 ha subito una serie di evoluzioni che non hanno riscontro in campo occidentale. Tali modifiche hanno permesso al carro tedesco di esprimere capacità in grado di rispondere alle minacce degli attuali scenari operativi.
Nel 2004 i Leopard 2A6 sono stati proposti all’Esercito italiano al prezzo di 1,2 milioni di euro a esemplare, purtroppo erano già stati acquisiti i C1 Ariete (oltre 2 milioni di euro a carro)… ma, ormai, il danno era fatto.
Tiziano Ciocchetti
Una risposta
Fun fact: nella nomenclatura Leopard 2A7V, l’ultima parte (A7V), è un omaggio ai 100 anni di carri armati tedeschi, poichè il mezzo è uscito nel 2018