Offensiva russa a nord del fiume Zherebets
Nel corso del mese di gennaio, le forze armate russe hanno lanciato numerose offensive. Tra queste, l’ultima si è rivelata particolarmente critica e potenzialmente dannosa per le strategie militari ucraine. Questo fronte di battaglia è rimasto invariato per diversi mesi, soprattutto dopo il significativo ritiro delle truppe russe dalla zona di Kharkiv, che ha portato alla stabilizzazione delle loro posizioni lungo il tracciato ferroviario che collega Kupjansk a Svatove. Nonostante ciò, gli scontri più intensi in quest’area si sono spostati progressivamente più a nord o a sud rispetto al punto in cui attualmente si registra una significativa penetrazione delle linee difensive.
Al momento dell’attacco decisivo, il controllo del settore era affidato alla 47ª divisione meccanizzata russa. Dall’altra parte, le forze ucraine erano rappresentate principalmente da due brigate, la 18ª e la 103ª, che si trovavano a fronteggiare l’avanzata nemica.
La dinamica degli eventi
Il 20 gennaio, a seguito di alcune offensive mirate, le forze russe hanno superato con successo la linea ferroviaria, occupando le trincee ucraine fino ad arrivare alle abitazioni del piccolo villaggio di Krokhmalne. Approfittando dell’effetto sorpresa, le truppe russe hanno proseguito rapidamente l’avanzata da Krokhmalne verso sud. Superando la ferrovia in più punti, i combattimenti si sono intensificati e diffusi fino a raggiungere Berestove entro il 30 gennaio. Il 28 gennaio, emergono notizie secondo cui Kiev non è riuscita a ripristinare la stabilità nella regione, perdendo il controllo delle abitazioni a Tabayivka, situate lungo il canale Peshchane. Nelle ultime ore, si sono registrati intensi scontri in direzione della città di Peshchane, che si trova lungo l’omonimo fiume.
Quali sono le possibili conseguenze?
Se Kiev non riuscirà a lanciare contrattacchi efficaci per stabilizzare il fronte, le forze russe potrebbero cercare di ottenere significativi vantaggi strategici. Attualmente, è evidente come Mosca stia cercando di posizionarsi strategicamente tra due fiumi in quest’area: il Pishchane a nord e il Zherebets a sud-est. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale per Mosca assumere il controllo di Berestove, situato all’estremità settentrionale del fiume Zherebets. In caso di successo, le forze ucraine si troverebbero a dover fronteggiare le truppe russe posizionate in un’area ristretta tra due ostacoli naturali. Da questa posizione, le forze russe potrebbero esercitare pressione su entrambe le sponde del fiume Zherebets da nord, costringendo potenzialmente Kiev a ritirarsi dalla sponda orientale del fiume per alleviare la pressione sulla sponda occidentale. Questo scenario ridurrebbe la lunghezza del fronte a vantaggio delle forze russe, che potrebbero così stabilire il fronte lungo le barriere naturali. È importante ricordare come le forze russe abbiano già stabilito una solida testa di ponte oltre il fiume Zherebets, a 18 km da Krokhmalne, creando un saliente di 15 km che potrebbe presto diventare un secondo punto di pressione sulla difesa ucraina sulla sponda occidentale. A lungo termine, Mosca punta a raggiungere il fiume Oskil per iniziare un movimento da nord verso sud, circondando Lyman.
Allo stesso tempo, la situazione a Kupjansk, una città di cruciale importanza strategica per l’Ucraina, diventa sempre più pericolosa. Da mesi, le migliori brigate ucraine sono state concentrate in quest’area per resistere alla pressione esercitata dalle forze russe. I russi, da parte loro, hanno mantenuto un significativo numero di riserve nelle vicinanze, dimostrando la sua costante prontezza a sfruttare ogni opportunità per rompere le difese ucraine, iniziando con l’assalto a Kupjansk e avanzando lungo il fiume Oskil. Attualmente, una battuta d’arresto per le forze ucraine a est del fiume Pishchane mette Kiev di fronte a decisioni complesse: dovrebbero considerare il ritiro di alcune brigate da Kupjansk per lanciare un contrattacco e sigillare la breccia, oppure tentare di stabilizzare il fronte con le truppe già presenti? Per arrestare l’avanzata russa con le forze attualmente schierate, Kiev potrebbe essere costretta a ritirarsi su nuove linee difensive, mentre le città di Kotliarivka e Kyslivka sono già parzialmente assediate e a rischio a causa della breccia apertasi.
C’è la convinzione che Kiev sia riluttante a ridistribuire le truppe da Kupjansk in modo troppo evidente, per evitare di incoraggiare Mosca a lanciare un’ampia offensiva sulla città. Nelle prossime settimane, sarà fondamentale osservare se e come il comando ucraino riuscirà a stabilizzare il fronte e quali compromessi saranno necessari per raggiungere tale obiettivo.
Nell’immagine, la linea bianca rappresenta il fronte in data 20 gennaio. La linea gialla indica la prima offensiva russa oltre la ferrovia con la presa di Krokhmalne.
Nella fase successiva dell’offensiva, l’attenzione si è concentrata verso Berestove, con le forze armate che hanno attraversato il fiume e conquistato Tabayivka. Al momento, l’intento strategico russo nella zona meridionale è quello di stabilizzare il fronte lungo la cosiddetta “linea verde” che si estende da Pischane a Berestove, posizionata tra due corsi d’acqua. Nel contempo, nella regione settentrionale, l’obiettivo è rappresentato dalla volontà di esercitare pressione su Kotlyarivka e Kyslivka.
Analizzando la mappa altimetrica diviene evidente il percorso russo lungo le alture.
Operazione “Tubo”
Una vicenda che potrebbe sembrare frutto di fantasia, ma che si è dimostrata essere una delle manovre più efficaci e decisive nel contesto del conflitto in Ucraina fino a questo momento. Nei nostri precedenti aggiornamenti, abbiamo già esaminato la situazione a sud di Avdiivka, sottolineando l’importanza strategica del settore “Tsarska Ohota” per la difesa della città. Quest’area, fortemente fortificata e piena di trincee, ha rappresentato un ostacolo insormontabile per l’avanzata russa sin dalle prime fasi del conflitto.
In questa seconda parte dell’articolo, ci concentreremo su come sia stata pianificata e attuata l’operazione che ha portato alla caduta di Tsarska Ohota, chi ne sia stato il regista e quali siano state le sue conseguenze.
Il racconto dettagliato di questa operazione è stato diffuso dal canale Telegram russo “Rapporti della milizia della Novo Russia” (“Сводки ополчения Новороссии” in russo). Attraverso l’analisi dei numerosi messaggi pubblicati da questo gruppo, gli esperti OSINT sono riusciti a identificare uno o più comandanti appartenenti alle unità d’élite del DPR, tra cui emerge la figura di “Pavel Fedorov”, ritenuto il principale artefice dell’operazione.
Le informazioni divulgate dall’intelligence russa di Donetsk hanno rivelato l’esistenza di un tunnel sotterraneo, del diametro di 0,8 metri e lungo 2 chilometri, che si estendeva fino a raggiungere la zona retrostante le linee di trincea ucraine a Tsarska Ohota.
Come è avvenuta l’operazione?
1️⃣ Le truppe russe, dopo aver individuato il tubo in acciaio lungo 2km, lo hanno studiato e ne hanno compreso il percorso (percorso approssimativo evidenziato con linea rossa).
2️⃣ Il tubo era allagato e pieno di fango, questo ha spinto i soldati russi a pulire e spurgare il tubo manualmente senza destare sospetti e senza fare rumore per l’arco di alcune settimane.
3️⃣ La scarsità di ossigeno rendeva l’operazione impossibile, il che ha obbligato a creare speciali passaggi di ventilazione e blocchi per l’acqua (per evitare ulteriori allagamenti).
4️⃣ Una volta deciso il punto in cui creare il varco nel tubo alle spalle degli ucraini, i lavori sono stati coperti con l’aiuto dell’artiglieria e dei mortai per mimetizzare il rumore della fiamma ossidrica.
5️⃣ Una volta ottenuti i passaggi, e dopo una veloce ricognizione, i russi hanno portato alle spalle delle truppe ucraine 150 soldati appartenenti ai gruppi scelti.
Nell’immagine, la linea blu rappresenta il percorso approssimativo del tubo sotterraneo, mentre la freccia gialla indica la strada utilizzata dagli ucraini per ritirarsi dalla ex base antiaerea. Le linee bianche rappresentano il fronte prima dell’operazione russa.
Le conseguenze
Secondo quanto riferito dalle fonti russe, le forze ucraine, sorprese nelle loro trincee, sono state rapidamente neutralizzate, portando alla cattura di numerosi prigionieri. Alcuni reparti ucraini, inoltre, sono stati accerchiati nella zona di “Tsarska Ohota” e, dopo giorni di scontri, si sono arresi a causa della mancanza di munizioni e provviste.
Il comando militare ucraino ha realizzato la gravità della situazione solo dopo diverse ore, quando ormai i rinforzi inviati si trovarono bloccati e incapaci di intervenire. Il tentativo ucraino di respingere l’avanzata nemica si è rivelato infruttuoso, portando alla perdita del controllo dei centri abitati di Tsarska Ohota e all’interruzione delle linee di rifornimento verso quella che era una base antiaerea. Nella notte del 22 gennaio, la maggior parte delle forze ucraine ha evacuato la base, lasciando dietro di sé solo una piccola retroguardia del battaglione presidenziale, che si è arresa all’alba del giorno successivo.
Al momento, la Russia sta rafforzando e consolidando le proprie posizioni in previsione delle future mosse, mentre Kiev non è ancora riuscita a lanciare contrattacchi efficaci.
Una risposta
Buongiorno Mirco,
Grazie per il tuo lavoro e contributo infirmativo che fornisci su questa guerra tra Russia e Ucraina.
Avrei un dubbio da porti; non capisco il xk gli Ucraini non facciano la stessa cosa dei russi, e cioè prendersi la Transnistria. Alla fine è una porzione di terra non riconosciuta e con all’interno un arsenale russo non di poco valore. Io ritengo che i russi, per quanti possono minacciare, l’atomica non la useranno mai per via delle proprie leggi interne.
Ti ringrazio in anticipo. Saluti.