Wagner – Africa Corps in Africa: Arianne Ghersi intervista Cornelia Toelgyes – Africa Express

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Cornelia Toelgyes: pubblicista, vice-direttore di Africa-ExPress.info, quotidiano online.
Si occupa prevalentemente del continente africano, dove ha vissuto per parecchi anni in diversi Paesi, tra questi Kenya, Nigeria, Angola e altri.


Qual è il ruolo specifico delle forze mercenarie della Wagner nei conflitti armati in Africa, e come influiscono sul bilancio delle forze locali e sulle dinamiche di potere regionali?

Il ruolo ufficiale dei soldati di ventura russi è quello di addestrare le truppe delle forze armate locali. Ma ovviamente i contractor non si limitano a questo e capita che i governi dei Paesi neghino persino la loro presenza. E’ il caso del Mali, dove i russi sono arrivati alla fine del 2021. I paramilitari affiancano le truppe della forze armate maliane (FAMa) per combattere i i terroristi sia quelli affiliati a al Qaeda, sia quelli che hanno giurato fedeltà allo stato islamico.

In Centrafrica i paramilitari di Wagner sono arrivati nell’ormai lontano 2018.  Oltre ad addestrare le truppe centrafricane, i mercenari russi conducono incursioni contro i gruppi ribelli con i militari di Bangui.

In Sudan la presenza dei contractor russi risale ai tempi del dittatore Omar al-Bashir, che nel 2017, durante una sua visita a Mosca, visto che il suo regime stava vacillando, aveva chiesto aiuto a Vladimir Putin.

Durante la guerra civile scoppiata il 15 aprile 2023, i mercenari hanno dapprima combattuto accanto alle Rapid Support Forces (RSF). Poi, in cambio dell’autorizzazione per la costruzione di una base navale sul Mar Rosso, Mosca ha promesso di fornire armi e equipaggiamenti alle forze armate sudanesi.

Dal 2018 Wagner è presente anche in Libia accanto alle truppe di Haftar. In Mozambico la loro permanenza è stata breve. Erano stati chiamati dal governo mozambicano per combattere i miliziani al Shebab a Cablo Delgado.

Da qualche mese sono dispiegati anche in Guinea Equatoriale. In Burkina Faso e Niger sono arrivati l’anno scorso. Dettagli dei rispettivi contratti non sono ancora noti. Sembra che per il momento siano impegnati nella protezione di personaggi politici, almeno per quanto riguarda Ouagadougou e Malabo.


Quali sono le implicazioni per la sicurezza e la stabilità in Africa derivanti dal coinvolgimento della Wagner, considerando la sua connessione con operazioni paramilitari, estrazione di risorse naturali e violenze perpetrate?

Ovviamente Wagner non si limita a supportare e assistere le forze armate dei Paesi dove operano. Il loro obiettivo è da un lato quello di ottenere vantaggi economici, come lo sfruttamento delle risorse locali, dall’altro creare nel continente una rete di governi vicini alle posizioni russe e in opposizione ai Paesi occidentali.

Va poi sottolineato che i contractor russi non hanno alcun rispetto per la vita umana. E non sono poche le accuse sulle gravi violazioni dei diritti umani, soprattutto in Mali e in Repubblica Centrafricana, ai danni di centinaia di civili.

Dagalo, meglio noto come Hemetti, leader delle RSF, fino a poco fa è stato appoggiato dai soldati di ventura. Aveva o forse ha ancora importanti contatti finanziari con il gruppo Wagner. Hemetti un ex capo dei Janjaweed, e la sua famiglia fondano la loro immensa ricchezza nell’estrazione e nel commercio dell’oro. Affari piuttosto appetibili per i russi.

Ma anche il governo controlla parecchi giacimenti auriferi, nella zona del Mar Rosso e altrove. Pare che in tali siti, saldamente controllati dall’esercito sudanese, abbiano iniziato a operare compagnie straniere. Tra questi anche due russe e una di queste, la Meroe Gold, pare appartenga proprio a Africa Corps, ormai controllato direttamente dal Cremlino

In Centrafrica i russi fanno il bello e il cattivo tempo da parecchio.  I contractor sono presenti nel Paese con quasi 1.500 uomini. Dopo anni di guerra civile, grazie alla stretta collaborazione con l’esercito di Bangui, molte zone sono ora nuovamente sotto il controllo del governo centrale. 

Mosca ha ottenuto dal governo la licenza per giacimenti minerari. I soldati di ventura hanno cacciato e ucciso anche diversi cinesi in alcuni siti gestiti da società di Pechino.


A cosa è dovuto realmente il cambio di “nome” da Wagner ad Africa Corps?

Con la misteriosa morte di Yevgeny Prigozhin, leader della società privata russa Wagner, le autorità moscovite hanno ristrutturato il vecchio gruppo per esercitare un maggiore controllo sui mercenari.

Finora Africa Corps non ha nemmeno un logo, eppure, secondo alcuni analisti, non sarebbero più veri e propri mercenari, in quanto supervisionati direttamente dal ministero russo della Difesa e dall’intelligence militare. Tuttavia, forniscono gli stessi servizi di prima: addestramento, consulenza, manutenzione e assistenza operativa. Insomma L’Africa Corps è di fatto diventata un’organizzazione centralizzata, un esempio di come Mosca assuma il controllo delle attività africane.


In che modo la presenza del gruppo Wagner in Africa influisce sulle operazioni militari delle Nazioni Unite e delle forze internazionali, e quali sono le conseguenze per le missioni di pace nella regione?

Assimi Goïta, golpista, capo della giunta militare di transizione e de facto il presidente del Paese, si è rivolto alla Russia e ha cacciato i francesi dell’Operazione Barkhane, una volta presenti in tutto il Sahel con base a Niamey, e i caschi blu di MINUSMA, missione di pace delle Nazioni Unite.

Anche i suoi omologhi putschisti di Burkina Faso e Niger hanno defenestrato le truppe occidentali e si sono rivolti alla Russia per ottenere sostegno.

Niamey ha persino ordinato agli USA di ritirare le proprie truppe e di chiudere la base 201 di Agadez,  la cui costruzione è costata più di 100 milioni di dollari. E’ stata progettata per l’utilizzo di voli di sorveglianza con e senza equipaggio e altre operazioni per stanare i terroristi. Ma dal golpe militare la struttura è rimasta praticamente inattiva.

Mentre i soldati tedeschi della Bundeswehr hanno  lasciato di loro spontanea volontà la base di trasporto aereo di Niamey, inaugurata nel 2018 dall’allora ministro della Difesa di Berlino, Ursula von der Leyen.

Un anno fa Niamey ha posto fine anche alla cooperazione con l’Unione Europea, e ha abolito la legge del 2015 sul traffico di migranti. Allora l’UE aveva adottato provvedimenti per assistere e sostenere le autorità nigerine, sia quelle del governo centrale che quelle locali, per sviluppare politiche, tecniche e procedure per gestire e combattere il traffico dell’immigrazione irregolare.

L’unico contingente occidentale ancora presente nel Paese è quello italiano nell’ambito della Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (MISIN), con circa 300 militari. Ha una propria base, inaugurata nel 2023, all’interno dell’aeroporto di Niamey. Per ora nessuno sfratto in vista per gli italiani.


Come è gestita la propaganda del gruppo? Che tipo di comunicazione è usata per influenzare le dinamiche locali?

Nel Sahel, un vero e proprio laboratorio per le operazioni di disinformazione russe, gli uomini di Mosca cercano in tutti modi di manipolare l’opinione pubblica locale e tentano di utilizzare i media a loro vantaggio. I giornalisti sono le prime vittime di queste operazioni e le sospensioni di emittenti e giornali sono all’ordine del giorno. Le loro tecniche, ancora piuttosto rozze, si stanno perfezionando sempre più e adeguando a quelle più affinate occidentali.

Già nel 2018, quando i mercenari del gruppo Wagner sono arrivati a Bangui, Mosca ha dispiegato un intero sistema informativo. Hanno inviato poi in Russia i personaggi locali più promettenti, come il centrafricano Héritier Doneng, diventato poi ministro della Gioventù, Sport e Educazione civica.

Due anni fa i soldati di ventura hanno accusato la Francia di aver tentato di uccidere il responsabile del centro culturale russo a Bangui. Sarebbe stato ferito gravemente dopo l’esplosione di un pacco bomba.

Gli uomini di Mosca organizzano manifestazioni dove le bandiere russe sventolano accanto a quelle del Paese in questione e sono sempre guidate dal sistema propagandistico russo.

Ma in Centrafrica la popolazione è frustrata e esasperata per la presenza dei russi. In un articolo del 29 settembre Corbeau News e persino RFI hanno evidenziato: “A Bambari i giovani hanno tentato di impedire il passaggio dei mercenari russi durante le prove per le manifestazioni del 1° dicembre, giorno della proclamazione della Repubblica”.