Musashi Miyamoto: una vita sul filo della spada

La Storia stessa è piena di personaggi incredibilmente interessanti, che sono vittime e fautori dei loro destini, poi ci sono coloro che hanno semplicemente preso la loro vita e ne hanno fatto quello che volevano, uno di questi è uno dei personaggi più famosi del mondo giapponese, ovvero Musashi Minamoto.

La sua vita: gli inizi

Storicamente è certo che nacque nel villaggio che ancora oggi porta il suo cognome e che suo padre era un maestro di spada di fama nazionale. A 16 anni, nel 1600, partecipò alla battaglia di Sekigahara, la più importante di tutto il periodo Sengoku, che porterà alla formazione dello Shogunato Tokugawa. Musashi combatté per il clan Toyotomi, il quel momento guidato da Mitsunari Ishida (generale del defunto Taisho) che venne sconfitto e distrutto (quasi del tutto, le rimanenze vennero massacrate nel 1614 a Osaka, decretando davvero la fine del periodo Sengoku). Musashi, incredibilmente e fortunatamente riuscì a scappare ai suoi inseguitori e fece perdere per un po’ le sue tracce. Vagò fino ai 29 anni, battendosi per sessanta volte ottenendo sempre la vittoria, anche quando si trovò a combattere contro più avversari contemporaneamente o contro maestri di arti marziali, come i samurai della famiglia Yoshioka, famosi per la loro scuola di spada a Kyōto.

La battaglia di Sekigahara

Miyamoto non era famoso solo per la sua bravura nella spada, ma anche per la sua stravaganza e il suo intelletto sul campo di battaglia. Fu il primo a combattere usando due spade, di solito una katana ed una spada più corta, riuscendo a bilanciarsi perfettamente tra diversi stili. Un altro suo aspetto “bizzarro” era dovuto alla sua completa mancanza di rispetto del tempo. Era un perenne ritardatario, cosa alquanto strana per un popolo che ha sempre fatto della puntualità il proprio mantra. Ma non lo faceva perché fosse stupido, era una tattica sopraffina: Musashi arrivando in ritardo riusciva a logorare lo spirito del nemico, facendolo stancare nel suo “ozio” e rendendolo sempre più nervoso, mentre lui era vicino al posto dello scontro, a schiacciarsi un pisolino.

Lo scontro più epico

Il suo duello più celebre fu quello combattuto contro Kojirō Sasaki, detto Ganryu, nel 1612, sull’isola di Funa-jima. Il duello ebbe così tanta risonanza che ora quest’isola porta il nome di Ganryu-jima.

Il duello sull’isola di Funa-jima

Miyamoto vinse il duello con un singolo, ma formidabile colpo mortale, portato sulla testa dell’avversario con un bokken ricavato dal remo della barca che l’aveva portato a Funa-jima. Miyamoto si avvicinò all’avversario, scendendo dalla barca, con l’acqua che gli arrivava poco al di sotto delle ginocchia. Il bokken (spada corta di legno, usata di solito negli addestramenti) ricavato dal remo era stato appositamente intagliato nel remo per renderlo più lungo di uno normale e Musashi ne immerse la punta nell’acqua, per nasconderne la lunghezza agli occhi dell’avversario. In questo modo il samurai riuscì a sorprendere Kojiro ed a sconfiggerlo. Come viene riportato su “Il libro dei cinque anelli” (Go Rin No Sho), Miyamoto con un solo unico micidiale colpo spaccò la testa di “Ganryu”.

La fine di Musashi

A 50 anni si ritirò per dedicarsi allo studio, alla letteratura e ad altre discipline risultando un maestro in molte di esse come, ad esempio, nella pittura, nella calligrafia e nell’arte della forgiatura delle tsuba, le tipiche guardie delle spade che spesso risultavano vere e proprie opere d’arte, tanto che diede il proprio nome a un modello divenuto poi tradizionale.

Morì in età avanzata, probabilmente per un tumore allo stomaco, in un periodo storico del Giappone in cui la vita media si attestava intorno ai 40 anni. Quando venne sepolto, la leggenda dice che il cielo stesso tuonò e un saggio disse “Lo spirito di Musashi è salito in cielo, e ci ha salutato” (logicamente, bisogna prendere questa ultima frase con le pinze, visto che non vi sono fonti).

Musashi Miyamoto ancora adesso viene considerato uno dei personaggi più importanti nel mondo folkloristico del Giappone, divenendo anche un personaggio in molti anime, manga e videogiochi.


Riferimenti bibliografici:

  • Kenji Tokitsu. Vita di Musashi. Il più grande guerriero della storia del Giappone.
  • Rosa Cairoli, Francesco Gatti. Storia del Giappone.

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