La guerra russo-ucraina, un anno dopo

Il mese di gennaio del 2023 ha visto le forze armate russe prevalentemente impegnate nello sforzo per prendere il controllo di Bakhmut nell’area centrale della provincia di Donec’k, interrompere l’avanzata delle forze ucraine nella provincia di Luhans’k, espandere il controllo territoriale in quella di Zaporižžja e riuscire a tenere le posizioni ancora in loro possesso in quella di Cherson. Ma andiamo con ordine nel raccontare le dinamiche di questa guerra.

L’obiettivo Bakhmut

La conquista di Bakhmut per le forze russe significa possedere il k-terrain fondamentale per garantirsi la possibilità di manovrare nell’area sviluppando attacchi e contrattacchi sul fianco del dispositivo avversario e, nondimeno, controllare un importante crocevia stradale che, nei suoi pressi, vede confluire arterie quali la M 03, la T 0513 e la T 1302, indispensabili per i rifornimenti logistici e lo sgombero dei feriti. In particolare, il possesso di questo centro abitato offrirebbe al Gruppo Operativo russo “Voronezh” l’opportunità di condurre un’avanzata in direzione nord-ovest proprio lungo la rotabile M 03. Esaminiamo le forze contrapposte attive nel settore di Bakhmut.

Dalla parte russa sono schierati, in direzione nord-sud da Bilohorovika a Mykolavka Druha, 4 battaglioni meccanizzati di mercenari della “Wagner” tutti con una capacità operativa (CE) critica, inferiore al 50%. In particolare, il battaglione della “Wagner” che ha sostenuto lo sforzo principale per la conquista di Soledar, è stato affiancato in 1° scaglione operativo da almeno un battaglione di fanteria motorizzata e un reggimento di fanteria meccanizzata del 2° Corpo d’Armata. In 2° scaglione operativo/riserva hanno agito altri tre battaglioni di fanteria motorizzata dello stesso Corpo d’Armata che, lo vogliamo ricordare, raccoglie gli ex miliziani dell’oblast’ di Luhans’k.[1]

La situazione di queste unità è leggermente migliore, con una CE intorno al 60%. Nell’intero settore indicato, si sta verificando un fenomeno alquanto interessante: sono ricomparse in misura considerevole le unità aviotrasportate delle VDV. L’ultima volta che ne avevamo rilevato un impiego significativo, era stato in occasione del tentativo di conquista dell’aeroporto di Hostomel, all’inizio dell’offensiva.[2] 

Presso Popasna – in mano russa del maggio 2022 – è schierato il comando della 7^ Divisione d’Assalto Aviotrasportata da Montagna delle Guardie e i suoi reggimenti 108° e 56° integrano le unità in 2° scaglione del 2° Corpo d’Armata. A est di Bakhmut, in prossimità delle direttrici che adducono al centro abitato, troviamo la 31^ Brigata d’Assalto Aviotrasportata in prima schiera divisionale, anch’essa a lungo impegnata nei combattimenti e con una CE inferiore al 50%.

Procedendo verso sud, la rotabile M 03 rappresenta il punto di saldatura con le unità del settore contermine, il cui controllo, tuttavia, resta principalmente una responsabilità della 7^ Divisione. E nel settore contermine troviamo la 106^ Divisione Aviotrasportata delle Guardie a sud-est di Bakhmut, rinforzata dal 217° Reggimento della 98^ Divisione Aviotrasportata delle Guardie. Per la condotta di questa nuova offensiva nel cuore del Donbass, la tenuta del settore di Bakhmut è pivotale per i Russi.

Non passa inosservata, inoltre, la presenza di un’altra unità di ex-paramilitari che combatte a fianco delle VDV: si tratta della 3^ Brigata Motorizzata del 1° Corpo d’Armata di Donec’k, impegnata lungo la direttrice Odradivka-Andriivka. Accanto alle VDV starebbero combattendo unità regolari a livello battaglione, appartenenti verosimilmente alla 20^ Divisione Motorizzata delle Guardie, nell’area di Soledar e la 57^ Brigata Motorizzata, a sud di Bakhmut.

Le “ondate” dei soldati russi che attaccano si scontrano contro la linea difensiva ucraina che vede un raggruppamento attestato presso Soledar e uno nell’area di Bakhmut. Il primo è costituito dalla 24^ Brigata Meccanizzata, dalla 46^ Brigata Aeromobile dalla 77^ Brigata Aeromobile e dal Battaglione di volontari “Khartyia”, fondato e comandato dal magnate ucraino Svevolod Kozhemiako e inquadrato nella 127^ Brigata della Difesa Territoriale.

Le unità

Tutte unità hanno una CE significativamente ridotta. Il secondo, più consistente, comprende la 108^, la 118^, la 120^ e la 125^ Brigata delle Forze di Difesa Territoriale; la 115^ Brigata Meccanizzata; l’82^ Brigata Aeromobile; la 36^ Brigata Fanteria di Marina; il 134° Battaglione Separato della Difesa Territoriale; il 21° Battaglione Separato della Difesa Territoriale; il 13° Battaglione Indipendente Fanteria Motorizzata; l’8 Reggimento Operazioni Speciali; il Reggimento Azov; il Battaglione “Skala” (UAV da ricognizione). A questi due raggruppamenti, incentrati sulle due località menzionate, si aggiungono tutte le unità schierate nel settore. In particolare:

  • area di Soledar, da nord a sud: in 1^ schiera troviamo la 14^ Brigata Meccanizzata, la 128^ Brigata Truppe da Montagna, la 61^ Brigata Motorizzata “Jaeger”, la 5^ e la 17^ Brigata Corazzata; in 2^ schiera/riserva sono dislocate la 12^ Brigata della Guardia Nazionale e la 54^ Brigata Meccanizzata;
  • area di Bakhmut, da nord a sud: in 1^ schiera troviamo la 58^ Brigata Motorizzata, la 4^ Brigata Corazzata, la 71^ Brigata Motorizzata Aviotrasportata “Jaeger”,[3] la 3^ Brigata della Guardia Nazionale, la 57^ Brigata Motorizzata, la 28^ Brigata Meccanizzata, la 30^ Brigata Meccanizzata, la 3^ Brigata d’Assalto Separata, la 4^ Brigata di Reazione Rapida della Guardia Nazionale; in 2^ schiera/riserva ci sono la 241^ e la 118^ Brigata delle Forze di Difesa Territoriale, la 63^ Brigata Meccanizzata, la 109^ Brigata delle Forze di Difesa Territoriale, la 60^ e la 53^ Brigata Meccanizzata. Le Brigate impegnate nelle zone a sud di Bakhmut sono quelle che hanno subito il maggior logoramento e se non saranno adeguatamente rifornite di uomini e mezzi si avviano a perdere la propria capacità operativa.

Un ultimo aspetto riguarda la presenza nell’area di Krasnohorivka (estremo sud del settore) di un’unità di specialisti della PMC “Lupi dello Zar”, un’organizzazione di mercenari creata da Dmitry Rogozin, in passato Vice Primo Ministro della Difesa (2011 – 2019) e, aspetto rilevante, Direttore Generale dell’agenzia spaziale “Roscosmos” dal 2018 al 2022. Quest’ultimo aspetto è significativo in quanto la neo-costituita PMC di Rogozin è formata da consulenti ed esperti militari in possesso di peculiari conoscenze e capacità per la gestione e l’impiego di sistemi d’armamento di elevata tecnologia.

Secondo quanto da lui riferito in un’intervista a Ria Novosti, un terzo del personale sarebbe costituito da tecnici provenienti da società statali quali “Rostec”, “Roscosmos” e altre la cui produzione è tutta di elevato profilo hi-tech; i restanti due terzi sarebbero invece specialisti del comparto militare-industriale privato.[4] Il gruppo sarebbe attualmente impegnato nello sviluppo di nuovi droni da attacco al suolo, destinati alle unità del 1° Corpo d’Armata di Donec’k e del 2° Corpo d’Armata di Luhans’k, che li dovrebbero sperimentare direttamente in combattimento.[5]

Gli altri settori

Un altro settore operativo teatro di violenti scontri rimane quello compreso tra Sjevjerodonec’k e Lysyčans’k, nel’oblast’ di Luhans’k. La direttrice operativa che attraversa la provincia di Luhans’k rappresenta ancora la migliore opportunità per il successo delle forze ucraine nel Donbass.

È verosimile che l’esercito di Kiev attui nuovi sforzi offensivi lungo la direttrice Svatove-Kreminna, in particolare rivolti contro l’autostrada P 66, allo scopo di inibire i movimenti logistici e l’invio di rinforzi alle truppe russe che operano proprio nel settore di Sjevjerodonec’k-Lysyčans’k. Nel momento attuale, che coincide con lo scadere dell’anno dall’inizio delle operazioni, infatti, questo settore può essere considerato un punto decisivo di valore strategico, per la conquista e il controllo dell’intera provincia.

Al centro del settore è situato l’abitato di Bilohorivka, k-terrain che costituisce un perno di manovra ottimale per le unità ucraine per una manovra offensiva verso nord in direzione di Kreminna, scardinare il sistema di comando e controllo delle unità dei gruppi operativi “Voronezh” e “Rostov” attive nell’area e porre le premesse per un attacco risolutivo in direzione sud-est, per la liberazione di Lysyčans’k.

I contrattacchi locali condotti dalle unità ucraine hanno obbligato le forze russe a ritirarsi nell’area boschiva a sud di Kreminna e ad assumere una postura difensiva. Per tale ragione il Comando militare russo responsabile delle operazioni ha optato per l’invio nel settore di un massiccio contingente di unità della 90^ Divisione Corazzata delle Guardie, della 76^ Divisione d’Assalto Aviotrasportata, della 2^ Armata Combinata delle Guardie e della 41^ Armata Combinata, allo scopo di stabilizzare la linea di contatto.

La 24^ Brigata Separata Spetsnaz delle Guardie, dipendente dal Direttorato Generale per l’Intelligence Militare (GU), è la principale unità d’élite impegnata nell’area. È indicativo che, accanto a questa Brigata e ai reggimenti d’assalto aviotrasportati della 76^ Divisione, il Comando russo abbia deciso di impiegare un gran numero di battaglioni della BARS:[6] il 16°, il 12°, il 6°, il 7°, il 17°, il 19°. Trattandosi di riservisti volontari, questi combattenti sono in possesso di un livello addestrativo non elevatissimo e, per contro, molto elevato è il livello motivazionale, che li rende comunque validi soldati.

Il primo dato che colpisce è che dal limitato numero di battaglioni costituiti fino alla fine dell’anno trascorso, oggi questi reparti di volontari sono sempre di più: ne troviamo almeno altri cinque attivi tra Kreminna e Svatove e altri due a nord di quest’ultimo abitato. Tutte queste unità sono state sottoposte ad un logoramento estremo e, pertanto, alla fine di febbraio presentano una CE molto bassa che ne fa presagire la sostituzione a breve termine o il necessario rinforzo con nuovi volontari.

Leggermente migliore in termini di CE (intorno al 60%) è la situazione dell’altra particolare tipologia delle forze impegnate in larga misura dai Russi in quel settore: si tratta, infatti, dei paramilitari inquadrati nelle unità di della 7^ Brigata Meccanizzata del 2° Corpo d’Armata di Luhans’k e, a sud del settore, della 2^ Brigata Motorizzata dello stesso Corpo d’Armata. La caratteristica comune a tutti questi militari – forze d’élite, volontari e paramilitari locali – è che difficilmente si arrendono o si ritirano e ciò è fortemente indicativo dell’importanza attribuita dai Russi al possesso di tutta quella zona.

Nondimeno, per l’importanza che abbiamo detto che riveste il settore Sjevjerodonec’k-Lysyčans’k anche per Kiev, di fronte allo schieramento russo combattono con una certa aggressività ben cinque Brigate: in 1^ schiera la 95^ Brigata d’Assalto Aviotrasportata, l’81^ Brigata Aeromobile e la 101^ Brigata delle Forze di Difesa Territoriale; in 2^ schiera/ riserva, la 111^ Brigata delle Forze di Difesa Territoriale e, più in profondità, la 104^ e la 115^ Brigata delle Forze di Difesa Territoriale.

Tutte queste unità hanno ancora una discreta CE, stimata al 60%. Anche in questo caso si tratta di unità tra le migliori dell’Esercito ucraino o, per quanto riguarda le unità territoriali, formate da personale che ha una ottima conoscenza del terreno. La posta in gioco è evidentemente alta per entrambe le parti.

Se vogliamo focalizzare l’attenzione sul terreno, anche il fiume Zherebets svolge un ruolo importante. Si tratta di un ostacolo naturale ad una possibile controffensiva russa ad ovest di Svatove, verosimilmente condotta dalla 27^ Brigata Motorizzata Separata delle Guardie in 1^ schiera e dalla 16^ Brigata Spetsnaz Separata delle Guardie in 2^ schiera, mirata a bloccare e far arretrare la 92^ Brigata Meccanizzata e il battaglione “Kraken” delle forze speciali ucraine.

È probabile, infatti, che in tutto lo spazio compreso tra Svatove e Kreminna le forze ucraine proseguano nello sforzo di riconquistare il territorio perduto per le ragioni già enunciate e, inoltre, assicurarsi il k-terrain di Kreminna, altro perno di manovra idoneo allo sviluppo di successivi attacchi nel settore.

Per questa ragione, si può supporre che l’area di Pishchane e le foreste nell’area di Chervonopopivka – a nord di Kreminna – continuino ad essere teatro di scontri. È altresì probabile che, una volta terminato il periodo di addestramento in Bielorussia, le truppe russe della 2^ Divisione Motorizzata delle Guardie siano immesse nell’oblast’ di Luhans’k.

Il settore operativo di Zaporižžja rimane il più vulnerabile per le forze russe. In primo luogo, proseguono con efficacia le azioni di guerriglia condotte nell’area di Melitopol, dove sono dislocati i Comandi della 19^ Divisione Motorizzata e della 18^ Divisione Artiglieria Mitraglieri, oltre a diverse unità logistiche. Tutti high-value targets per le forze ucraine. Inoltre, l’artiglieria ucraina continua a colpire infrastrutture quali ponti e ferrovie, necessarie al sostegno logistico delle unità russe che operano nel settore.

Le forze russe hanno realizzato più fortificazioni campali in quest’oblast’ che nelle altre tre occupate, probabilmente nel timore di un’“offensiva di primavera” che l’Ucraina potrebbe condurre nel settore meridionale dei territori occupati dalla Russia. Gli attacchi condotti dai Russi nella parte meridionale dell’oblast’ non hanno il solo scopo di indebolire la linea difensiva ucraina, ma mirano alla conquista di una striscia di territorio 15-20 km più a nord nella provincia, rispetto alle posizioni occupate alla metà del mese di febbraio.

In particolare, i combattimenti e i bombardamenti si sviluppano lungo la direttrice Vuhledar (oblast’ di Donec’k) – Orikhiv, in quanto in quella porzione di territorio il terreno risulta maggiormente difendibile e, soprattutto, l’abitato di Orikhiv rappresenta un perno di manovra ottimale per le forze russe.

In prossimità di Vuhledar sono impegnate ben tre Brigate di fanteria di Marina (155^, 40^ e 336^), con una CE circa al 60%, insieme alla 136^ Brigata Motorizzata delle Guardie, con una CE inferiore al 50%. A Orikhiv sono schierate la 5^ Brigata Corazzata Separata delle Guardie, la 37^ Brigata Motorizzata Separata delle Guardie e la 45^ Brigata Separata Spetsnaz, tutte con una CE inferiore al 50%. Di rilievo è anche la presenza di un’unità della PMC “Patriot”, un’organizzazione di mercenari di proprietà del ministro della Difesa Šojgu, che sembrerebbe essere in competizione con l’omologa “Wagner”.[7] 

A difendere il settore c’è uno schieramento di unità ucraine impressionante. Da Vuhledar ad Orikhiv troviamo in successione la 35^ Brigata Separata di Marina, la 72^ Brigata Meccanizzata, la 68^ Brigata Meccanizzata “Jaeger”, la 23^ Brigata della Guardia Nazionale, la 1^ Brigata Corazzata, la 110^, la 114^, la 102^, la 106^ Brigata della Difesa Territoriale, l’11^ Brigata della Guardia Nazionale e la 65^ Brigata Meccanizzata. Quasi tutte queste brigate presentano ancora una discreta CE, stimata al 60-70%. Se avessero successo, i Russi si garantirebbero una migliore difesa del corridoio terrestre che adduce alla Crimea.

È verosimile, tuttavia, che il conseguimento di tali obiettivi ridurrebbe sensibilmente la capacità offensiva delle forze russe, obbligandole ad una pausa operativa e alla necessaria assunzione di una postura difensiva. Si può ritenere che le forze ucraine continueranno e intensificheranno gli attacchi in profondità sulle unità avversarie, in coordinamento con la componente asimmetrica partigiana, per negare ai Russi l’agibilità del corridoio terrestre per la Crimea quale area per l’organizzazione e la condotta di attacchi futuri.

Nel settore operativo di Cherson, il capoluogo dell’oblast’ rimane un obiettivo di primaria importanza. Le forze russe restano orientate alla tenuta del fiume Dnipro, conducendo delle puntate offensive per acquisire il controllo del delta del fiume. Il controllo del delta è essenziale per impedire che il porto di Cherson possa essere utilizzato per portare aiuti umanitari e militari alle forze ucraine schierate nel sud del paese.

In questo settore sono particolarmente intensi gli scambi di fuoco di artiglieria da ambo le parti, per distruggere high-value targets su entrambi i fronti: posti-comando, infrastrutture critiche, depositi di armi e munizioni, linee di comunicazione e sistemi di difesa aerea. La realizzazione di fortificazioni campali da parte russa nelle vicinanze del capoluogo ha subito un rallentamento, probabilmente nell’intenzione rafforzare la linea difensiva a ridosso del fiume Dnipro per proteggere i territori conquistati e le vie di comunicazione che arrivano in Crimea.

Sempre in prossimità di Cherson sono particolarmente attive le forze speciali russe, con il 10° e il 25° Reggimento Spetsnaz. In tutto il settore, peraltro, opera la 98^ Brigata Aviotrasportata delle Guardie e i continui attacchi locali condotti da queste forze impiegate con il criterio della fanteria, possono far presagire il tentativo di drenare parte delle forze ucraine impegnate nell’oblast’ di Zaporižžja, per sguarnire quel settore che, come detto, è fortemente difeso.

Dal canto suo, l’Ucraina mantiene altrettanto elevata la difesa su Cherson, dove sono schierate due brigate della Difesa Territoriale, la 124^ e la 126^, affiancate dal 73° Reggimento Forze Speciali della Marina e dal 140° Reggimento del Centro per le Operazioni Speciali. È verosimile che le forze russe proseguano nella difesa, lungo il fiume Dnipro con l’obiettivo di riconquistare l’isola di Velykyi Potëmkin, situata nel delta e attualmente in mano ucraina e, contestualmente, potrebbero dispiegare rinforzi in posizioni difensive fortificate lungo le autostrade M-17 e P-47.

Qualche considerazione sull’impiego delle forze aeree e navali. Lo sforzo principale delle Forze Aerospaziali nei mesi di gennaio e febbraio 2023 è stato orientato alla distruzione della rete elettrica ucraina che alimenta le abitazioni civili e a colpire nodi di comunicazione militari per rendere inutilizzabili le infrastrutture e piegare la volontà di resistere dei cittadini ucraini nelle quattro province che rappresentano gli attuali obiettivi di Mosca.

Gli attacchi sono stati condotti con l’impiego massiccio di missili da crociera, droni di produzione iraniana Shahed 131 e 136, missili terra-aria S-300 impiegati per bersagli sul terreno e razzi dei sistemi di artiglieria. Nonostante i livelli di danneggiamento conseguiti siano elevati, il sistema infrastrutturale ucraino in parte ha retto e consente alle forze di Kiev di organizzare adeguate battle position per la difesa e tenere testa agli attaccanti.

A meno di una sistematica soppressione della difesa aerea e delle forze aeree ucraine a premessa di un ulteriore incremento di questa tipologia di attacchi portati anche con gli aeromobili, difficilmente le VKS riusciranno a realizzare i piani stabiliti dal loro Comando. Tanto l’aeronautica russa, quanto quella ucraina sono concentrate sulle attività di close air support in favore delle proprie truppe terrestri, con la differenza che gli aerei di Mosca conducono circa 200 sortite al giorno, mentre quelle di Kiev sono una media di 15-20.

Veniamo alle forze navali russe che, di fatto, controllano tutte le rotte al largo della costa settentrionale del Mar Nero. Nonostante un aumento dell’attività navale localizzata, la Flotta del Mar Nero rimane concentrata sulla protezione di navi, strutture e personale piuttosto che su operazioni offensive o sul pattugliamento attivo delle rotte marittime e della costa settentrionale del Mar Nero. Le azioni offensive condotte dalla Flotta resteranno verosimilmente limitate al lancio di missili Kalibr dai sommergibili della classe kilo che muovono da Sebastopoli.

Nelle valutazioni svolte nel corso di questa disamina è stata presa in considerazione quella che, nel lessico dell’intelligence militare, è definita most likely course of action; la dottrina militare, però, deve sempre prevedere una most dangerous course of action e, alla fine del febbraio ’23, per quanto non probabile, resta possibile l’opzione nucleare. Tutto dipenderà da quanto il prolungarsi del conflitto sarà percepito come un’agonia per le forze della Federazione Russa, ma soprattutto per la sua classe dirigente.

di Nicola Cristadoro


[1] N. Cristadoro, La guerra in Ucraina: il ruolo dei paramilitari, appendice all’articolo I perchè di una strana guerra, Limes n. 4/2022”.

[2] N. Cristadoro, Operazione “Antonov” e Operazione “Market Garden”: gli errori di pianificazione nell’impiego delle truppe aviotrasportate, Difesa Online, 17/052022.

[3] D. Axe, The Ukrainian’s Army Jaeger Brigades Are Its Middleweight Forest Troops, Forbes, 26/12/2022.

[4] A. Grigorev, Created by Rogozin, the Group “Tsar’s Wolves”is testing weapons on the front line, Soldat.pro., 13/11/2022.https://soldat.pro/en/2022/11/13/sozdannaya-rogozinym-gruppa-carskie-volki-provodit-ispytaniya-oruzhiya-na-peredovoj/

[5] Ibid.

[6] N. Cristadoro, I volontari della BARS. La “carne da cannone di Putin”, Difesa Online, 02/02/2023.

[7] T. Lozovenko, Shoigu deploys his Private Military Company, which competes with Wagner Group, to war against Ukraine, Pravda, 28/02/2022. https://www.pravda.com.ua/eng/news/2022/12/28/7382706/.

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