La tregua di Natale

24 dicembre 1914, quando il Natale riuscì a placare il fuoco della Grande Guerra sul fronte occidentale.

Le operazioni militari del conflitto della Prima guerra mondiale videro la fulminea avanzata dell’esercito tedesco, il quale dichiarò guerra alla Francia sul fronte occidentale. I tedeschi, seguendo le indicazioni del “Piano Schlieffen”, invasero il neutrale Belgio al fine di aggirare le truppe francesi disposte sul confine della regione. La battaglia della Marna segnò i primi successi delle truppe francesi e della spedizione inglese mandata in suo supporto, ma la controffensiva degli anglo-francesi venne fermata nel corso dell’inconcludente prima battaglia dell’Aisne. Alla fine di novembre del 1914, dopo la prima battaglia di Ypres, il conflitto degenerò in una logorante guerra di trincea che si replicò su tutti i fronti e perdurò fino al termine delle ostilità.

Le iniziative per la tregua

Con l’approssimarsi del Natale furono proposte diverse iniziative a favore della tregua: fu pubblicata una “Lettera aperta di Natale” da 101 suffragette britanniche indirizzata alle donne Tedesche e Austriache, a favore della pace tra le opposte fazioni; papa Benedetto XV avanzò la proposta di una tregua natalizia tra le fazioni in guerra, richiesta che venne respinta fermamente dagli Stati in Guerra. I messaggi di pace riecheggiarono nelle trincee e nella settimana antecedente il Natale alcuni membri delle truppe tedesche e britanniche, seppur schierate sui lati opposti al fronte, iniziarono timidamente a scambiarsi degli auguri urlati da una trincea all’altra e che sfociarono ben presto in canti natalizi. Durante la Vigilia di Natale e dello stesso giorno di Natale ci furono una serie di tregue non ufficiali in varie zone del fronte occidentale. Le unità tedesche, britanniche e francesi, lasciarono spontaneamente le trincee per incontrarsi nella terra di nessuno per fraternizzare, scambiarsi cibo, tabacco, bottoni e foto dei loro famigliari. I soldati di tutte le fazioni, a mezzanotte, celebrarono cerimonie religiose con riti funebri per i caduti, intrattennero rapporti amichevoli tra di loro con partite di calcio improvvisate e battaglie di palle di neve.

Le lettere

Nelle settimane successive, dal fronte cominciarono ad arrivare strane lettere che raccontavano questi fatti incredibili. Il diffondersi di queste notizie mise in difficoltà gli Stati di entrambe le fazioni in battaglia. La tregua non fu un evento organizzato: in diverse zone del fronte i combattimenti proseguirono per tutto il giorno di Natale, mentre in altri, i due schieramenti negoziarono solo tregue momentanee per seppellire i caduti. La familiarizzazione con il nemico fu giudicata negativamente dagli alti comandi e severamente proibita per episodi futuri; l’anno successivo alcune unità organizzarono il cessate il fuoco per il giorno di Natale, ma le tregue non ebbero l’intensità di fraternizzazione come di quelle del 1914.
Per ostacolare i gesti di fraternità spontanea i comandi di tutti gli schieramenti della battaglia decisero di trasferire rapidamente i battaglioni da un campo di battaglia a un altro, in modo che questi non potessero stringere alcun tipo di rapporto con il nemico. Inoltre, per scoraggiare le tregue, i generali aumentarono le incursioni nelle trincee avversarie nei giorni prima delle festività, minacciando pesanti ripercussioni contro chi avesse disobbedito agli ordini.

Il ritorno alla guerra

Di questi episodi di profonda umanità si è venuto a conoscenza tardi, fatta eccezione per qualche sporadico articolo durante la guerra che venne accusato di disfattismo. L’interesse degli storici nella ricostruzione del trauma dell’esperienza nelle trincee portò alla luce gli avvenimenti della tregua di Natale, attraverso le lettere inviate dai soldati alle proprie famiglie. Talvolta, si trovano raccontate partite di pallone con il nemico e la descrizione di scambi. La partita di calcio di Ypres, una delle prime, grazie a delle testimonianze fotografiche è divenuta il simbolo di quegli incontri, di una guerra voluta troppo in alto per essere evitata ma davvero poco condivisa da chi dovette viverla. Nei mesi successivi al 1915, molti dei protagonisti di questi fatti straordinari furono uccisi nel più sanguinoso conflitto fino ad allora conosciuto. Nel Natale del 1916, dopo le traumatiche esperienze delle sanguinose battaglie di Verdun e della Somme e la diffusione dell’impiego di armi chimiche, nessuna tregua venne organizzata.

Erica Pittau

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