Il gruppo Mozart

La compagnia militare antagonista alla Wagner.

La prima domanda, ironicamente, sorge spontanea: i due illustri compositori avrebbero mai potuto immaginare che il loro nome sarebbe stato dato, in un’epoca per loro futuristica, a dei gruppi di combattenti o mercenari? Sicuramente questa scelta ha stupito l’era contemporanea. La realtà è che queste compagnie sono talmente “abili” da eseguire una sinfonia eccellente.

Il gruppo militare

Il Gruppo Mozart è una compagnia militare privata che svolge attività di ausilio ai combattenti ucraini e ai volontari provenienti da tutta Europa. Nasce a metà marzo del 2022, il fondatore è Andrew Milburn (nato a Hong Kong e cresciuto a Londra), un colonnello in pensione dei Marines degli Stati Uniti (ha all’attivo 31 anni di servizio). Il nome è volutamente uno “spiritoso” contrasto alla Wagner russa. Il suo assetto giuridico è paragonabile ad una società a responsabilità limitata ed è registrata negli Usa (Wyoming). Il personale della compagnia è principalmente anglofono (in particolare americani, britannici e irlandesi, ma anche lituani, polacchi e, sembra, alcuni francesi) con un’età compresa tra i 30 e i 45 anni. La particolarità intrinseca è che ai componenti è espressamente vietato prendere parte a combattimenti in prima persona: il personale si impegna a fornire addestramento in prima linea, anche in contesto notturno, con percorsi specifici per semplici reclute o ufficiali e preparano chi sarà impiegato nell’utilizzo di droni, missili anticarro, cecchini, sminatori, ma anche chi avrà la responsabilità di soccorrere i feriti e chi avrà l’impegno di distribuire aiuti umanitari. Questo aspetto è di fondamentale importanza a seguito delle dichiarazioni del presidente Biden in cui confermava che non sarebbero stati impiegati su suolo ucraino dei militari statunitensi. Nessun componente della Mozart porta con sé un’arma e, se fosse involontariamente coinvolto in uno scontro diretto, sarebbe immediatamente costretto ad abbandonare la compagnia.

I finanziatori

Il finanziamento della compagnia proviene soprattutto da privati donatori americani, in particolare da hedge fund (meglio conosciuti come fondi speculativi) riconducibili principalmente a comunità di origine ebraiche ucraine. Attualmente si stima che il gruppo Mozart, noto ormai a livello internazionale, abbia addestrato circa tremila soldati ucraini. Andy Milburn ha recentemente dichiarato al Guardian: “Un soldato su dieci era nell’esercito prima della guerra e riceveva pochissimo addestramento”. Il percorso offerto dalla Mozart è composto da un corso intensivo di una durata variabile di 5-10 giorni sull’uso delle armi di base, tecniche di tiro, tattiche e manovre sul campo di battaglia, sebbene teoricamente queste conoscenze richiederebbero 6 mesi per essere pienamente apprese. Tutto ciò avviene nelle zone immediatamente limitrofe ai teatri del conflitto perché non si può rischiare che l’esercito ucraino rimanga “sfornito” davanti a nuovi attacchi russi.

La Mozart tra Usa e Ue

Nonostante l’iniziale simpatia per il nome della compagnia, oggi Milburn sembra pentirsi della scelta perché ritiene sia ingiusto ed improprio un paragone con la Wagner in quanto il suo gruppo si impegna a tutelare i diritti umani e a rispettare le norme vigenti del diritto internazionale. Indubbiamente l’impegno della Mozart gioca a “favore” della politica scelta da Usa e Ue: se queste ultime scendesse “ufficialmente” in campo, il conflitto si trasformerebbe in una vera e propria guerra mondiale. Così facendo, invece, i due grandi attori mondiali si sono garantiti una partecipazione indiretta che non costringe a scompaginare totalmente l’ordine mondiale, ma risponde anche all’esigenza/quesito che dopo ogni grande evento storico si è sempre proposto: Quale ruolo si è avuto? Cosa si sarebbe potuto fare? Questo “modo” di fare la guerra sembra sempre più diffuso: si stima che esistano circa millecinquecento grandi società private deputate a gestire la sicurezza in tutto il mondo.

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