L’evoluzione della dottrina militare nell’era dell’intelligenza artificiale – Parte I

L’integrazione della tecnologia nelle forze armate ha da sempre svolto un ruolo cruciale nell’evoluzione della dottrina militare: sin dall’antichità, le innovazioni tecnologiche hanno determinato significative trasformazioni nei metodi di conduzione della guerra. L’introduzione della polvere da sparo nel Medioevo ha, ad esempio, rivoluzionato l’arte bellica, consentendo lo sviluppo di armi da fuoco che hanno reso obsoleti molti elementi delle tattiche precedenti (Howard, 1981).

Nel corso del XIX secolo, la Rivoluzione Industriale ha portato a progressi tecnologici senza precedenti, influenzando profondamente le capacità militari: l’avvento delle ferrovie e del telegrafo ha permesso una mobilitazione più rapida delle truppe ed una comunicazione più efficiente, elementi fondamentali per le strategie militari dell’epoca (McNeill, 1982). Tali sviluppi hanno portato alla necessità di adattare le dottrine militari al fine di sfruttare appieno le nuove possibilità offerte dalla tecnologia.

Durante il XX secolo, le due guerre mondiali hanno accelerato ulteriormente l’innovazione tecnologica: l’uso di carri armati, aerei e sottomarini ha cambiato radicalmente il modo di condurre le operazioni militari, richiedendo nuove tattiche e strategie (Citino, 2004). L’era nucleare ha introdotto concetti quali la deterrenza e la Mutua Distruzione Assicurata, influenzando profondamente la geopolitica globale (Kissinger, 1957).

Con l’avvento dell’era digitale, la tecnologia informatica è diventata un elemento centrale nelle operazioni militari: negli anni ’90, il concetto di Network-Centric Warfare ha enfatizzato l’importanza della connettività e della condivisione delle informazioni tra le unità militari, migliorando la consapevolezza informativa e la rapidità decisionale (Cebrowski & Garstka, 1998). Ciò ha determinato lo sviluppo di sistemi avanzati di comando e controllo, integrando sensori, piattaforme ed armamenti in una rete distribuita e globale.

L’emergere dell’intelligenza artificiale rappresenta la più recente evoluzione in tale contesto: l’IA offre la possibilità di elaborare grandi quantità di dati in tempo reale, migliorando le capacità di previsione ed analisi strategica; può potenziare i sistemi autonomi, consentendo operazioni più precise e riducendo il rischio per il personale militare (Scharre, 2018). L’integrazione dell’IA nelle forze armate solleva di converso anche nuove questioni riguardanti la sicurezza, l’affidabilità e l’etica delle operazioni militari.

Impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla Dottrina Militare

L’introduzione dell’intelligenza artificiale (IA) nelle forze armate sta catalizzando una trasformazione profonda nella dottrina militare contemporanea: un’evoluzione che non si limita all’adozione di nuove tecnologie, ma implica una vera e propria ridefinizione dei principi strategici, un’innovazione nelle tattiche operative ed un’evoluzione delle capacità di comando e controllo. L’IA sta diventando un moltiplicatore di forza, influenzando non solo il modo in cui le operazioni militari vengano condotte, ma anche come le decisioni strategiche vengano formulate.

Ridefinizione dei principi strategici

L’IA sta ridefinendo i principi strategici tradizionali attraverso l’introduzione di capacità senza precedenti in termini di analisi dei dati, previsione degli eventi ed adattamento in tempo reale. L’uso di algoritmi avanzati consente alle forze armate di elaborare enormi quantità di informazioni provenienti da molteplici fonti, migliorando la consapevolezza della situazione nel suo complesso e la capacità di prendere decisioni basate su dati oggettivi.

L’IA permette di effettuare analisi predittive volte ad anticipare le mosse dell’avversario, identificando schemi e tendenze che sarebbero altrimenti impercettibili: ciò comporta il passaggio da una strategia reattiva a una proattiva, in cui le azioni militari siano guidate da previsioni accurate piuttosto che da semplici risposte agli eventi. L’approccio proattivo è fondamentale in un contesto globale sempre più complesso e interconnesso.

L’IA favorisce lo sviluppo di strategie asimmetriche, in cui potenze minori possano compensare la mancanza di risorse tradizionali attraverso l’uso intelligente della tecnologia: un fenomeno che sta modificando l’equilibrio di potere a livello globale, dal momento in cui anche attori non statali siano in grado di accedere a strumenti avanzati di IA. Secondo Horowitz (2018), “l’IA ha il potenziale di livellare il campo di gioco strategico, rendendo la superiorità tecnologica un fattore chiave nella competizione internazionale” (p. 42).

L’implementazione dell’IA influisce anche sulla deterrenza nucleare: sistemi di difesa antimissile basati su IA possono intercettare le minacce con maggiore efficacia, mettendo in discussione le forze di deterrenza tradizionali. Ciò potrebbe portare ad una “destabilizzazione dell’equilibrio strategico esistente”, come evidenziato da Kania (2017) nel suo studio sull’impatto dell’IA sulla potenza militare futura della Cina (p. 30).

Innovazione nelle tattiche operative

A livello tattico, l’IA sta rivoluzionando il modo in cui le operazioni militari vengano pianificate ed eseguite: l’integrazione di sistemi autonomi e semi-autonomi consente di aumentare l’efficienza e la precisione delle missioni, riducendo al contempo il rischio per il personale umano.

L’utilizzo di droni equipaggiati con IA per missioni di ricognizione, sorveglianza ed attacco permette di operare in ambienti ostili senza esporre i soldati al pericolo diretto. Tali sistemi possono analizzare autonomamente l’ambiente circostante, identificare obiettivi e prendere decisioni in tempo reale. Scharre (2019) discute l’uso di “sciami” di droni autonomi, dove “numerosi dispositivi riescano a collaborare al fine di sopraffare le difese nemiche attraverso la saturazione, rendendo difficile per gli avversari contrastare l’attacco” (p. 67).

L’IA sta anche migliorando le capacità di guerra elettronica e cibernetica, consentendo di individuare e neutralizzare le minacce in modo più rapido ed efficace: algoritmi di machine learning possono ad esempio rilevare anomalie nel traffico di una rete, identificando potenziali attacchi informatici ed attivando contromisure automatiche. Un livello di sofisticazione tattica che richiede una comprensione nuova e profonda delle dinamiche operative sul campo di battaglia.

Nel contesto urbano, l’IA supporta operazioni di combattimento in ambienti complessi, aiutando a distinguere tra combattenti e non combattenti attraverso il riconoscimento avanzato di immagini e schemi comportamentali: ciò può ridurre i danni collaterali e migliorare l’efficacia delle operazioni antiterrorismo. Il Future of Life Institute (2017) sottolinea l’importanza di “regolamentare l’uso di armi autonome onde prevenire potenziali abusi”.

L’IA facilita inoltre la gestione logistica ed il supporto sul campo, ottimizzando le linee di rifornimento e garantendo che le unità abbiano le risorse necessarie quando e dove ne abbiano bisogno: l’ottimizzazione logistica basata su IA può infatti ridurre i costi operativi e migliorare la prontezza delle forze armate.

Evoluzione delle capacità di comando e controllo

Le capacità di comando e controllo (C2) sono profondamente influenzate dall’introduzione dell’IA: sistemi avanzati di supporto decisionale aiutano i comandanti a gestire situazioni complesse, fornendo analisi in tempo reale e raccomandazioni basate su dati accurati. Ciò migliora concretamente la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti sul campo di battaglia.

L’IA consente di integrare informazioni provenienti da diverse fonti, quali sensori sul campo, intelligence umana e segnali elettronici, creando un quadro operativo comune più dettagliato e aggiornato, agevolando la coordinazione tra le diverse branche delle forze armate e facilitando le operazioni congiunte. La NATO, nel suo documento “NATO’s Approach to Artificial Intelligence” (2021), enfatizza la “necessità di sviluppare sistemi interoperabili basati sull’IA onde rafforzare la cooperazione tra gli alleati” (p. 7).

L’automazione di alcune funzioni C2 permette inoltre di accelerare il ciclo OODA (Observe, Orient, Decide, Act), rendendo le forze armate più reattive ed adattabili alle mutevoli condizioni del campo di battaglia. Un’evoluzione che comporta anche criticità significative: la dipendenza dall’IA nelle capacità di C2 può creare serie vulnerabilità qualora i sistemi vengano attaccati o manipolati. Cummings (2020) avverte del “rischio di affidarsi eccessivamente alle raccomandazioni generate dall’IA, potenzialmente riducendo il ruolo critico del giudizio umano” (p. 15).

Al fine affrontare tali problematiche, le forze armate stanno investendo nella sicurezza dei sistemi di IA e nella formazione del personale in modo da garantire una comprensione approfondita dei limiti e delle capacità di tali strumenti: l’implementazione di protocolli di sicurezza cibernetica robusti e la creazione di gruppi di lavoro interdisciplinari sono oggi quanto mai essenziali onde mitigare i rischi associati all’uso dell’IA nei sistemi C2.


Riferimenti bibliografici:

  • Cebrowski, A. K., & Garstka, J. J. (1998). Network-Centric Warfare: Its Origin and Future. U.S. Naval Institute Proceedings, 124(1), 28-35.
  • Citino, R. M. (2004). Blitzkrieg to Desert Storm: The Evolution of Operational Warfare. University Press of Kansas.
  • Howard, M. (1981). War in European History. Oxford University Press.
  • Kissinger, H. A. (1957). Nuclear Weapons and Foreign Policy. Harper & Brothers.
  • McNeill, W. H. (1982). The Pursuit of Power: Technology, Armed Force, and Society since A.D. 1000. University of Chicago Press.
  • Scharre, P. (2018). Army of None: Autonomous Weapons and the Future of War. W. W. Norton & Company.
  • Cummings, M. L. (2020). Artificial Intelligence and the Future of Command and Control. U.S. Department of Defense Joint Artificial Intelligence Center.
  • Department of Defense. (2018). Summary of the 2018 Department of Defense Artificial Intelligence Strategy.
  • Future of Life Institute. (2017). An Open Letter to the United Nations Convention on Certain Conventional Weapons.
  • Horowitz, M. C. (2018). Artificial Intelligence, International Competition, and the Balance of Power. Texas National Security Review, 1(3), 36–57.
  • Kania, E. B. (2017). Battlefield Singularity: Artificial Intelligence, Military Revolution, and China’s Future Military Power. Center for a New American Security.
  • NATO. (2021). NATO’s Approach to Artificial Intelligence.
  • Scharre, P. (2019). Army of None: Autonomous Weapons and the Future of War. W. W. Norton & Company. (p. 67)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *