Nella complessità degli eventi in Medio Oriente, nella sovrapposizione di notizie e scenari, è responsabilità di un analista attingere il più possibile alle fonti primarie per fornire un’ampia e non mediata prospettiva terza delle notizie. Questo include dare voce a chi, indipendentemente dalla propria posizione su un fatto, ne è stato testimone diretto o comunque ha una profonda conoscenza del luogo, della sua storia e della sua gente.
Come cittadino italiano ed israeliano, qual è stato lo stimolo per il suo interesse nello studio dell’Islam?
Ho vissuto la mia infanzia in Israele, a Sderot (a 800 metri dal confine con la Striscia di Gaza) e ho assistito al dramma del Jihad islamico, compresa la guerra del Kippur.
Ricordo, alle elementari, i manifesti affissi a scuola che spiegavano i diversi tipi di mine e ordigni che si trovavano spesso nei campi e vicino alla scuola, piazzati dai jihadisti provenienti da Gaza. Per me si trattava di un conflitto tra arabi ed Israele, capivo che c’era una guerra, ma non avevo idea del perché.
Passarono gli anni, pochi giorni dopo l’attacco jihadista dell’11 settembre 2001 a New York, come pilota di linea, fui chiamato a fare il volo Roma-New York come comandante del B767 Alitalia. Arrivato a New York, mi sono subito recato a Ground Zero e, avvicinandomi al luogo del disastro, ho sentito il forte odore che proveniva dal fumo che ancora bruciava: questo odore era di corpi umani bruciati e di plastica, mescolati insieme. Era un disastro indescrivibile per chi non l’avesse visto con i propri occhi. Miracolosamente, in mezzo a tutto questo, una piccola chiesa chiamata St. Patrick è rimasta intatta: lungo tutta la recinzione, la gente aveva affisso cartelli e fogli con messaggi, preghiere, appelli di vario genere, fiori, foto, peluche e altro. Leggendo i vari messaggi, mi sono reso conto che le parole “Islam” – “terrorismo” – “Jihad” o qualsiasi altro termine riferito all’Islam e al terrorismo islamico non erano presenti. Quello che avevo appena descritto mi ha lasciato ancora più scioccato del disastro stesso; mi sono sentito male e mi sono chiesto: perché nessuno ha il coraggio di dire il vero nome del problema e del nemico di tutti noi? Ho preso un foglio di carta e ho avuto il coraggio di dare un nome al problema, ho scritto: “Svegliatevi, questo è l’Islam” ma ora scriverei: “Svegliatevi, questo è l’Islam politico”. In quei giorni, il Presidente degli Stati Uniti Bush dichiarò che l’Islam non aveva nulla a che fare con quanto era accaduto.
Capii allora che dovevo studiare l’Islam.
È il triste anniversario del 7/10. Come è stato vissuto quel giorno di un anno fa dal popolo israeliano?
Sul mio cellulare ho l’applicazione israeliana RED ALERT che mi informa, in tempo reale, sulle zone in cui è in corso un attacco jihadista di qualsiasi tipo, soprattutto il lancio di missili.
In Italia erano le 05:30 del mattino e sono stato svegliato da questo telefono che impazziva di allarmi senza sosta: ho visto che gli allarmi non erano solo per Sderot, dove vivevo, ma per tutta la zona intorno a Gaza, ma anche Tel Aviv, Ashdod, Ashkelon…. praticamente da Tel Aviv a sud tutto Israele in emergenza missilistica. Ho acceso la radio israeliana: suonava l’allarme, incessantemente. Un’ora dopo, l’emittente si mise in contatto con persone disperate sul posto che descrivevano in diretta ciò che stava accadendo: non riuscivo ancora a concentrarmi sull’evento, ma capivo che stava accadendo qualcosa di terribile.
Comincio a pensare ai miei amici di Sderot, Kafr Aza, Beeri…. Con il passare delle ore, l’immagine diventa più che orribile, non c’è una parola appropriata per descriverla.
Nei giorni successivi vengo a sapere di alcuni conoscenti uccisi e riesco a mettermi in contatto con alcuni sopravvissuti. Uno di loro, un mio caro amico d’infanzia, è sopravvissuto all’interno della camera di sicurezza con i jihadisti islamici alla porta che cercavano di sfondarla. Mi ha detto che uno dei principali canali televisivi italiani lo ha intervistato a Kafr Aza qualche giorno dopo; parlando con questo amico, ed avendo visto questa intervista, ho capito che era stata tagliata e cucita ad arte per fuorviare lo spettatore italiano, omettendo informazioni preziose sul caso.
Hamas, “paladino” della causa palestinese. Cosa vorrebbero ottenere?
È molto facile rispondere a questa domanda: basta leggere lo statuto di Hamas, compresi i numerosi riferimenti che citano il Corano. Non può essere più esplicito e chiaro di così. Nessuno può sbagliarsi nel capire che l’omicidio e la tortura (di ogni tipo) degli ebrei e la distruzione dello Stato di Israele sono un dovere divino, dottrinalmente prescritto, per chiunque segua correttamente la dottrina islamica.
Hamas è il braccio armato di questa ideologia islamica, basata su Corano, Hadith e Sira (testi fondanti dell’ideologia islamica). Per quanto riguarda la causa palestinese, basta fare riferimento alla “Carta nazionale della Palestina”:
- Art. 9: “La lotta armata è l’unico modo per liberare la Palestina […] Il popolo arabo palestinese afferma la sua assoluta determinazione e la sua ferma risoluzione a continuare la lotta armata” (per “Palestina” si intende lo Stato di Israele).
- Art. 21: “Rifiuta tutte le soluzioni che si sostituiscono alla liberazione totale della Palestina e respinge tutte le proposte che mirano alla liquidazione della causa palestinese…”.
- Art. 4.1: “L’Islam è la religione ufficiale della Palestina”.
- Art. 4.2: “I principi della Sharia islamica sono la fonte principale della legislazione”.
Quindi, possiamo vedere come Hamas segua anche questo sacro Hadith.[1]
O musulmano, c’è un ebreo dietro di me! Vieni e uccidilo!”[2].
Secondo la dottrina islamica, l’ultima ora non arriverà finché gli ebrei non saranno tutti uccisi.
Nei passi citati c’è l’obbligo di uccidere l’ebreo ovunque si trovi, come nella carta di Hamas, ed entrambi provengono direttamente dalla dottrina islamica del Corano, degli Hadith e della Sira.
CSPII (Centro studi sull’Islam politico internazionale). Chi siete? Quali obiettivi? Il raggio d’azione è mondiale?
Siamo un’organizzazione internazionale registrata, senza scopo di lucro, composta da volontari di tutto il mondo, appartenenti a più di 25 nazionalità diverse, con ogni tipo di esperienza e competenza, con 11 sedi in tutto il mondo.
Le attività di questa organizzazione sono molteplici. Tra queste, la ricerca, l’analisi e lo studio dei testi fondanti dell’ideologia islamica, ovvero il Corano, gli Hadith e la Sira. Le informazioni ottenute dai nostri esperti vengono analizzate ed elaborate in modo da poter essere diffuse sotto forma di documenti di ricerca, libri, video, lezioni private e pubbliche e conferenze a diversi pubblici: dal grande pubblico a quello professionale, istituzionale e accademico di tutto il mondo.
Le conferenze sono tenute in diverse lingue: Italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, ungherese, russo, ebraico, slovacco, ceco, rumeno e polacco. L’obiettivo principale del CSPII è quello di aiutare a prevenire e fermare le enormi sofferenze umane che la sottomissione all’Islam politico ha portato in passato e, purtroppo, anche nel presente, trasformando intere civiltà da non islamiche ad islamiche.
L’Islam politico in “numeri”: quali sono i dati più rilevanti dei vostri studi?
(https://www.cspii.org/it/educazione/articles/statistical-islam/)
L’Islam politico ha un forte impatto sulla nostra vita quotidiana e pone una grande sfida ai valori fondamentali delle società non islamiche: libertà, democrazia, diritti umani e parità di genere.
Assistiamo quotidianamente a violenze, oppressioni e a un aumento delle richieste in nome dell’Islam. Spesso sentiamo anche dire che certe azioni sono un’interpretazione errata dell’ideologia islamica e che il vero Islam è completamente diverso.
Qual è la vera natura dell’Islam? Lo scienziato americano Bill Warner ha risposto a questa domanda attraverso un’analisi statistica dei testi fondamentali dell’Islam.
Trilogia
Spesso si cerca di capire l’Islam dal Corano, ma non si sa che esso rappresenta solo il 14% di tutta la dottrina islamica e che è anche difficile da capire. Non contiene storie compatte, non c’è un ordine cronologico ed è pieno di ripetizioni. La chiave per comprendere l’Islam è Maometto. Di lui leggiamo la biografia, la Sira, e le tradizioni, gli Hadith. il Corano, la Sira e gli Hadith (la trilogia) definiscono l’Islam e devono quindi essere considerati tutti insieme.
Kafir
Più della metà dei testi della trilogia tratta del kafir. Di conseguenza, non si parla tanto di cosa significhi essere un buon musulmano, quanto piuttosto di come si debbano trattare i non credenti. Il significato originale della parola Kafir è “colui che copre e nasconde la verità”. Un kafir sa quindi che il Corano rappresenta la verità, ma la nega. Il Corano dice che il kafir può essere ingannato, odiato, ridotto in schiavitù, deriso, torturato ed ucciso. Un kafir è chiunque non riconosca che Allah è l’unico dio e Maometto il suo messaggero. Il termine “kafir” non ha una connotazione neutra, ma è una parola estremamente negativa. I kafir sono odiati da Allah e Maometto ha combattuto contro di loro, cercando di costringerli a sottomettersi all’Islam. In effetti, kafir è la parola che meglio definisce cosa sia l’Islam politico.
Jihad
“Jihad” significa sforzo o lotta ed è una combinazione di metodi violenti e non violenti (ad esempio: politici, legali, finanziari, ideologici, ecc.) per sottomettere le civiltà non islamiche, che alla fine portano al loro annientamento. È così importante che il 33% dei testi dottrinali islamici riguarda il jihad.
Maometto e Allah hanno reso il jihad obbligatorio e l’hanno identificato come la migliore azione che un musulmano possa fare (Hadith, Bukhari 2518, 2785,1519).
Il Jihad può essere sostenuto consapevolmente o inconsapevolmente anche dai kafir. Il Jihad ha portato alla morte di 270.000.000 di kafir e continua ancora oggi.
Dualismo
Una delle caratteristiche fondamentali dei testi islamici è la contraddizione. Questo fenomeno è chiamato “dualismo”. Per noi è difficile accettare affermazioni che si contraddicono a vicenda, perché la nostra cultura si basa sulla logica. Il carattere dualistico dell’Islam può essere fatto risalire alla vita del suo fondatore, Maometto. Durante la sua permanenza alla Mecca, dove riuscì a convertire solo poche persone, nel Corano apparvero dei versetti non violenti. Tuttavia, non appena Maometto e i suoi seguaci migrarono a Medina, dove divenne un politico e un guerriero, la natura dei versetti del Corano divenne sempre più politica ed incoraggiò il jihad violento verso i non musulmani (jihad). A Medina, la comunità islamica crebbe molto rapidamente in termini numerici.
Il Corano, per autoproclamazione, contiene le esatte parole di Allah, dettate a Maometto dall’arcangelo Gabriele; tutti i versetti, anche quelli contraddittori, sono considerati universalmente validi. Tuttavia, i versetti apparsi successivamente (a Medina) sono più validi.
Nei dibattiti pubblici, i musulmani e gli apologeti discutono spesso dei versetti non violenti del Corano. Ci sono 245 versetti nel Corano (o 4’018 parole) che non parlano negativamente dei non musulmani (kafir). Ciò corrisponde al 2,6% dell’intero Corano. Tuttavia, ogni versetto di questo tipo è seguito da versetti che lo sostituiscono (ma non lo annullano). Ad eccezione di 7 versetti (57 parole) che vengono abrogati più avanti nel capitolo. I restanti 7 versetti sono sostituiti in Surah successive.
La Sharia
Il Corano e la Sunna (il perfetto esempio di Maometto, la Sira e gli Hadith) devono essere seguiti da tutta l’umanità. Il problema sta nel fatto che il Corano, la Sira e gli Hadith sono difficili da comprendere per il modo in cui sono organizzati. La Sharia è la codificazione della conoscenza del Corano e della Sunna e viene spesso chiamata “legge”. Tuttavia, la Sharia non si occupa solo di mere questioni legali, ma comprende anche la teologia, la preghiera, la carità, il digiuno e la sessualità. La sharia comprende ogni singolo aspetto della vita.
Gli ebrei
Gli ebrei svolgono un ruolo importante nell’Islam. Maometto, infatti, sosteneva di essere l’ultimo profeta della fede abramitica. Il Corano della Mecca è pieno di storie di figure ebraiche e in questa parte del Corano gli ebrei sono venerati. La situazione cambia completamente a Medina, dove metà della popolazione La popolazione era composta da tre tribù. Gli ebrei di Medina non riconobbero Maometto come successore delle loro tradizioni. Fu allora che Maometto cambiò la direzione della preghiera da Gerusalemme alla Mecca e il Corano cominciò a riempirsi di versetti pieni di odio verso gli ebrei. Quattro anni dopo, a Medina non era rimasto un solo ebreo libero. Maometto sconfisse due tribù, si appropriò di tutto il loro denaro e le cacciò da Medina. Il destino della terza tribù, la più forte, parla da sé: circa 800 uomini ebrei furono decapitati, le donne furono vendute come schiave e i bambini furono adottati da famiglie islamiche.
Le donne
In diversi passaggi, la dottrina islamica riconosce alle donne uno status elevato, pari o inferiore a quello dell’uomo.
- Elevato status sociale delle donne (Corano 6% del testo, Hadith 0,13% del testo): La dottrina islamica elogia in particolare la maternità della donna.
- Parità di status della donna (Corano 23% del testo, Hadith 7% del testo): donne e uomini saranno giudicati allo stesso modo nel giorno del giudizio universale. Sono inclusi in questa categoria anche i riferimenti neutri alle donne senza ulteriori commenti espliciti sul loro status.
- Status inferiore delle donne (Corano 71% del testo, Hadith 93% del testo): la maggior parte della dottrina islamica pone lo status delle donne al di sotto di quello degli uomini. Sono incluse la divisione dell’eredità, la testimonianza in tribunale e le capacità intellettuali e religiose. Rientrano in questa categoria anche i riferimenti a leggi speciali per le donne (che non si applicano agli uomini) che ne limitano la libertà.
L’analisi statistica della dottrina è un metodo affidabile che fa luce sulla vera natura di questi testi e crea dati per la discussione sull’Islam politico. Ci permette, ad esempio, di individuare l’approccio islamico ai kafir o lo status attribuito alle donne. Non dobbiamo più dipendere da opinioni politiche, accademiche o da autorità spirituali. Possiamo ora basarci sui fatti.
È possibile una coesistenza pacifica?
Dal punto di vista della dottrina islamica, la risposta è sì, ma solo a condizione che i kafir si siano sottomessi e/o convertiti all’Islam. In caso contrario, il jihad deve continuare.
Hadith, Muslim 21b (anche 21a)
L’autorità di Abu Huraira riporta che egli udì il Messaggero di Allah dire: “Mi è stato ordinato di combattere contro la gente, finché non testimonieranno che non c’è altro dio all’infuori di Allah e crederanno in me (che) sono il Messaggero (del Signore) e in tutto ciò che ho portato”.
Quindi, dal punto di vista dei kafir, l’unica soluzione efficace è la consapevolezza e l’educazione.
Se non vogliamo partecipare inconsapevolmente all’espansione dell’influenza politica islamica attraverso gli acquisti, le operazioni bancarie e altre scelte di vita, dobbiamo essere istruiti sulla politica dell’Islam.
È inoltre fondamentale che le persone comprendano e parlino della dottrina islamica in modo preciso e oggettivo, il che può facilitare una discussione aperta.
Questa comprensione può aiutare a prevenire pacificamente il dominio dell’Islam politico sulla vita delle persone e a proteggere la nostra civiltà.
Per maggiori informazioni visitate il sito: www.cspii.org
E-mail: marco.bumaguin@cspii.org
Riferimenti bibliografici:
[1] https://quranx.com/Hadith/Muslim/USC-MSA/Book-41/Hadith-6985
[2] https://quranx.com/Hadith/Bukhari/USC-MSA/Volume-4/Book-52/Hadith-177
Arianne Ghersi interviews Marco Moshe Bumaguin national director CSPII Italy
In the complexity of events in the Middle East, in the overlap of news and scenarios, it is an analyst’s responsibility to draw as much as possible from primary sources to provide a broad and unmediated third-party perspective of the news. This includes giving voice to those who, regardless of their position on a fact, witnessed it directly or otherwise have a deep knowledge of the place, its history and its people.
As an Italian and Israeli citizen, what was the impulse for your interest in the study of Islam?
I lived my childhood in Israel, in Sderot (800 meters from the border with the Gaza Strip) and witnessed the drama of Islamic jihad, including the Kippur War.
I remember, in elementary school, the posters put up in school explaining the different types of mines and devices that were often found in the fields and near the school, planted by jihadis from Gaza.
For me, it was a conflict between Arabs and Israel, I understood that there was a war, but I had no idea why.
Years went by, a few days after the September 11, 2001 jihadi attack in New York, as an airline pilot, I was called to do the Rome-New York flight as the captain of a B767 of Alitalia.
Upon arrival in New York, I immediately went to Ground Zero, and as I approached the disaster site, I smelled the strong odor coming from the smoke that was still burning: this smell was of burned human bodies and plastic, mixed together.
It was an unspeakable disaster for those who had not seen it with their own eyes. Miraculously, in the midst of all this, a small church called St. Patrick’s remained intact: all along the fence, people had posted signs and sheets with messages, prayers, appeals of various kinds, flowers, photos, plush animals and more.
Reading through the various messages, I realized that the words “Islam” – “terrorism” – “jihad” or any other term referring to Islam and Islamic jihad were not present.
What I have just described left me even more shocked than the disaster itself; I felt sick and wondered: why does no one have the courage to say the real name of the problem?
I took a piece of paper and had the courage to name the problem, I wrote: “Wake up, this is Islam.”
Now, I would write, “Wake up, this is Political Islam.”
In those days, U.S. President Bush declared that Islam had nothing to do with what had happened.
I realized then that I had to study Islam.
It is the sad anniversary of 7/10. How was that day a year ago experienced by the Israeli people?
On my cell phone I have the Israeli RED ALERT app that informs me, in real time, about areas where there is a jihadist attack of any kind, especially the launching of missiles.
In Italy, it was 05:30 in the morning and I was awakened by this phone going crazy with alerts non-stop: I saw that the alerts were not only for Sderot, where I lived, but for the whole area around Gaza, and I also saw Tel Aviv, Ashdod, Ashkelon…. practically from Tel Aviv to the south all of Israel in missile emergency.
I turned on the Israeli radio: the alert was sounding, incessantly. An hour later, the broadcaster connected with desperate people on the ground describing live what was happening:
I still could not concentrate on the event, but I could see that something terrible was happening.
I began to think of my friends in Sderot, Kfar Aza, Beeri…. As the hours passed, the image became more than horrific, there is no appropriate word to describe it.
Over the next few days, I learned of some acquaintances killed and managed to get in touch with some survivors.
One of them, a close childhood friend of mine, survived inside the security room with Islamic jihadis at the door trying to break it down.
He told me that one of the main Italian TV channels interviewed him in Kfar Aza a few days later; talking to this friend, and having seen this interview, I realized that it had been artfully cut and sewn to mislead the Italian viewer, omitting valuable information about the case.
Hamas, the “lead-warrior” of the Palestinian cause. What would they like to achieve?
It is very easy to answer this question: just read the Hamas charter, including the many references quoting the Koran. It cannot be more explicit and clearer than that. No one can be wrong in understanding that the murder and torture (of all kinds) of Jews and the destruction of the State of Israel are a divine, doctrinally prescribed duty for anyone who follows Islamic doctrine fully.
Hamas is the armed arm of this Islamic ideology, based on the Koran, Hadith and Sira (the Islamic foundational doctrine).
As for the Palestinian cause, just refer to the “National Charter of Palestine.”
- Art. 9: “Armed struggle is the only way to liberate Palestine […] The Palestinian Arab people affirms its absolute determination and firm resolution to continue the armed struggle” (“Palestine” means the State of Israel).
- Art. 21: “It rejects all solutions that replace the total liberation of Palestine and rejects all proposals that aim at the liquidation of the Palestinian cause…”
- Art. 4.1: “Islam is the official religion of Palestine.”
- Art. 4.2: “The principles of Islamic Sharia are the main source of legislation.”
So, we can see how Hamas also follows these hadiths:
Hadith, Bukhari 2926
Allah’s Messenger said, “The Hour will not be established until you fight with the Jews, and the stone behind which a Jew will be hiding will say. “O Muslim! There is a Jew hiding behind me, so kill him.”
Hadith, Bukhari 2922
The last hour would not come unless the Muslims will fight against the Jews and the Muslims would kill them until the Jews would hide themselves behind a stone or a tree and a stone or a tree would say: Muslim, or the servant of Allah, there is a Jew behind me; come and kill him…
According to Islamic doctrine, the last hour will not come until the Jews are all killed.
In the quoted passages there is an obligation to kill the Jew wherever he is, as in the Hamas charter, and both come directly from the Islamic doctrine of the Koran, the Hadith, and the Sira.
CSPII (Center for the Study of Political Islam International). Who are you? What are your objectives? Is your range of action worldwide?
We are a registered international, non-profit organization composed of volunteers from all over the world, belonging to more than 25 different nationalities, with all kinds of experience and expertise, with 11 locations around the world.
The activities of this organization are many. These include research, analysis, and study of the core texts of Islamic ideology, namely the Koran, the Hadith, and the Sira.
The information obtained by our experts is analyzed and processed so that it can be circulated in the form of documents, research papers, books, videos, private and public lectures, and conferences to different audiences: from the general public to professional, institutional and academic audiences all around the world.
The talks are delivered in several languages: Italian, English, French, Spanish, German, Hungarian, Russian, Hebrew, Slovak, Czech, Romanian, and Polish.
CSPII’s main goal is to help prevent and stop the enormous human suffering that submission to Political Islam has brought in the past and, unfortunately, also in the present, transforming entire civilizations from non-Islamic to Islamic.
Political Islam in “numbers”: what are the most relevant data from your studies? (https://www.cspii.org/it/educazione/articles/statistical-islam/)
Political Islam has a strong impact on our daily lives and poses a great challenge to the core values of non-Islamic societies: freedom, democracy, human rights and gender equality.
We witness daily violence, oppression and increased demands in the name of Islam. We also often hear that certain actions are a misinterpretation of Islamic ideology and that the real Islam is completely different.
What is the true nature of Islam? American scientist Bill Warner has answered this question through a statistical analysis of the core texts of Islam.
Trilogy
People often try to understand Islam from the Koran, but they do not know that it accounts for only 14 percent of all Islamic doctrine and is also difficult to understand. It contains stories without background and further explanation, there is no chronological order, and it is full of repetitions.
The key to understanding Islam is Mohammed. Of him we read his biography, the Sira, and his habits, the Hadith.
It is the Koran, the Sira and the Hadith (the Trilogy) that define Islam and must therefore be considered together.
Dualism
One of the fundamental characteristics of Islamic texts is contradiction.
This phenomenon is called “dualism.” It is difficult for us to accept statements that contradict each other because our culture is based on logic.
The dualistic character of Islam can be traced back to the life of its founder, Mohammed.
During his stay in Mecca, where he succeeded in converting only a few people, nonviolent verses appeared in the Koran.
However, as soon as Mohammed and his followers migrated to Medina, where he became a politician and warrior, the nature of the verses of the Koran became increasingly political and encouraged violence toward non-Muslims (jihad).
In Medina, the Islamic community grew very rapidly in numbers.
The Koran, by self-proclamation, contains the exact words of Allah, dictated to Mohammed by the archangel Gabriel; all verses, even the contradictory ones, are considered universally valid. However, the verses that appeared later (in Medina) are of higher significance.
In public debates, Muslims and apologists often discuss non-violent verses in the Koran. There are 245 verses in the Koran (or 4,018 words) that do not speak negatively of non-Muslims (Kafir). This corresponds to 2.6 percent of the entire Koran.
Kafir
More than half of Islamic doctrine (51%) deals with non-Muslims (Kafirs) and how to treat them. This is political. Thus, we call this Political Islam.
A Kafir is anyone who does not recognize that Allah is the only god and Mohammed his messenger. Kafirs can be deceived, hated, enslaved, mocked, tortured, and killed.
The term Kafir does not have a neutral connotation; rather, is an extremely negative word. Islamic doctrine says that Kafirs are the worst of all creatures, and that Allah hates Kafirs. Mohammed fought against them, trying to force them to submit to Islam.
In fact, Kafir is the word that best defines what Political Islam is.
Jihad
“Jihad” means effort or struggle and is a combination of violent and non-violent methods (for example: political, legal, financial, ideological etc.) for subjugating non-Islamic civilizations, which eventually results in their annihilation. It is so important that 33% of Islamic doctrinal texts are about jihad.
Mohammed and Allah made jihad obligatory and identified it as the best action a Muslim can do (Hadith, Bukhari 2518, 2785,1519).
Jihad can also be knowingly or unknowingly supported by Kafirs. Jihad has resulted in the death of 270,000,000 Kafir lives, and it continues today.
The Sharia
The Koran and the Sunna (the perfect example of Mohammed, the Sira and the Hadith) must be followed by all mankind.
Sharia is the codification of the knowledge of the Koran and Sunna and is often called “law.” However, Sharia is not only concerned with mere legal matters, but also includes theology, prayer, charity, fasting and sexuality.
The Sharia covers every single aspect of life.
The Jews
Jews play an important role in Islam. Mohammed, in fact, claimed to be the last prophet of the Abrahamic faith. The Koran in Mecca is filled with stories of Jewish figures, and in this part of the Koran Jews are revered. The situation changes completely in Medina, where half of the population was Jewish.
The population consisted of three tribes. The Jews of Medina did not recognize Mohammed as the successor to their traditions. It was then that Mohammed changed the direction of prayer from Jerusalem to Mecca, and the Koran began to be filled with verses full of hatred toward the Jews. Four years later, there was not a single free Jew left in Medina.
Mohammed defeated two tribes, appropriated all their wealth, and drove them out of Medina. The fate of the third tribe, the strongest, speaks for itself: about 800 Jewish men were beheaded, the women were sold into slavery, and the children were adopted by Islamic families.
Women
In several passages, Islamic doctrine accords women an elevated status, equal to or less than that of men.
- High social status of women (Koran 6% of text, Hadith 0.13% of text): Islamic doctrine particularly praises women’s motherhood.
- Equal status of women (Koran 23% of text, Hadith 7% of text): women and men will be judged equally on the Day of Universal Judgment. Neutral references to women without further explicit commentary on their status are also included in this category.
- Lower status of women (Koran 71% of text, Hadith 93% of text): most Islamic doctrine places the status of women below that of men. Included are division of inheritance, testimony in court, and intellectual and religious abilities. Also included in this category are references to special laws for women (which do not apply to men) that restrict their freedom.
Statistical analysis of doctrine is a reliable method that sheds light on the true nature of these texts and creates data for the discussion of Political Islam. It allows us, for example, to identify the Islamic approach to Kafirs or the status given to women.
We no longer have to depend on political opinions or spiritual authorities. We can now rely on facts.
Is peaceful coexistence possible?
From the point of view of Islamic doctrine, the answer is yes, but only on the condition that Kafirs have submitted and/or converted to Islam. If not, jihad must continue.
Hadith, Muslim 21b (also 21a)
It is reported on the authority of Abu Huraira that he heard the Messenger of Allah say: I have been commanded to fight against people, till they testify to the fact that there is no god but Allah, and believe in me (that) I am the messenger (from the Lord) and in all that I have brought.
Thus, from the Kafir perspective, the only effective solution is awareness and education.
If we don’t want to unknowingly participate in the expansion of Islamic political influence through shopping, banking, and other life choices, we must be educated about the politics of Islam.
It is also vital for people to understand and speak about Islamic doctrine precisely and objectively, which can facilitate open discussion.
This understanding can help peacefully prevent Political Islam’s domination over people’s lives and protect our civilization.
For more information, visit: www.cspii.org
E-mail: marco.bumaguin@cspii.org