Il programma del Governo di Unità Nazionale (GNU) guidato da Dbeibah a Tripoli è stato sospeso a causa di una mossa dei legislatori libici, che hanno delegato le responsabilità al Primo Ministro Hammad. Questo cambiamento ai vertici del potere potrebbe portare ad una maggiore instabilità ed al rischio di nuovi conflitti, soprattutto nel caso in cui Dbeibah rifiutasse di riconoscere la decisione del parlamento. La tensione è accentuata dall’invio di truppe nella città di Misurata e dalla chiamata alle armi delle milizie di Zintan e di altri gruppi affiliati al GNU.
Il voto del Parlamento
Il parlamento libico ha votato per la destituzione del governo guidato dal primo ministro Abdul Hamid Dbeibah, con sede a Tripoli, riconoscendo al contempo il governo di Osama Hammad, situato nell’est del paese; questo riconoscimento sarà valido fino all’istituzione di un nuovo governo unitario. Aguila Saleh, presidente dell’assemblea parlamentare, è stato nominato capo delle forze armate libiche, un ruolo che precedentemente spettava al Consiglio di presidenza.
In risposta, il Governo di Unità Nazionale di Tripoli ha dichiarato di rimanere il legittimo esecutivo del paese, facendo riferimento all’accordo politico libico incorporato nella dichiarazione costituzionale. Ha ribadito la sua intenzione di mantenere la legittimità fino alla celebrazione delle elezioni presidenziali e parlamentari, come previsto dall’accordo stesso.
La replica
Mohammed Takala, a capo dell’Alto Consiglio di Stato, ha manifestato significative perplessità riguardo le azioni unilaterali intraprese dalla Camera dei rappresentanti (HoR), criticando la mancanza di consultazione con l’Alto Consiglio di Stato. Takala ha chiarito che l’unico ente esecutivo riconosciuto a livello legale è il Consiglio presidenziale, supportato dal Governo di unità nazionale, ha ricordato che il titolo di comandante in capo delle forze armate libiche appartiene al Consiglio presidenziale, in linea con l’accordo di Ginevra. Ha altresì sottolineato l’importanza di seguire procedure prestabilite e concordate per qualsiasi cambiamento politico nel paese. Takala ha anche evidenziato la necessità che le risorse economiche della Libia siano impiegate per assicurare una distribuzione equa della ricchezza tra tutti i cittadini, piuttosto che essere allocate su base regionale.
Le reazioni di Haftar
Il generale Khalifa Haftar, noto leader nella Cirenaica, ha dato il via alla mobilizzazione delle sue forze già da alcuni giorni. L’intento di queste operazioni, effettuate dalle truppe del Libyan National Army (LNA), è preservare i confini del paese e rafforzare la sicurezza interna. Le città di Misurata e Zawiya emergono come probabili scenari di scontro con le forze guidate da Haftar. La Missione di Supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) sta monitorando questi movimenti, particolarmente nelle regioni meridionali ed occidentali della nazione, sollecitando tutte le parti a rimanere pacifiche ed a scongiurare operazioni militari che potrebbero degenerare e compromettere la già fragile stabilità libica. Le forze dell’LNA sono già schierate in varie località chiave, tra cui Sabha, Ghat, Ubari, Murzuq, al-Qatrun, Brak, al-Shati ed Adiri.
Oltre alla sua influenza in Libia, il generale Haftar è anche al centro dell’attenzione di Mosca, che lo considera un alleato strategico per estendere il suo raggio d’azione fino al Golfo di Guinea attraverso legami nel Sahel, includendo nazioni come Niger, Mali e Burkina Faso. Tale crescente instabilità potrebbe pertanto fungere da catalizzatore per un’espansione della presenza russa nella regione.[1]
Progetti stradali in Libia a cura di una società egiziana
Belkacem Haftar, responsabile del Fondo per lo sviluppo e la ricostruzione libico, ha unito le forze con Ahmed el Assar, presidente di Arab Contractors, un’importante impresa egiziana, per lanciare vari progetti infrastrutturali in Libia. Secondo quanto riferito da fonti di stampa egiziane, gli accordi siglati prevedono significativi interventi nelle città di Tobruk, Al Bayda e Al Mukhayli. Tra le opere più rilevanti figurano l’allungamento della strada di Gharaika per un tratto di 4 chilometri e quello della strada di Mekhili per 1,8 chilometri. A Tobruk, inoltre, si prevede la costruzione di due ponti di 600 metri ciascuno, uno situato sull’isola di Imsaed e l’altro nelle vicinanze del centro medico.
Parallelamente, Arab Contractors sta ampliando la sua presenza in Libia, con un impegno particolare nei confronti della ricostruzione di Derna e delle zone recentemente devastate da gravi alluvioni.[2]
Il sequestro di un funzionario della Banca centrale
Il 18 agosto, la Banca Centrale della Libia ha sospeso temporaneamente tutte le sue attività a seguito del rapimento di Musab Msallem, capo del dipartimento IT. L’istituzione ha affermato che le operazioni resteranno interrotte fino al sicuro rilascio del dirigente, sequestrato presso la sua residenza a Tripoli. La Banca Centrale svolge un ruolo fondamentale nell’amministrazione delle entrate provenienti dalla vendita di petrolio, essendo l’unica autorità competente a gestire questi fondi in accordo con le leggi internazionali. Questa responsabilità assume particolare importanza dato il contesto di instabilità finanziaria e di conflitto continuo che affligge la Libia.
Attualmente non vi sono conferme ufficiali sull’identità dei rapitori, tuttavia si registra un incremento di minacce contro altri membri dell’alta dirigenza della banca, che si sospetta siano opera di gruppi criminali. Inoltre, recentemente la sede della banca a Tripoli è stata brevemente circondata da uomini armati, un atto che è stato interpretato da alcuni come un tentativo di costringere alle dimissioni Seddik al-Kabir, presidente dell’ente dal 2012 ed oggetto di molteplici critiche per la sua gestione. Le tensioni si intensificano ulteriormente a causa delle fratture politiche, con alcune figure di spicco legate al governo di Abdulhamid Dbeibah, riconosciuto a livello internazionale e con base a Tripoli, che manifestano aperta opposizione verso al-Kabir.[3]
Il ruolo della famiglia Haftar
Le truppe comandate dal generale Khalifa Haftar stanno marciando verso le zone al confine con Algeria e Tunisia. Questi movimenti militari vedono la partecipazione di truppe russe, precedentemente affiliate alla milizia Wagner, che si stanno dirigendo verso l’oasi di Ghadames, situata a circa 580 chilometri a sud-est di Tripoli, vicino ai confini dei suddetti paesi.
La manovra è sotto la guida di Saddam Haftar, il figlio del generale, e si concentra in particolare sulla conquista dell’aeroporto locale. Il controllo di questo importante snodo non solo consoliderebbe il potere di Haftar e dei suoi alleati russi, ma potrebbe anche agevolare operazioni future nella zona.
Le forze di Haftar hanno già in mano il confine orientale della Libia con l’Egitto ed ora, spostandosi verso ovest, aspirano ad estendere la loro influenza, accerchiando così Tripoli, dove è situato il governo di Abdulhamid Dbeibah, riconosciuto internazionalmente e sostenuto dalla Turchia, che rappresenta il principale antagonista di Haftar nella Cirenaica.
Nonostante le speculazioni di aprile prevedessero un possibile assalto di Haftar a Tripoli, tali piani non si sono materializzati. Il governo di Dbeibah, sebbene mantenga il controllo della capitale, ha una portata limitata sul resto del paese.
L’ultimo spostamento delle truppe di Haftar potrebbe inoltre mirare ad intensificare le tensioni con il governo di Dbeibah in un periodo già segnato da notevole instabilità. Questo scenario è complicato ulteriormente dalla presenza di milizie islamiche, non legate a nessuna delle due fazioni principali, che introducono un’ulteriore variabile di incertezza nella crisi libica.[4]
Riferimenti bibliografici:
[1] https://formiche.net/2024/08/dbeibah-sfiduciato-libia-di-nuovo-in-crisi/#content
[2] https://www.agenzianova.com/news/una-societa-egiziana-ha-firmato-dei-contratti-per-progetti-stradali-in-libia/
[3] https://www.insidertrend.it/breaking-news/libia-crisi-banca-centrale-bloccata-gruppo-armato-sequestra-un-suo-funzionario/
[4] https://www.nigrizia.it/notizia/libia-le-truppe-di-haftar-verso-ghadames