L’impegno politico, militare e diplomatico del presidente turco Erdoǧan e la solida alleanza con l’Albania

La crisi in corso a Gaza, sebbene importante, è solo uno dei fattori che motivano il rinnovato impegno della Turchia nel potenziare il proprio arsenale militare. Questo sforzo mira a rafforzare la posizione strategica di Ankara, tanto nel Mediterraneo quanto nel Medio Oriente. Tra le recenti iniziative si annovera l’acquisto di nuovi aerei F-16 dagli Stati Uniti, accompagnato da costanti discussioni con i dirigenti del programma Eurofighter Typhoon. Inoltre, è stato dato il via libera per lo sviluppo di un nuovo sistema di difesa aerea anti-drone, marcando un avanzamento importante nella capacità di difesa del paese.

Il sistema di difesa aerea Steel dome

Il nuovo sistema di difesa aerea, denominato “Steel dome”, paragonabile a quello in uso in Israele, è stato oggetto di discussione nell’ultima riunione del consiglio nazionale di difesa turco, guidata da Recep Tayyip Erdoǧan. L’escalation del conflitto a Gaza e l’acuirsi della tensione nel Mediterraneo e Medio Oriente hanno spinto alla decisione di procedere con il progetto.

Schema concettuale del sistema di difesa aerea “Steel Dome”

Il 6 agosto, nel contesto di un incontro al palazzo presidenziale di Ankara, il comitato esecutivo per l’industria della difesa turca ha delineato i piani per questo sistema avanzato che integrerà l’intelligenza artificiale per monitorare complessivamente lo spazio aereo del paese.

In parallelo, l’interesse della Turchia verso gli Eurofighter si è riacceso, con l’intenzione di acquisire tra i 40 e i 50 aerei, nonostante l’opposizione della Germania. Erdoǧan ha illustrato la visione di una Türkiye come garante di pace nella regione, enfatizzando come la forza del paese possa contribuire a mantenere la pace.

Turchia – Israele

Prima dell’assalto del 7 ottobre orchestrato da Hamas, il governo turco era impegnato nel consolidare i legami diplomatici con Israele; la reazione militare di Israele a tale attacco ha, però, innescato un deciso ripensamento da parte della Turchia. Il presidente Erdoğan ha espresso forti critiche verso le operazioni israeliane, etichettandole come “genocidio”, e ha sospeso ogni forma di commercio bilaterale.

Il presidente turco Erdoğan, mentre illustra la sua posizione fortemente critica nei confronti di Israele

Il 7 agosto, la Turchia ha manifestato formalmente l’intenzione di associarsi come co-querelante alla causa per genocidio contro Israele, un’iniziativa originariamente avviata dal Sudafrica presso la Corte Internazionale di Giustizia. Il rappresentante turco, Cüneyt Yüksel, deputato del partito di governo AKP e presidente della commissione giuridica del parlamento, ha confermato il sostegno del suo paese all’accusa. Yüksel ha inoltre dichiarato che, nel caso in cui la petizione venga accolta, la Turchia si impegnerà attivamente nel procedimento legale.

Turchia – Ucraina

Recentemente, la Turchia ha rafforzato il suo ruolo poliedrico sulla scena geopolitica internazionale, consegnando all’Ucraina la seconda corvetta prodotta da cantieri turchi. Le navi, parte della classe Ada, sono progettate per ingaggiare obiettivi aerei, navali e sottomarini, ampliando così la portata operativa dell’Ucraina oltre il Mar Nero; le corvette sono state denominate ‘Hetman Ivan Vyhovskyi’ e ‘Hetman Ivan Mazepa’. In parallelo, la Turchia ha perfezionato un trattato di libero scambio con l’Ucraina, puntando ad espandere il volume degli scambi commerciali bilaterali da 7,3 miliardi a 10 miliardi di dollari.[1]

Turchia – Albania

La crescente attenzione di Ankara verso Tirana evidenzia l’importanza strategica di quest’ultima nella regione balcanica: la Turchia ha attivamente supportato l’integrazione dell’Albania nell’Unione Europea e ha lavorato per rafforzare i rapporti bilaterali tra i due paesi. Un segno tangibile di queste politiche è stato l’incontro tra il Presidente turco, Recep Tayyip Erdoǧan, ed il Primo Ministro albanese, Edi Rama. Durante l’incontro, i leader hanno discusso varie questioni, tra cui le misure adottate dall’Albania per contrastare il movimento gülenista FETÖ, che Ankara considera un’organizzazione terroristica.

Il movimento FETÖ

Il presidente turco ha recentemente elogiato l’Albania per il suo ruolo nel combattere il movimento gülenista, che il governo turco considera una minaccia diretta alla stabilità del paese. Ankara attribuisce al movimento, guidato da Fethullah Gülen, una lunga serie di tentativi di destabilizzare il governo turco attraverso l’infiltrazione nelle sue istituzioni. L’Albania è stata identificata dalla Turchia come un alleato chiave nella lotta contro questo gruppo, soprattutto nella gestione dei membri che cercano di sfuggire alla giustizia turca.

Fethullah Gülen

La richiesta di estradizione di Fethullah Gülen, che vive in Pennsylvania, è stata una questione spinosa tra la Turchia e gli Stati Uniti, con Ankara che ha più volte sollecitato Washington senza successo. Erdoğan sostiene che Gülen sia il cervello dietro il tentativo di golpe del 2016.

Nel frattempo, le autorità turche hanno rafforzato le loro operazioni contro il gruppo gülenista, arrestando recentemente cinque suoi membri: un mese fa, quattro persone ritenute membri in fuga del gruppo sono state arrestate mentre tentavano di attraversare il confine settentrionale della Turchia per entrare in Grecia.

Il rapporto tra Ankara e Tirana

La capitale albanese ha rafforzato la sua collaborazione con la Turchia attraverso una serie di iniziative di sviluppo: questo partenariato si è concretizzato attraverso l’incremento degli investimenti ed il potenziamento delle relazioni tra le imprese, con il supporto dell’agenzia turca Tika e della sua sede locale. Un esempio notevole di questa sinergia è stata l’edificazione di un ospedale nel 2021, seguita dalla costruzione di un aeroporto; il progetto dell’aeroporto è stato gestito da un consorzio vicino al partito del presidente, guidato da una compagnia di Behgjet Pacolli, noto imprenditore kosovaro.

Nel 2022, un altro momento significativo è stato la riapertura della moschea Ethem Bey a Tirana, restaurata dopo tre anni di lavori. La cerimonia di inaugurazione ha avuto l’onore di ospitare il presidente turco Erdogan, evidenziando i profondi legami storici e culturali tra la Turchia e l’Albania. La moschea Ethem Bey, datata al periodo ottomano, è considerata uno dei punti di riferimento più emblematici di Tirana.

NATO

Nel 2013, l’Albania ha elevato il proprio legame con la Turchia al rango di “partner strategico”, inaugurando un decennio di collaborazioni difensive tra i due paesi. Recentemente, l’Albania ha completato un significativo rinnovamento della base aerea di Kuçova, a sud di Tirana, trasformandola in un fulcro logistico ed operativo di importanza strategica per la NATO, la prima infrastruttura del suo genere nei Balcani occidentali. La cerimonia di inaugurazione ha visto la partecipazione di figure chiave, inclusi il primo ministro albanese, il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, il loro omologo turco ed altri esponenti dell’Alleanza Atlantica. L’evento è stato impreziosito da esibizioni aeree di caccia americani F-16 e F-35, che hanno sorvolato la base in formazione, simbolo della cooperazione militare rafforzata e del miglioramento della sicurezza nella regione.[2]


Riferimenti bibliografici:

[1] https://formiche.net/2024/08/erdogan-diplomazia-difesa-turchia-israele/#content

[2] https://formiche.net/2024/08/ankara-tirana-nato-erdogan-balcani/#content

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