I drusi: un popolo dimenticato

Religione e tradizione

La comunità drusa del Golan rappresenta un interessante esempio di integrazione culturale e religiosa nel tessuto arabo-israeliano. Questo gruppo etno-religioso ha radici profonde che si ricollegano alla Siria, ed è distinto per una fede che mescola elementi di islamismo, cristianesimo, giudaismo, induismo e persino le filosofie di Pitagora. La loro religione emerse nell’area siro-palestinese durante l’XI secolo, originariamente come parte della corrente ismaelita dello sciismo, in Egitto.

I drusi pongono al centro della loro venerazione il profeta preislamico Shu’ayb, riconosciuto anche come suocero di Mosè, che funge da guida spirituale. La peculiarità delle loro credenze, che deviano significativamente dalle tradizionali dottrine islamiche, ha frequentemente esposto i drusi a persecuzioni e li ha resi oggetto di etichette come eretici attraverso i secoli. Un altro aspetto distintivo della loro religione è la chiusura ai nuovi adepti dal 1043, limitando l’adesione alla comunità esclusivamente ai discendenti diretti di drusi.

La religione drusa si distingue per una comprensione unica del divino, interpretato come un “principio divino” od intelletto attivo, che occasionalmente si è manifestato in forma umana. L’ultima di queste incarnazioni è avvenuta nel 1043 con la figura del califfo al-Hakim. Essendo una dottrina fortemente esoterica, i dettagli del credo druso sono poco divulgati; solo coloro ritenuti sufficientemente preparati e meritevoli possono accedere ai suoi misteri sotto la guida di maestri spiritualmente avanzati.

Un aspetto chiave della loro fede è la metempsicosi, la trasposizione delle anime da un corpo all’altro dopo la morte. I drusi mantengono una visione di estrema sacralità del divino, al punto che non è permesso nemmeno pronunciarne il nome. Pur facendo riferimento a testi come l’Antico Testamento e il Corano, i drusi dispongono di scritture proprie, denominate Khalwa, che vengono declamate nelle loro cerimonie religiose.

Simbolismo

Il simbolo chiamato Haad, loro emblema, rappresenta una stella a cinque punte, con ciascuna punta colorata in modo diverso: rosso, verde, giallo, blu e bianco, icona del potere metafisico che distingue gli esseri umani dagli altri esseri viventi.[1]

La stella drusa

La popolazione drusa

La comunità drusa è considerata eretica dalle maggiori fazioni musulmane e si caratterizza per una coesione interna molto forte, mantenendo uno stile di vita piuttosto isolato rispetto ad altre comunità. Questi gruppi, che evitano matrimonialmente e culturalmente i legami con non-drusi e proibiscono le conversioni esterne alla loro religione, sono organizzati in clan e famiglie che, nonostante le rivalità locali, condividono un’identità collettiva transnazionale.

Nelle alture del Golan, i drusi si trovano in una posizione unica: non desiderano tornare sotto il dominio siriano né si identificano completamente con lo stato di Israele, tanto che solo una minoranza di essi ha richiesto la cittadinanza israeliana. A differenza dei beduini del Negev e dei drusi della Galilea, che sono tenuti al servizio militare, i drusi del Golan godono di un’esenzione e solo pochi scelgono di arruolarsi volontariamente.

Drusi ed il conflitto israelo-palestinese

Il clima di tensione tra Israele e Libano è salito nuovamente dopo un grave incidente avvenuto il 27 luglio, quando un razzo ha colpito un campo di calcio nella località di Majdal Shams nelle Alture del Golan, che sono sotto il controllo di Israele. L’attacco ha tragicamente causato la morte di 12 giovani e bambini, lasciando altri 30 feriti. Israele ha accusato Hezbollah di essere responsabile di questo attacco, nonostante la negazione del gruppo islamico libanese.

Questo evento rappresenta l’attacco più letale in Israele e nelle aree circostanti dalla violenta escalation del 7 ottobre scatenata da un attacco di Hamas, che ha avviato il conflitto a Gaza. Le forze armate israeliane hanno riferito che, da ottobre, gli attacchi imputati a Hezbollah hanno provocato la morte di 23 civili e almeno 17 soldati.

Geografia

Migliaia di persone hanno partecipato ai funerali delle vittime nella tragedia di Majdal Shams, un villaggio druso situato sulle Alture del Golan. Quest’area di 1.200 chilometri quadrati è un territorio siriano occupato da Israele nel 1967, in seguito alla Guerra dei Sei Giorni, e successivamente annesso nel 1981. Tale annessione è stata universalmente condannata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e non è riconosciuta dalla maggior parte della comunità internazionale.

Malessere politico

La comunità drusa ha espressamente manifestato il proprio dissenso escludendo rappresentanti del governo israeliano dai funerali delle vittime. Durante le cerimonie, trasmesse dai media israeliani, si sono verificate scene di protesta. In particolare, Bezalel Smotrich, figura di spicco dell’estrema destra israeliana e con legami noti con i coloni, è stato esplicitamente invitato a lasciare, con i presenti che lo accusavano di essere indesiderato nel Golan. Analogamente, altri membri del governo hanno affrontato reazioni negative. Il Forum delle autorità druse ha chiesto, tramite una lettera diffusa dal giornale Yedioth Ahronoth, che i politici si astenessero dal partecipare ai funerali, evidenziando l’importanza di mantenere la cerimonia un evento religioso e tranquillo, fedele alle tradizioni druse e privo di qualsiasi manipolazione politica.[2]

Alcune scene di protesta da parte dei drusi


Note bibliografiche:

[1] https://www.focus.it/cultura/storia/chi-sono-i-drusi-religione-e-origini-della-comunita-colpita-dal-razzo-del-27-luglio-sulle-alture-del-golan

[2] https://amp.today.it/mondo/chi-sono-drusi-possibile-guerra-israele-hezbollah-libano.html

2 risposte

  1. Grande Arianne!!! Finalmente un articolo che spiega meglio “chi sono” i Drusi…sempre un po’ complicato, ma sicuramente più chiaro 🏆

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