Continuano le forniture di armamenti da parte degli americani agli ucraini. La richiesta di invio di sistemi d’arma di Kiev, in grado di colpire a distanza obiettivi paganti russi, aumenta di mese in mese, visto anche l’enorme attrito a cui sono sottoposti i materiali nel conflitto russo-ucraino.
Le richieste di Kiev
Alcune richieste dell’establishment ucraino appaiono quanto mai assurde, come ad esempio quelle inerenti una possibile fornitura di sommergibili classe U-212 da parte della Germania. Più che continuare a inviare sistemi d’arma, grazie anche il rallentamento delle operazioni sul terreno dovuto alle condizioni ambientali, si sarebbe dovuto provare a sondare la possibilità di instaurare delle reali trattative per un cessate il fuoco.
Il problema è che gli Stati Uniti vogliono continuare a logorare l’apparato militare russo mentre l’Unione Europea – con una classe dirigente incapace di prendere decisioni autonome – si è completamente appiattita sulle posizioni d’oltre oceano.
Le caratteristiche delle bombe plananti
Presto gli ucraini dovrebbero cominciare a ricevere le bombe plananti GBU-39B SDB (Small Diameter Bomb), nella versione lanciabile da piattaforma terrestre, quali i lanciarazzi campali da 227 mm M270 MLRS e M142 HIMARS, denominata GLSDB (Ground Launched Small Diameter Bomb). Tali ordigni hanno una gittata massima di 110 km (da aggiungere alla spinta sviluppata dal motore del razzo M26 che dovrebbe conferire un incremento di circa 30 km) e trasportano una testata del peso di 17 kg.
Allo stato attuale, i razzi guidati da 227 mm utilizzati dagli ucraini permettono di battere obiettivi a distanze non superiori ai 90 km, in quanto la produzione dei razzi guidati GMLRS ER (gittata massima di 150 km) non è ancora a regime.
Le SDB utilizzano un sistema di guida GPS/INS (con apparato anti-jam avanzato) e le coordinate del bersaglio vengono caricate da terra o inviate dalla piattaforma di lancio prima del rilascio. Diverse GBU-39 SDB possono essere rilasciate contemporaneamente contro più bersagli.
La GBU-39 è stata impiegata per la prima volta da un F-15E sui cieli dell’Iraq nel 2006. L’USAF sta continuando a rifornirsi di munizionamento di precisione, ma a un ritmo inferiore rispetto al tasso di produzione massimo raggiunto nell’anno fiscale 2020 (FY 2020).
L’Aeronautica Militare italiana ha acquistato da alcuni anni un numero rilevante di GBU-39B, nel prossimo futuro andranno ad armare gli MC-27J Praetorian, che saranno acquisiti in 6 esemplari, per il supporto alle operazioni speciali.
Tiziano Ciocchetti