Cammelli da guerra

La Storia antica, quella che viene a livello “di volgo” classificata come la prima parte della nascita della civiltà fino alla “caduta” dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.), è un periodo storico estremamente ampio e, come ogni epoca, porta dentro di sé relativi miti e “fake news”, figlie di un tempo estremamente lontano rispetto al nostro, caratterizzato da un modus vivendi ed una pletora di società molto differenti rispetto all’attuale e come tale arduo da comprendere.

Quali esempi paradigmatici, troviamo:

  • Il mito inerente alla consuetudine dei romani a vomitare dopo ogni pranzo, tramandato a causa di un’errata citazione della sezione di “Vite dei Cesari” di Svetonio dedicata al Princeps Vitellio
  • La questione inerente all’utilizzo di armi “non convenzionali”, quali maiali infuocati e cani da guerra, specie riguardo al mondo romano [1]
  • L’utilizzo dei cammelli come truppe di combattimento da parte delle popolazioni mediorientali

Ed è su quest’ultima curiosità che intendo concentrarmi: questo tipo di animale era utilizzato per scopi bellici, oppure, di fatto, non costituiva un elemento efficace sui campi di battaglia dell’epoca antica in termini offensivi?  

P.S.: parlerò di truppe cammellate per indicare sia cammelli che dromedari.

Procediamo con calma.

Dell’utilizzo bellico di questo genere di animali, solidi e resistenti, ma cocciuti e territoriali [2] se ne parla già nella Bibbia; di converso, nel testo non appare mai citato il suo utilizzo in combattimento, sebbene quella del Regno di Israele fu la regione, assieme a quella araba, in cui nel corso di tutta la Storia, risulti il maggior uso documentato di questo tipo di animale specialmente in termini di logistica e trasporto.

A riprova di ciò, abbiamo l’esempio del Libro dei Giudici all’interno del quale viene riportato come, Gedeone, quinto giudice di Israele, scoprì che gli amaleciti [3], loro nemici, possedessero numerosi cammelli all’interno del proprio esercito: ovviamente ciò non significa che tali animali fossero atti alla guerra, anzi, che costituissero piuttosto parte vitale della logistica (aspetto fondamentale in ambito bellico) delle truppe che mossero contro il popolo di Israele.

I persiani sono un ulteriore popolo spesso associato ai cammelli da battaglia, in particolar modo riguardo all’Impero Achemenide [4], ovvero quello fondato da Ciro il Grande nel 550 a.C. e sconfitto da Alessandro Magno nel 330 a.C..

La battaglia di Thymbra

I persiani, se davvero lo fecero, usarono una sola volta i cammelli in battaglia: l’unico a narrarne fu Erodoto, descrivendo la battaglia di Thymbra del 547 a.C., contro il Re della Lidia (Anatolia) Creso. Secondo lo storico di Alicarnasso, Ciro il Grande utilizzò i cammelli a seguito di un’emergenza durante la battaglia e con scopo di difesa: vengono citati arcieri a cavallo, lenti soprattutto e ben visibili oltre che rumorosi. Riguardo la curiosità che l’odore dei cammelli fece spaventare la potente cavalleria di Creso, non vi è invece nessun’altra fonte a suffragio, neppure tra gli storici antichi.

La questione è molto più semplice di quanto si possa pensare: i cavalli da guerra, addestrati per sopravvivere (un cavallo morto non è utile a nessuno, né alleato né nemico, ed è uno spreco di tempo, di addestramento e di soldi) quando vedevano delle minacce che non conoscevano, tendevano ad evitarle e diveniva poi merito/demerito del cavaliere il riuscire o meno a gestire con efficacia la situazione. Thymbra, in realtà, dovrebbe essere ricordata per motivo differente, ovvero quale probabilmente prima battaglia in cui vennero schierati gli Immortali, i migliori soldati achemenidi. Fu però solo successivamente, sotto Dario, che apparvero i Melophoroi, i portatori di mela, la guardia d’elitè dei Jāwīdān (gli immortali).

Secondo Senofonte, arcieri arabi mercenari a dorso di cammello prestarono i loro servizi a Serse, quarto re persiano, al fine di combattere la rivolta egizia del 486 a.C. che andò ad interessare la zona del uadi Hammamat [5]

Esploratori a cammello vennero altresì sicuramente usati da Cambise II alla conquista dell’Egitto nel 525 a.C.; impresa conclusasi con la battaglia di Pelusio dello stesso anno contro il faraone Psammetico III.

La battaglia di Nisibis

Per quanto riguarda invece l’impero arsacide, ovvero quello somposto da coloro comunemente chiamati “parti”, abbiamo una testimonianza inerente alla battaglia di Nisibis del 217 d.C. svoltasi tra lo Shah Artabano IV e il princeps romano Macrino: una battaglia che si risolse in un nulla di fatto, ma per la quale esiste una curiosa citazione di Erodiano:  

Nel frattempo, Artabano arrivo su di loro (l’esercito di Macrino, ndr) con il suo vasto e potente esercito composto da molti cavalieri e da un enorme numero di arcieri e cavalieri corazzati (kataphraktous), che combattevano in groppa a cammelli con lunghe lance, evitando il combattimento ravvicinato.

Non si hanno altre notizie inerenti questi kataphraktous (che appunto vuol dire cammelli corazzati) a livello storico, né tantomeno da altri cronisti dell’epoca: anche lo stesso concetto di toccata e fuga con i cammelli sembra una cosa alquanto ardua da mettere in pratica. Si possono pertanto formulare diverse ipotesi

  • un’invenzione di Erodiano [6]
  • uno stratagemma sperimentale degli arsacidi, che probabilmente risultò inefficace, giacché non ripetuto  
  • un’extrema ratio adottata da Artabano IV: una teoria non particolarmente accreditata, specie in virtù della conformazione per le armature da catafratto per i cammelli che dovevano essere per forza differenti da quelle dei cavalli, animali invece la cui quantità era sempre rilevante all’interno di un esercito, basato di fatto quasi unicamente su tali equini
  • li corazzarono data la vicinanza delle linee di rifornimento rispetto al fronte

Di conseguenza, a differenza di quanto si possa pensare, l’utilizzo del cammello in guerra non costituì mai una parte fondamentale degli assetti bellici dell’epoca antica, anzi, lo fu, ma non per le ragioni per ragioni di combattimento, bensì per tutto quanto concerne logistica e rifornimento, aspetti da sempre fondamentali nella guerra indipendentemente dal periodo storico.


Note:

[1] Il fatto che molte di queste citazioni e di “fake news” abbiano origine dal mondo romano è dovuto al gran numero di fonti tramandate, non denota che in altri contesti non fossero presenti le medesime “curiosità”

[2] Popolazione del deserto di Negev, probabilmente discendenti di Esau (fratello di Isacco, spesso erroneamente paragonato ad un Enkiddu biblico, in virtù del pelo e del colore del medesimo)

[3] Chiedo scusa per le possibili approssimazioni in termini di biologia ed etologia riguardo a comportamento ed attitudini di tali animali, presentati principalmente quali “componenti” nello scenario bellico, deducendo quanto possibile dalle fonti storiche disponibili.

[4] Molti imperi mediorientali spesso e volentieri prenderanno il nome dai loro fondatori, andando a formare la “Dinastia di…”. Ciò costituisce uno dei legami che sussistenti tra il mondo preislamico e quello creato dal Sommo Profeta Maometto

[5] Zona che sfocia sul Mar Rosso

[6] Sebbene ancora oggi Erodiano sia particolarmente apprezzato quale storico del mondo politico romano, ha mostrato alla prova dei fatti profonde lacune per quanto concerne il mondo militare ed anche quello inerente alle zone che oggi noi chiamiamo Medio Oriente (ricordiamoci ad esempio che, secondo lui, la Battaglia di Isso del 333 a.C. fu la battaglia finale tra Dario III e Alessandro Magno, quando in realtà fu quella di Gaugamela del 330 a.C.)


Riferimenti bibliografici:


Per approfondire l’argomento, il relativo video di Lorenzo Carbone sul canale YouTube “Incontri di Storia“:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *